Il presidente di FCA striglia i colleghi: “Non c’è successo se non si prova. Creare società favorirà flusso di capitali”. E alle istituzioni: “Bisogna incoraggiare chi vuole avviare nuove attività, indipendentemente dal Paese di nascita”
“In Europa bisogna creare un maggior numero di imprese innovative e di successo” e per questo “è necessario incoraggiare chi vuole avviare una nuova impresa innovativa, indipendentemente da quale sia la sua origine e il suo paese di nascita”. A dirlo John Elkann aprendo l’incontro con alcuni dei guru della tecnologia mondiale, come il fondatore di Linkedin, Reid Hoffman, il co-fondatore di Paypal, Peter Thiel, e il commissario straordinario per il digitale del governo italiano, Diego Piacentin riuniti per il Sei Torino Forum presso la Fondazione Agnelli.
Una dichiarazione non casuale, che arriva proprio nel giorno in cui si è diffusa la notizia che la famiglia Agnelli sta lanciando Exor Seeds, un fondo da 100 milioni di dollari che già partecipa in 11 startup americane attive prevalentemente nell’health e nei servizi dedicati agli anziani.
Indietro rispetto a Cina e Stati Uniti
“L’Europa mostra un ritardo rispetto alla Cina e agli Usa”, ha spiegato Elkann. Dati alla mano, l’imprenditore ha dimostrato che l’ammontare investito in startup nel 2017 nel Vecchio Continente è stato di circa 30 miliardi di dollari, mentre in Cina 60 e negli States circa 70. “Questa disparità – ha quindi concluso – riflette il fatto che al momento l’Europa offre meno opportunità. Creare più società in Europa farà aumentare il flusso di capitali”.
Elkann: “Il 50% delle startup USA fondato da immigrati”
Non solo, perché Elkann ha poi sottolineato che, dei 30 miliardi investiti l’anno scorso in Europa “quasi la metà proveniva in realtà da investitori statunitensi e asiatici. L’Europa deve avere più fiducia in se stessa”, inoltre, “la metà delle startup statunitensi è stata creata dai fondatori immigrati di prima o seconda generazione. In Europa molto meno”. Infine, “un terzo dei fondatori di startup negli States ha avuto precedenti esperienze imprenditoriali mentre in Europa il rapporto è pari a 1 a 10 e in Italia ancora più basso: non si può – ha redarguito i colleghi imprenditori – avere successo se non si prova”.
“Le università non mancano, serve la cultura dell’impresa”
Prima di concludere, il presidente di FCA ha ricordato che otto tra le migliori università al mondo si trovano proprio in Europa: “Questo mi dà molta fiducia sul nostro potenziale imprenditoriale, ma dobbiamo lavorare per creare una cultura dell’imprenditorialità”. Elkann ha quindi ricordato che Exor negli ultimi 18 mesi ha investito in società ‘early stage’ avviando 11 partnership con “giovani brillanti imprenditori che hanno fondato altrettante società: ci piace pensare a questi investimenti come semi, che piantiamo oggi e siamo disposti a curare e far crescere finché diventeranno alberi alti e forti”.