La replica del primo ministro olandese: “Siamo solidali ma contrari a un debito comune”
Non si può dire che tra Roma e Jean-Claude Juncker, quando presiedeva la Commissione europea, i rapporti siano stati particolarmente distesi. Per questo sorprende l’assist dell’ex numero 1 dell’esecutivo comunitario. Assist che in realtà fonda su altre ragioni, se si considera che tra i nove Paesi che sottoscrissero la lettera di Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron a Ursula von der Leyen con cui Francia e Italia lo scorso 25 marzo chiedevano ufficialmente i covidbond c’era anche la sua nazione, il Lussemburgo.
Jean-Claude Juncker e Giuseppe Conte
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Cosa ha detto Juncker su covidbond e MES
Gli Eurobond sono un “gesto di solidarietà” e il “no” dell’Olanda alla loro creazione e all’allentamento delle condizionalità sul Meccanismo europeo di stabilità “è irresponsabile”. Così l’ex presidente della Commissione Ue, Juncker, al quotidiano francese Liberation. in un ultimo, quasi disperato, tentativo di esercitare pressioni sull’Aia arrivato a poche ore dall’Eurogruppo delle 17 di oggi.
Jean-Claude Juncker e Giuseppe Conte
Bloccare il ricorso al MES “perché ostinatamente, ideologicamente, religiosamente ci atteniamo all’attuazione di una severa condizionalità è irresponsabile”, ha detto il politico lussemburghese, sostenendo di “non comprendere” l’inflessibilità dei Paesi Bassi sui covidbond. “Escluderli dall’arsenale europeo sembra miope”, ha ribadito.
Jean-Claude Juncker
La replica dell’Olanda
Non si è fatta attendere la replica dell’Aia, seppur indirettamente. “Sulle condizioni per il MES non dirò niente”. Così il premier olandese Mark Rutte, in una conferenza stampa. Rutte ha comunque difeso la posizione negoziale del ministro delle Finanze, Woepke Hoekstra, all’Eurogruppo, ribadendo che i Paesi Bassi non sono soli nel sostenere tale dibattito, specialmente sulla contrarietà ai coronabond. Secondo il premier alla riunione è possibile un accordo, ma il dibattito è complicato.
Il Parlamento olandese non dà mandato a trattare
Al Parlamento olandese sono state presentate due mozioni, la prima dal partito anti europeista Forum per la democrazia (FvD), la seconda da una formazione trasversale di deputati. Entrambe chiedevano al ministro delle Finanze di non accettare alcun compromesso né sugli Eurobond (o covidbond o coronabond…) né sul ricorso a un MES “light”, cioè a condizioni attenuate.
Entrambe le mozioni non sono giuridicamente vincolanti ma danno un chiaro indirizzo politico al governo impegnato nei negoziati all’Eurogruppo in vista della ripresa dei lavori fissata per oggi alle 17. E di certo saranno state accolte con soddisfazione dal ministro delle Finanze, l’impronunciabile Wopke Hoekstra, esponente più arcigno del rigorismo nordico.
Wopke Hoekstra
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Per capire che tipo sia Hoekstra, ricordiamo che qualche settimana fa voleva una commissione interna per fare luce sui motivi che hanno portato i Paesi del Sud a non avere i soldi per affrontare la pandemia del Coronavirus. Hoekstra, però, finge di dimenticare che l’Olanda solo apparentemente campa vendendo tulipani: dietro c’è un meccanismo fiscale corsaro, spregiudicato, ai limiti del lecito che ha fatto sì che quella nazione economicamente periferica diventasse il paradiso fiscale dell’Eurozona. Insomma, facile dare lezioni di economia domestica quando si è i primi a non rispettare le regole. La partita riprenderà tra meno di un’ora,