Una ricerca di un sito di lavoro americano ripresa da Fastcompany rivela che le aziende dedicano sempre meno tempo a leggere le cover letter dei curriculum. Meglio curare i social. E scrivere meno, molto meno
Per cercare lavoro basta un curriculum. Non perdete tempo con le lettere di presentazione, tanto non le legge più nessuno. Il sito del mensile americano Fastcompany ha pubblicato un articolo che decreta la fine della cover letter. Almeno nel mercato americano.
La lettera di presentazione – quella che a scuola insegnavano di allegare al curriculum, lo spazio dove parlare di se stessi – è ufficialmente uno strumento obsoleto. Lo evidenzia un sondaggio di Jobvite, la piattaforma americana che fornisce software per il reclutamento del personale a un corposo numero di aziende nel mondo. Di 1400 datori di lavoro intervistati i due terzi sostengono di non dare più importanza alle lettere di presentazione che ricevono. «Sono dei dinosauri del reclutamento del personale», è il commento di Rachel Bitte, chief people officer (una sorta di capo del personale, ma con un focus sulle persone e sulla cultura interna all’azienda) di Jobvite, «e la sua scomparsa è dovuta a tre cose: velocità, tecnologia e volume».
Assumere online ha tolto tempo alle cover letter
Le aziende vogliono trovare la persona giusta nel minor tempo possibile. E se, come accade nelle grandi società o in Silicon Valley, le risposte a un’offerta di lavoro sono tantissime è impensabile poter leggere, oltre ai curriculum, anche tutte le lettere di presentazione. Richiederebbe troppo tempo in un contesto in cui le decisioni, invece, vanno prese in modo rapido. A questo si aggiunge il fatto che molte aziende oggi fanno reclutamento del personale online e usano software che non prevedono una sezione per caricare le cover letter. Il contesto è cambiato.
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Cosa fare invece che perdere tempo a scrivere le cover
Le cover letter perciò vengono ignorate, spiega Bitte, si preferisce usare il tempo a disposizione per «analizzare a fondo il curriculum» e capire, in base alle esperienze inserite, il background di ogni candidato. È per questo che può essere utile modificare la struttura base del curriculum e aggiungere alcuni elementi che fino a prima trovavano posto nella lettera di presentazione.
Rachel Bitte, per esempio, suggerisce di cominciare il proprio cv con qualche riga che evidenzi cosa vi rende diversi dagli altri candidati – competenze di alto livello, specializzazioni. Oppure includere gli interessi personali nel curriculum (questa volta in fondo). «Danno un’idea della personalità del candidato ancora prima della telefonata per il primo colloquio. Si possono includere hobby, attività di volontariato, iniziative di cui si è parte da tempo. In questa sezione si può anche specificare se, nel caso di aziende con sedi in varie città, si è disponibili a trasferirsi», spiega Bitte.
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Meglio della cover, curate i vostri social media
È importante anche aggiungere dati specifici che possono far capire il modo in cui lavorate. Degli obiettivi raggiunti nei precedenti impieghi, risultati illustrati da numeri o percentuali – «Ho contribuito ad aumentare il livello di engagement del personale del x per cento», ad esempio.
Infine includete i link ai vostri profili sui social media – e state attenti a cosa avete pubblicato, avverte il chief people officer di Jobvite. «Le aziende non giudicano la vostra personalità dai post, ma cercano un’affinità culturale. Un tempo le cover letter servivano a questo, ma ora le cose sono cambiate. Oggi i social media possono raccontare molto di più delle lettere» e i manager lo sanno bene.