Il progetto di un gruppo di genitori che si è rivolto alla rete per raccogliere risorse da destinare ad una pizzeria da far gestire a giovani affetti da autismo. Ne abbiamo parlato con Nico Acampora
A furia di dire che l’economia digitale ha tra le sue peculiarità l’essere un grande facilitatore di rapporti commerciali e non solo si corre il rischio di perdere la concretezza di un’affermazione che ha una sua verità. Ecco, ogni tanto ridare valore reale a questo passaggio non è sbagliato. Te ne accorgi anche quando incroci la storia di PizzAut e di Nico Acampora, papà di un bambino autistico di 8 anni: insieme ad un gruppo di genitori («siamo partiti in 4, ora non li conto più», dice Acampora) ha acceso una campagna di crowdfunding (sì, proprio così. Trovate tutto QUI) per raccogliere risorse da destinare ad una pizzeria da far gestire a giovani affetti da autismo: a oggi sono stati raccolti poco meno di 14 mila euro, obiettivo 60K. Un’idea in cui dentro c’è il desiderio di dare un futuro lavorativo vero ai propri bambini e di non fermarsi alle solite celebrazioni annuali tipo “Giornata nazionale”. «Stiamo definendo lo spazio insieme al comune di Segrate – ha detto a StartupItalia! Nico Acampora – vorremmo aprire prima dell’aprile dell’anno prossimo. La complessità non sta tanto nel trovare i locali, ma nel percorso di formazione dei ragazzi». L’iniziativa è piaciuta un sacco anche a Kekko Silvestre (Francesco Silvestre) dei Modà. Ma l’endorsement più alto Nico e gli altri genitori lo hanno ricevuto dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, che sul suo profilo Facebook ha scritto:
Pizzaut per ora è solo un sogno, un sogno bellissimo che può diventare realtà. Sosteniamo insieme a Kekko questo progetto, per realizzare la prima pizzeria gestita da ragazzi con autismo
Entusiasmo ma anche tanta concretezza e l’idea che stai facendo la cosa giusta nel modo giusto. Ne abbiamo parlato proprio con il vulcanico Nico Acampora, impegnato in una serie di appuntamenti chiamati Un assaggio di PizzAut…
Nico, come sta andando la campagna di crowdfunding?
«Sul fronte della raccolta dei fondi siamo a 14 mila euro su 60. Inoltre io ed altri genitori abbiamo avviato una serie di iniziative sul territorio per raccogliere contributi da destinare all’iniziativa. La campagna di crowdfunding non ha un limite temporale».
Com’è nata l’idea di PizzAut?
«L’idea è nata da un gruppo di genitori di bambini autistici che si sono interrogati su questo aspetto: se sei autistico, in Italia, appena compi 18 anni, smetti di esserlo. Tutte le poche attenzioni riservate, insomma, spariscono. Con la conseguenza che spesso gli autistici si ritrovano ad essere adulti dimenticati dalla nostra società».
Quindi, l’idea di aprire un locale…
«Sì, abbiamo pensato di aprire un locale e in particolar modo una pizzeria. Ecco, per noi, può essere la risposta giusta».
Mi racconti il lancio dell’iniziativa?
«Abbiamo iniziato in modo un po’ disordinato. Era il 2 aprile, la Giornata Mondiale dell’Autismo e alcuni palazzi di Milano sono stati illuminati di blu. Io, con un po’ di aggressività, ho scritto: “Sono contento che illuminate il palazzo, ma noi che cosa ce ne facciamo di questa roba qua?”. Alla replica: “Tu cosa proponi?”, io scherzando ho scritto: “Se trovo 6 mila persone che mettono 10 euro propongo di aprire un locale”».
Iniziativa che ha avuto anche degli endorsement importanti.
«Il primo è stato Kekko dei Modà, vicino a questo progetto e disponibile a sostenerlo. Il video che ha girato è stato visto da Matteo Renzi, che ha parlato di PizzAut come di un buon progetto».
Soddisfatto di come sta andando?
«Sì, indipendentemente dalla campagna di crowdfunding, il nostro obiettivo era che si parlasse di autismo, lontano dal 2 aprile e senza che fosse successo qualcosa di brutto. E così sta succedendo. Anche il Corriere della Sera gli ha dedicato mezza pagina. Insomma, ragioniamo in termini di qualità e di bellezza».
Parliamo dell’ultima tappa di Un assaggio di PizzAut…
«Il 29 giugno abbiamo fatto una serata in provincia di Milano in una birreria artigianale, che ci ha praticamente prestato il suo locale e abbiamo fatto Un assaggio di PizzAut…: i ragazzi hanno servito ai tavoli. Avevamo ipotizzato 120 prenotazioni, sono arrivati in 500».