Su Internet tutti condividono, ma nessuno legge. Ecco perché succede.
Se il tuo post ha superato le mille condivisioni, non esultare. Può darsi che nessuno l’abbia letto. Science Post, sito satirico americano, ha fatto un esperimento. Ha creato un articolo fittizio dal titolo cattura like: “Ricerca: il 70% degli utenti di Facebook legge solo il titolo di quello che condivide”. Risultato 46mila condivisioni. Peccato che l’articolo fosse scritto in “lorem ipsus”, il testo privo di senso usato dai designer per bozzetti e prove grafiche. Quello che avremmo potuto fare noi con questo post che racconta l’esperimento. Invece proviamo a raccontare cosa è successo.
6 su 10 non leggono i post che condividono
Se quello di Science Post è solo uno scherzo che ha avuto un esito incredibile, sono stati realizzati studi più scientifici sull’argomento. Uno di questi è una ricerca della Columbia University condotta insieme al French National Institute e svelata da Chicago Tribune. I risultati parlano da soli: il 59% dei link condivisi sui social media non sono mai stati cliccati. In altre parole le persone condividono o retwittano senza averli mai letti. Cosa ancora peggiore questi link diventano importanti nel determinare, come immaginabile, quali notizie sono determinanti per costruire l’opinione pubblica sul web. Insomma, retwittare e “share” non sono attività fine a se stesse, ma hanno un’influenza determinante sui pensieri dei tuoi amici e conoscenti. L’esperimento è interessate al fine di capire le abitudini online dei lettori. E degli utenti dei social. I titolo fanno tutto. Sia che si tratti di giornalismo che di business.
Una cultura che non ama l’analisi, la nostra
Questa la riflessione di Arnaud Legout, uno dei coautori dello studio: «È tipico della cultura di oggi. Le persone formano le loro opinioni su un titolo o un sommario, senza fare nessuno sforzo per andare più in profondità» spiega lo studioso che insieme al suo team ha analizzato tutti i tweet abbreviati in bitly su cinque delle maggiori fonti di informazioni per un mese, per poi confrontarle con il numero di letture degli articoli correlati. Il risultato è quello che abbiamo anticipato, su 10 solo 4 li leggono.
Le persone leggono più dagli amici che dalla fonte originaria
Sempre la ricerca ha evidenziato un altro dato su cui riflettere. Molti click alle storie erano fatto sui link condivisi dagli utenti e non direttamente dall’url postato sul profilo ufficiale dell’organizzazione che lo ha prodotto (in questo caso i giornali di informazione). Una questione che non è nuova a chi si occupa di social media, dove l’opinione dell’utente comune conta di più di quella del brand.
Internet tra sharebait e clickbait
L’autore dell’articolo di Chicago Tribune sottolinea che quella di spingere gli utenti al click e alla condivisione veloce è un’abitudine alla quale anche i media tradizionali si sono adattati. E che ha avuto il risultato di creare “una cultura online che impedisce ogni discussione approfondita su argomenti complessi e controversi”.