Il governo di Pechino ha lanciato un piano per modernizzare a tappe forzate il proprio settore agricolo, introducendo strumenti digitali e di precision farming
La Cina ha circa un quarto della popolazione mondiale, ma solo il 5% della terra coltivabile. Il tessuto rurale è caratterizzato da una miriade di piccole aziende, spesso inefficienti, e da un inquinamento elevato di terreni e corsi d’acqua. Per sfamare la propria popolazione e farlo in maniera sostenibile il governo cinese ha quindi deciso di lanciare un programma di modernizzazione del settore primario.
Il Piano di sviluppo 2019-2025 è stato pubblicato lo scorso 20 gennaio dal Ministero dell’Agricoltura e degli Affari Rurali e dall’Ufficio della Commissione Centrale per gli Affari del Cyberspazio. Secondo il piano entro il 2025 saranno compiuti progressi significativi nella modernizzazione dell’agricoltura e sarà dato un forte sostegno allo sviluppo digitale.
Un gigante senza cibo
La Cina è il più grande importatore di derrate alimentari al mondo. La terra coltivabile infatti scarseggia e i cinesi, che mediamente hanno visto aumentare il proprio tenore di vita, hanno aumentato anche i consumi di alimenti. Cibo che spesso viene importato dall’estero, come ad esempio la carne di maiale e i prodotti lattiero-caseari, perché il tessuto produttivo locale non riesce a soddisfare la domanda interna.
A questa cronica incapacità di produzione si devono anche aggiungere gli scandali alimentari che hanno toccato il Celeste Impero, nonché l’inquinamento delle zone rurali causato dalla presenza di industrie con standard ambientali bassi e dalle cattive pratiche di coltivazione. Il risultato è che chi può permetterselo compra cibo Made in Australia o Made in Europe.
A complicare la situazione c’è il fatto che i 250 milioni di agricoltori cinesi hanno ormai una età avanzata e hanno un approccio all’agricoltura poco sostenibile, facendo ampio uso di prodotti chimici e ricorrendo invece poco alle buone pratiche agronomiche e alle moderne tecnologie.
Un piano per modernizzare l’agricoltura
Proprio su questo fronte il governo aveva già lanciato un programma pilota nella municipalità di Xinghua, nell’est della Cina, per traghettare gli agricoltori verso i principi dell’agricoltura digitale. Con il Piano di sviluppo 2019-2025 si vuole andare oltre, fornendo strumenti digitali a milioni di aziende agricole.
Secondo la direttiva, entro il 2025 l’economia digitale agricola dovrebbe rappresentare il 15% del valore aggiunto dell’agricoltura cinese, con un accesso a internet che dovrebbe raggiungere il 70% delle aree rurali.
Insegnare dunque agli agricoltori a portare avanti un’agricoltura moderna, che usa sì i prodotti dell’agrochimica ma in un approccio integrato con tecniche agronomiche ed uso di attrezzature innovative. Per questo aziende come Huawei investiranno anche nella copertura delle zone rurali con la rete 5G.
E per aumentare la fiducia dei consumatori c’è in programma di usare anche la tecnologia blockchain, che dovrebbe rendere tracciabile il cibo prodotto nel Paese dal campo alla tavola. Un percorso lungo ma che il governo sembra deciso ad intraprendere per diventare maggiormente indipendente dalle importazioni di cibo (si pensi alla guerra Cina-Usa sulla soia) e maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale.