La Banca centrale svedese ha qualche grattacapo. Bene che il contante stia per sparire dalla circolazione – la propensione ai pagamenti digitali nel paese scandinavo è ormai il paradigma della “cashless society” – ma l’idea che tutto rimanga in mano a un’infrastruttura tecnologica gestita dai privati preoccupa non poco. Per questo il governo ha appena lanciato un programma pilota di un anno per la sua e-krona, la corona digitale. La circolazione di questa valuta si appoggerà a un sistema ispirato a quello delle diverse blockchain su cui vengono certificate le criptovalute.
Il punto di partenza è appunto l’obsolescenza del contante in Svezia. Difficile da comprendere in un paese come l’Italia e in generale nel Sud europeo, dove stando a uno studio della Banca d’Italia relativo al 2016 l’85,9% delle transazioni nei punti vendita è stato regolato in contanti, per un totale del 68,4% del volume transato. Eppure in Svezia chiunque usa sistemi di pagamento digitali, applicazioni come Swish, lanciata nel 2012, e i negozianti – che da noi odiano le carte – potrebbero addirittura smettere di accettare monete e banconote dal 2023.
Le ragioni di preoccupazione
La banca centrale è preoccupata per due ragioni. La prima è appunto la paura che se l’infrastruttura di pagamento viene lasciata completamente al settore privato, alcuni gruppi o player possano rimanerne esclusi, così creando delle situazioni dominanti in un ambito – quello appunto dei pagamenti – inaccettabile. La seconda è una questione più filosofica e riguarda il rapporto fra cittadino e struttura centrale: se le persone smarriscono la capacità di visualizzare e considerare i risparmi dei loro conti correnti bancari in una forma di contante garantita dal governo, questo potrebbe minare la fiducia nel sistema monetario nazionale. E non solo.
Il cattivo esempio della Finlandia
Un’altra motivazione va forse aggiunta. Quella che sta riguardando la vicina Finlandia, dove la smaterializzazione progressiva del denaro ha condotto, com’era immaginabile, a un crollo nella consapevolezza delle proprie finanze e a uno spiccato indebitamento, con una media del 127% rispetto al reddito famigliare: “L’indebitamento ha a che fare con il modo in cui vengono effettuati i pagamenti nei Paesi nordici, perché l’intero processo di pagamento per gli acquisti è diventato letteralmente invisibile – ha spiegato Jenni Hellstrom, direttore della comunicazione della Banca di Finlandia – quello che vediamo è che, soprattutto tra i giovani, ma anche tra altre fasce della popolazione, a volte capita che il conto di quanto effettivamente speso non venga considerato, pagare è così facile che non viene più data così tanta attenzione”. C’è ovviamente da aggiungere altri elementi, come i bassi tassi d’interesse e la mancanza di controllo nei confronti delle società di credito, che offrono spesso microprestiti veloci e facili ma invece, in questo caso, elevati interessi. Risultato? Circa 390 mila finlandesi, il 7% della popolazione, sono talmente indebitati da non riuscire ad onorare i loro pagamenti.
Come sarebbe l’e-krona
Ecco perché, tornando di nuovo a Stoccolma, la Riksbank ha iniziato a studiare qualche anno fa, già nel 2017 (qui c’è tutta la road map del progetto), la possibilità di lanciare una valuta digitale garantita dallo Stato che possa giocare un ruolo simile al contante cartaceo o metallico di oggi. La banca centrale offrirebbe insomma un sistema di pagamento pubblico semplice da usare, accessibile a chiunque e fortemente centrato sul lato per così dire “formativo”, complementare alla valuta tradizionale. “Serve un dibattito pubblico con i protagonisti del settore e altre agenzie governative” ha aggiunto la banca centrale.
Il progetto pilota, di fatto il primo europeo di questo tipo, durerà fino alla fine di febbraio 2021 ed è sviluppato insieme ad Accenture. Ma nel frattempo potrebbero esserci altri test: “Non c’è alcuna decisione sul rilascio della e-krona, su come sarà progettata o su quale tecnologia sarà utilizzata” si legge in un comunicato stampa. Nei test sarà usata per fare pagamenti, depositi e prelievi via app mobile, a partire ovviamente da un wallet digitale. Intanto, anche la Cina ci sta per arrivare: entro l’anno dovrebbe essere rilasciata la Cbdc, la Central Bank’s Digital Currency, e perfino negli Stati Uniti la Fed sta studiando un dollaro digitale.