Il crollo a Wall Street di ottobre, la risalita di luglio a cavallo del raddoppio dei ricavi. E un unico obiettivo: fare utili. Twitter, come Facebook prima di lui, è nella delicata fase in cui bisogna monetizzare a tutti i costi il forsennato cinguettare dei 271 milioni di utenti mensili. Il terzo trimestre dell’anno in corso, per farsi un’idea della necessità di fare cassa, si è chiuso con una perdita netta di 144,6 milioni di dollari, in aumento rispetto ai 42,2 milioni dell’anno precedente. Questa infografica dà un’idea perfetta dell’urgenza della situazione anche rispetto agli altri attori del settore. E Twitter, infatti, corre: sono tre le mosse più importanti degli ultimi mesi.
E-commerce
L’annuncio, anticipato dalla solita pioggia di indiscrezioni, è freschissimo. Twitter sta testando negli Stati Uniti il pulsante “Buy” (da noi diventerà Compra) per acquistare direttamente da un tweet. Come funziona? Il microblog si è appoggiato alla startup Stripe (ne abbiamo parlato qui) per accettare i pagamenti direttamente all’interno della sua piattaforma. Quando vedremo scorrere un cinguettiio di Burberry o della cantante Demi Lovato, fra i partner di Twitter in questo test, con una proposta commerciale o un’offerta ,che presumibilmente saranno pensate in modo specifico per sfruttare le onde che si creano su Twitter a cavallo dei vari argomenti, potremo cliccare sul messaggio e completare l’acquisto senza dover cambiare pagina. L’appetibilità per i marchi è ovvia. Lato utente la possibilità di seguire l’istinto senza rischiare di perdersi lo spunto appena intravisto può rivelarsi interessante, a patto di non prenderci troppo la mano.
Great idea, but the worst for my credit card RT @martinapennisi: Testing a way for you to make purchases on Twitter https://t.co/3xlcLkm1vr
— Gianluca Di Tommaso (@gditom) September 8, 2014
Il test verrà effettuato sui sistemi operativi mobili iOs e Android. Ancora non ci sono notizie sulla diffusione del servizio nel resto del mondo, ma probabilmente non passerà molto tempo.
Le statistiche
Una mossa che nelle prime ore è sembrata quasi un boomerang: Twitter ha aperto a tutti (Italia compresa) le sue statistiche Analytics. I risultati farebbero crollare l’ego di chiunque: il numero di persone raggiunte con le proprie esternazioni in azzurro è lontanissimo, in negativo, da quello dei follower. La volontà del microblog non è ovviamente quella di scoraggiare l’utente medio, ma di far capire ai marchi che per ottenere visibilità bisogna investire. Punto direttamente collegato a quello precedente: vuoi far vedere alla maggior parte dei tuoi follower, e al resto della twitter-sfera contando sui re-tweet, il tuo tweet con l’offerta speciale? Compra la pubblicità. Facebook e le sue continue modifiche dell’algoritmo insegnano.
Pubblicità alla portata di tutti
A proposto di investimenti, Twitter ha deciso di mettere a disposizione dell’intera utenza la piattaforma Ads self-service. Questo vuol dire che aziende di tutte le dimensioni ma anche singoli iscritti potranno investire somme di diversa entità per promuovere i propri contenuti e incoraggiarne la visibilità. Anche in questo caso, il precedente di Facebook fa ben sperare.