Il report della società londinese PitchBook evidenzia i fondi più attivi in Europa. Quattro gli italiani. Ma la fotografia dell’ecosistema europeo presenta qualche incertezza post brexit
Che qualcosa cominciasse a muoversi sul lato degli investimenti in startup lo avevamo compreso dagli ultimi report. Crescono gli investimenti. Crescono il numero dei deal. Cresce il numero degli operatori (istituzionali e non) presenti in Italia. I dati raccolti dal database degli investimenti PitchBook ha evidenziato la presenza di 4 operatori di venture italiani nella lista dei più attivi in Europa. Invitalia Ventures è il quarto per numero di investimenti early stage negli ultimi tre mesi: quattro dei cinque investimenti fatti dall’inizio dell’attività del fondo, gennaio 2016. Si tratta di quelli fatti in Tensive, Sardex, Zehus e Echolight, che si aggiungono al primo, ufficializzato a gennaio, in D-Eye.
Gli altri tre investitori rientrati in questo trimestre nel novero dei più attivi sono 360 Capital Partners, che ha appena annunciato che guiderà gli investimenti di Robolution (80 milioni in startup di robotica, IOT e intelligenza artificiale), e Principia, entrambi con 3 investimenti all’attivo nel secondo trimestre. Digital Magics invece con due investimenti risulta tra i più attivi in fase seed.
Ma il venture in Europa crolla trimestre dopo trimestre
Nel report oltre a elencare le società più attive, si racconta anche del mercato del venture in Europa, sceso di oltre un terzo nel secondo trimestre, contribuendo ad un’ansia diffusa sul mondo della tecnologia e degli investimenti che hanno colpito il Continente dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. In Europa, il finanziamento dei venture capitalist è sceso da 4,3 miliardi nel secondo trimestre del 2015 a 2,8 miliardi nel secondo trimestre del 2016.
Il capitale di rischio investito in startup late stage è sceso da 2,8 miliardi nel secondo trimestre del 2015 a 1,2 miliardi nel trimestre appena concluso. Ma è in general in tutto il mondo che i dati Pitchbook hanno mostrato una significativa riduzione del capitale investito soprattutto in fase seed e da angel investing, dimezzando da 4 miliardi a 2 miliardi nel secondo trimestre. E calano anche le valutazioni delle aziende, che sono spesso 20 o 30 per cento più basse di quanto non fossero l’anno scorso.