Il progetto innovativo di Andrea Pozzi ha l’obiettivo di aiutare le aziende manifatturiere italiane ad adottare con successo le innovazioni tecnologiche che rivoluzioneranno le fabbriche
Nel Parco Scientifico e Tecnologico di Rivalta Scrivia, vicino ad Alessandria, alla fine del 2016 si è costituita Smart Factory, startup che ha l’obiettivo di favorire e abilitare l’innovazione nel mondo dell’automazione industriale traducendo dalla teoria alla pratica i benefici attesi, promessi e anche discussi dell’Industria 4.0. Proprio così, diversamente da come avviene di solito, con Smart Factory non sono le grandi corporate che si mettono sulle tracce delle startup ma è un progetto innovativo che si mette a disposizione delle grandi imprese. Insomma, una startup non solo attiva in ambito industriale e nel settore B2B, ma integrata nel settore. «Crediamo che il nostro vantaggio competitivo verta proprio sul cambio radicale di paradigma nella progettazione e sviluppo delle nostre Smart Factory – spiega Andrea Pozzi, ingegnere co-founder di Smart Factory (nel team anche Carlo e Lucia Tagliabue) – a differenza dei tradizionali produttori di automazione, che hanno una natura prevalentemente meccanica, noi siamo un’azienda nella quale l’informatica è al pari della meccanica. Per questo le nostre macchine sono innovative, perché sono ideate partendo dal software, al quale adattiamo le parti meccaniche, e non viceversa». Al momento Smart Factory sta realizzando la sua prima commessa, una macchina di assemblaggio per un grosso gruppo industriale nel settore del packaging, che prevede l’integrazione di una tecnologia non convenzionale per la formatura dell’alluminio. Ne abbiamo parlato proprio con Andrea Pozzi.
Andrea, che cosa fa Smart Factory?
«Smart Factory è una newcomer nel settore dell’automazione industriale. L’avvento dell’Industry 4.0 sta aprendo un varco a innovatori come noi che hanno competenze meccatroniche. Il nostro vantaggio competitivo sta nel cambio radicale di paradigma nella progettazione e sviluppo delle nostre macchine.
A differenza dei tradizionali produttori di automazione, che hanno una natura prevalentemente meccanica, noi siamo un’azienda nella quale l’informatica è al pari della meccanica.
Per questo le nostre macchine sono innovative, perché sono ideate partendo dal software, al quale adattiamo le parti meccaniche, e non viceversa. Questo comporta notevoli vantaggi: le nostre macchine sono flessibili, riprogrammabili, energeticamente più efficienti, meno ingombranti, e interconnesse in cloud al 100%».
Perché proprio l’Industria 4.0?
«Perché è quello che sappiamo fare. Siamo un team che nasce meccatronico, siamo ingegneri meccanici e informatici, che hanno oltre 30 anni di esperienza cumulata nella ricerca e sviluppo di processo di grandi multinazionali. Sappiamo programmare, analizzare i Big Data, creare software di visione e realtà aumentata. Ma sappiamo anche come si costruisce una linea di produzione, come si assembla un prodotto complesso come un tappo antiriempimento, un mascara, un prodotto farmaceutico, come si disegnano componenti meccaniche ed elettriche in 3D.
L’industria 4.0 è il sogno in cui crediamo. La nostra mission è quella di aiutare le aziende che ancora non ne conoscono le tecnologie e i benefici ad affrontare con successo la transizione e rimanere competitivi.
Che intendete per Industria 4.0?
«La definizione corretta di Industria 4.0, coniata da Angela Merkel, la definisce come “la trasformazione completa dell’intera sfera della produzione industriale attraverso la fusione della tecnologia digitale e Internet con l’industria convenzionale”. Noi solitamente facciamo un paragone con la storia recente, per far capire a tutti di cosa si tratta: l’Industry 4.0 è la rivoluzione copernicana delle fabbriche, paragonabile a quello che è stato all’avvento degli smartphone per la telefonia cellulare. Smart Factory è uno smartphone, gli impianti di automazione tradizionale un Nokia. L’industry 4.0 renderà più semplice, monitorabile, customizzabile, flessibile, e cloud controlled le linee produttive, integrandole con gli ERP aziendali e con il controllo qualità, offrendo la possibilità di fare meglio ciò che si fa oggi, e non solo».
Parliamo delle tappe della startup.
«Esistiamo da pochissimo, ma dal primo giorno siamo convinti che gli elementi chiave per avere successo siano saper innovare e saper vendere. Per questo abbiamo già un ordine da evadere e fino a settembre saremo concentrati alla costruzione del nostro primo impianto. Entro la fine del 2017 l’obiettivo è quello di ultimare la nostra prima macchina demo, con 3 o 4 stazioni prototipo, completa di un dimostratore per alimentazione flessibile. Il 2018 sarà un anno di consolidamento, nel quale prevediamo di potenziare il team di produzione, la rete commerciale e consegnare almeno 4 impianti. A partire dal 2018 abbiamo in programma di lanciare un concetto rivoluzionario nel mondo dell’automazione, ovvero offrire le nostre macchine di automazione as-a-service. La flessibilità delle nostre soluzioni e la notevole riduzione di guide meccaniche ci consentirà di dare le nostre macchine in affitto, a fronte di una fee mensile, per facilitare le aziende nelle fasi di prototipazione, test, o erogazione di piccole commesse».
Da chi è composto il team?
«Ad oggi il team è composto dagli ideatori di Smart Factory: Carlo Tagliabue, ingegnere meccanico con un passato alla Boston Univeristy e in spin-off della Bill & Melinda Gates Foundation, da me (sono un ingegnere delle telecomunicazioni e imprenditore nel software) e da Lucia Tagliabue, bocconiana con esperienza nella consulenza strategica, che si occupo di tutti gli aspetti manageriali dell’azienda. Pensiamo di avere il giusto mix di competenze, siamo giovani, ma con alle spalle un bagaglio di esperienza che ci rende credibili e affidabili».
Smart Factory si è cosituita alla fine del 2016, a che punto siete ora?
«Siamo sotto stress, in piena fase di crunching. Stiamo correndo perché è tassativo rispettare i tempi di consegna. Non abbiamo neanche un minuto di tempo libero in questi giorni. Vi aspettiamo a settembre però, per l’inaugurazione ufficiale di Smart Factory. Stiamo organizzando una presentazione ufficiale delle nostre macchine a settembre, per far vedere a un gruppo selezionato di interessati di cosa sono capaci le nostre macchine».
Come si sostiene il vostro progetto?
«Per il momento abbiamo potuto contare sulla fiducia dei nostri familiari e amici, che hanno creduto in noi e ci hanno permesso di partire. Facciamo parte del percorso di accellerazione di REP Piemonte, una rete di imprenditori che supportano le startup del territorio locale a sviluppare il proprio business e ad accedere a finanziamenti bancari agevolati. Nel 2019, per il lancio del servizio as-a-service, avremo probabilmente bisogno di raccogliere una tranche di finanziamenti da parte di VC o investitori industriali, ma prima di quella fase stiamo optando per un finanziamento bancario agevolato».