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Il nuovo CEO di Brandon Group, Ilaria Tiezzi, coordina un team di 23 risorse, per consolidare e accelerare il trend di crescita dell’azienda
Brandon Group, la piattaforma che vende online i prodotti e i brand delle pmi italiane ed europee, dopo aver ottenuto un round d’investimento del valore di 3 milioni di euro mette a segno un altro colpo vincente, rafforzando l’executive team e puntando su crescita e internazionalizzazione con la nomina di un nuovo CEO, Ilaria Tiezzi.
Toscana, 37 anni, ha già alle spalle esperienze all’interno di grandi gruppi italiani e internazionali, per i quali ha gestito e realizzato progetti strategici di crescita e di espansione commerciale. Innovazione tecnologica e visione delle potenzialità del digitale applicate al business sono la cifra del suo percorso professionale. Subito dopo la laurea infatti, Ilaria entra in Mediaset contribuendo al lancio della prima piattaforma digital video broadcasting a livello mondiale. Dal 2006, per cinque anni, è consulente di strategia direzionale in The Boston Consulting Group, dove matura una vasta esperienza internazionale nelle practice TMT (Tecnologia, Media e Telecomunicazioni) e Consumer Goods.
Nel 2015 Ilaria coglie una nuova sfida professionale improntata alla crescita e all’internazionalità: si trasferisce a Londra ed entra come Vice Presidente in V-Nova Ltd, startup diventata dopo qualche anno un player globale nell’offerta di soluzioni di compressione dei video, dove è responsabile del lancio di nuovi prodotti e dell’ingresso in nuovi mercati. Oltre all’esperienza manageriale in questi grandi gruppi, Ilaria è stata Professore a contratto all’Università Luigi Bocconi, membro del Consiglio di Amministrazione dell’Accademia di Belle Arti di Torino e, dal marzo 2018, a ridosso del progetto di quotazione all’AIM, Amministratore indipendente di Cellularline SpA.
Il 2018 è stato per Brandon un anno di forte crescita, a conferma della scelta strategica di allargare i suoi canali di vendita ai marketplace internazionali. La società ha chiuso l’esercizio 2018 con un fatturato di circa 10 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto ai 4,9 milioni di euro registrati nel 2017. Il nuovo CEO di Brandon Group, Ilaria Tiezzi, coordina un team di 23 risorse, per consolidare e accelerare questo trend di crescita.
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Intervista a Ilaria Tiezzi CEO di Brandon Group
Lei è stata chiamata a consolidare e accelerare il trend di crescita di Brandon Group. Quali sono i punti di forza della realtà in cui arriva?
Un punto di partenza fondamentale è la nostra piattaforma tecnologica, che ad oggi costituisce un vantaggio competitivo che però puntiamo a potenziare in modo sostanziale anche grazie a un piano d’investimenti importanti. Vogliamo rendere questa piattaforma un vero e proprio volano anche di automazione e scalabilità nei volumi, che in questo momento stiamo tracciando a livello giornaliero. La piattaforma è un abilitatore di una relazione in real time che integra tutta la filiera del valore sulla quale siamo, quindi a partire da un’integrazione a monte con i nostri clienti che sono i fornitori fino alle piattaforme distributive a valle della filiera, ma anche tutti quelli che sono i nostri partner. Noi offriamo un servizio che parte da un’analisi del potenziale che hanno i nostri clienti mercato per mercato, piattaforma per piattaforma, fino a una digitalizzazione del loro catalogo e un caricamento sulle varie piattaforme. Insomma, una gestione degli ordini che include pagamento, logistica e customare care. Grazie alla piattaforma questo flusso informativo viene reso quanto più possibile automaticamente in real time, concentrando il nostro supporto nell’offrire dei servizi a valore aggiunto che massimizzino il ritorno dei nostri clienti sull’investimento per affrontare le vendite online con il supporto di Brandon Group.
L’altro vero vantaggio competitivo è la nostra esperienza, che abbiamo maturato negli anni di conoscenza approfondita del mercato dell’e-commerce, soprattutto a livello internazionale, con delle relazioni privilegiate e ormai consolidate con tutti gli attori della filiera. Con il supporto di Brandon Group i nostri clienti passano in poche settimane da essere aziende monocanale, quindi generalmente retail e monopaese, ad attori internazionali con un time to market straordinario.
Il commercio online continua la sua crescita. È un’onda inarrestabile o arriveremo ad una fase di eventuale saturazione del mercato? E quali sono i pro e i contro?
