Sassoli: «Non accettiamo passi indietro sul piano di aiuti per gli Stati maggiormente colpiti dal Coronavirus»
Nessuno di noi vorrebbe essere nei panni del belga Charles Michel, costretto a sovrintendere un Consiglio europeo cruciale. Forse persino storico. E già destinato a concludersi con una deludente fumata nera, dicono i beninformati. Perché oggi dovrebbe essere il giorno del Next Generation Eu, quel piano di aiuti strutturato dalla Commissione europea, un po’ prestiti un po’ finanziamenti a fondo perduto studiato per dare una mano soprattutto a Italia, Francia e Spagna, i Paesi più colpiti dall’emergenza sanitaria pandemica. Ma il Recovery Fund non piace affatto né ai Frugal Four capeggiati dall’Austria né agli Stati del Gruppo di Visegrád condotti dall’Ungheria. I primi temono di pagare con le proprie tasse il mostruoso debito pubblico italiano, i secondi lamentano di non ricevere denaro a sufficienza.
Sassoli: «Next Generation Eu è la base minima di partenza»
Come di consueto, il vertice, nella forma ancora della videoconferenza per i ben noti motivi sanitari, è stato introdotto dalle dichiarazioni del presidente dell’Europarlamento, David Sassoli. Dichiarazioni che questa volta suonano più come un auspicio: «Non accetteremo nessun passo indietro» sul Next Generation Eu che per il Parlamento europeo costituisce «una proposta ambiziosa» per il rilancio dell’Unione europea.
Sassoli ha scandito che il Recovery Fund, per l’istituzione che rappresenta, «è la base minima di partenza». «Intervenire solo con prestiti – ha avvertito – avrebbe conseguenze asimmetriche sul debito dei singoli Stati membri e sarebbe più costoso per l’Unione nel suo insieme».
L’Austria si mette di traverso
Intenzionata a muover guerra al Consiglio europeo, impedendo qualsiasi risoluzione e puntando al compromesso a ribasso Vienna. «La crisi del Covid va affrontata senza ipotecare il futuro dell’Ue», ha detto oggi il ministro austriaco delle Finanze, Gernot Bluemel, in un’intervista alla Stampa in cui ribadisce che il governo di Sebastian Kurz non intende fare in modo che l’Austria si accolli parte del debito italiano. «Da noi c’è massima solidarietà. Quella che rifiutiamo è un’Europa del debito. Dopo la crisi del Covid è necessario un rinnovato impegno verso politiche di bilancio sane e una riduzione del debito», ha aggiunto.
I Frugal Four
«Siamo sempre pronti a negoziare, ma non possiamo accettare questo piano. I contribuenti austriaci pagherebbero troppo e troppo a lungo: con la proposta attuale della Commissione europea, aumenterebbe del 50% la quota che dobbiamo versare all’Ue», sottolinea. Inoltre «il Recovery Fund verrebbe rimborsato nel prossimo quadro finanziario europeo. In questo modo Bruxelles vorrebbe far credere che gli aiuti siano gratis, ma non è così. Tutti dovremo pagare questa enorme montagna di debiti per 30 lunghi anni», ha ribadito Bluemel.