Direi che la saturazione anche laddove avvenisse è sicuramente lontana dall’arrivare al suo massimo potenziale, tanto più in un mercato come quello italiano e anche europeo. Quello che progressivamente si sta vedendo è un consolidamento dei mercati più maturi. La percentuale a regime di vendita online è diversa da categoria a categoria e da Paese a Paese. Quello che noi stiamo facendo è dare un servizio aggiuntivo che aiuta il cliente a cogliere il valore che si può trarre data quella percentuale massima raggiungibile. Devo ammettere che il mercato italiano offre dei grandi spazi di crescita in tutte le categorie perché il comportamento degli italiani è ancora in evoluzione. Lo spazio di crescita è molto ampio proprio nel campo della fruizione di piattaforme online per l’acquisto di prodotti ad ampio spettro.
Obiettivo di Brandon Group è raggiungere un fatturato di oltre 50 milioni di euro nei prossimi tre anni. Come intendete farlo?
Diciamo che 50 milioni sicuramente non sono un’ambizione velleitaria. Il tasso di crescita che Brandon ha avuto negli ultimi è straordinario, con un raddoppio anno su anno, soprattutto da quando la società ha fatto la scelta strategica di avviare le piattaforme online sulle quali vendere i prodotti dei propri clienti. La crescita va perseguita attraverso 3 grandi ritmi di crescita organica: crescita da un punto di vista geografico, ampliamento delle categorie prodotto, ampliamento delle piattaforme. Obiettivo è quello di cogliere il valore sottostante al business model attuale. Si tratta di una crescita legata all’allargamento del ventaglio di servizi che possono essere offerti, quindi anche con business model diversi legati a servizi di valore aggiunto.
Purtroppo viviamo in un mondo che fa ancora fatica a vedere una donna in una posizione di leadership. Qual è la sua esperienza? E quali sono le differenze con l’estero visto che ha lavorato anche a Londra?
Nel mio percorso nell’ambito della consulenza strategica la componente femminile ha sempre rappresentato una percentuale minoritaria. Detto questo, a fronte di professionalità e di una selezione attenta di quelle che potevano essere le realtà su cui investire, nel mio percorso ho avuto un riscontro assolutamente positivo. Non nego che il rientro da Londra ha coinciso con la maternità, sono tornata in Italia a seguito di una decisione presa con mio marito. Vivevo e lavoravo a Londra, partivo il lunedì mattina alle 7 e tornavo il venerdì alle 22. Ho fatto questa vita per quasi 3 anni insieme a mio marito. È fondamentale avere a fianco una persona che ti sostiene, è un elemento imprescindibile per mantenere un equilibrio tra la vita privata e la carriera professionale. Quando abbiamo scoperto di aspettare un bambino abbiamo fatto una valutazione comparativa e deciso di credere che l’Italia fosse il paese giusto su cui investire. Al rientro della maternità mi sono affacciata al panorama professionale del mercato italiano auspicando di avere soddisfazioni, sperando che il background contasse più di quello che poteva essere percepito nella scelta di una donna in un ruolo dirigenziale. Mi ha sorpreso positivamente la fiducia che mi è stata data. Dal mio punto di vista sono dei germogli molto interessanti nel mercato italiano, e devo dire che gli investitori che sono entrati in quest’ultimo round, ma anche tutta la compagine di azionisti di Brandon, ha accettato positivamente l’ingresso di una donna alla leadership, dopo un periodo molto lungo e di grande successo di un’altra donna alla guida del gruppo. Quindi un’alternanza positiva e assolutamente auspicata anche dagli investitori.
Il gender gap è un tema che sta molto a cuore a StartupItalia. Su cosa secondo lei bisogna lavorare per cambiare questo trend mondiale?
Io sono una fautrice del leading by example: quotidianamente nella mia attività cerco di rappresentare quanto più possibile i valori che mi caratterizzano, sono aperta a valutare le persone sulla base del merito in modo indipendente dalla prospettiva di una futura maternità, perché fondamentalmente è di questo che stiamo parlando. Il ruolo che ricopro dal mese di ottobre in Brandon ha portato da parte mia a delle scelte interne organizzative: stiamo investendo molto internamente nella crescita, e le due persone che hanno avuto risultati migliori in questa riorganizzazione sono proprio due donne. Questi sono segnali che contribuiscono a cambiare la mentalità dalla base: quando si rispettano i principi etici, filosofici e gli ideali, quando si inizia far vedere che a seguito delle parole seguono azioni concrete, coerenti, giustificate, rendendo trasparente la modalità di selezione, è chiaro che è in corso un cambiamento culturale che porterà frutti nel lungo termine.