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Si chiama Affirm, che in inglese vuol dire “affermare”. E più che il nome di una startup è un imperativo categorico. Una di quelle cose che si pone come spartiacque, come dire “ok, fino ad oggi c’erano loro, adesso ci siamo noi”. Il founder è un nome noto nel mondo del fintech. Max Levchin, il programmatore di origini ucraine che, a soli 23 anni, con Peter Thiel, Elon Musk, Luke Nosek e Ken Howery nel 1998 ha fondato Confinity, l’embrione che darà vita a PayPal. Adesso, con un patrimonio di oltre 300 milioni di dollari Levchin si butta in un nuovo business a metà tra il lending e le carte di credito, che in pochissimi mesi ha chiuso round uno dopo l’altro.

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Così Affirm rottamare le carte di credito

Una delle obiezioni più forti alla startup è il confronto con le carte di credito revolving, che come si sa offrono una somma di denaro da restituire con rimborsi mensili. E quale sarebbe, allora, il valore aggiuntto della startup? Levchin risponde alle critiche evidenziando come le due cose siano molto diverse. A differenza delle carte di credito, «Affirm non prevede penalità nei ritardi nei pagamenti, come interessi composti (è quel tasso di interesse che viene sommato al capitale iniziale, ndr)» spiega Levchin a TechCrunch. In più il Ceo di Addirm punta molto sulla trasparenza degli interessi: sul sito della startup, infatti, è possibile capire in anticipo quale sarà l’interesse su un acquisto.

Nel futuro? Un hub di servizi finanziari

Oggi gli utenti usano in media il servizio poche volte all’anno per fare acquisti importanti. L’idea di Levchin è di espandere Affirm a prodotti che le persone usano abitualmente ed è per questo che la startup è alla ricerca di accordi con grandi catene come Target e Walmart. Ma il founder di PayPal sa bene che anche se le abitudini degli utenti della piattaforma cambieranno è difficile che facciano prestiti per acquisti inferiori a una certa cifra e anche ipotizzando una dozzina di acquisti all’anno, la piattaforma sarebbe usata una volta in mese in media da ogni cliente.

Quindi la soluzione per favorire un uso quotidiano della piattaforma sarà l’aggiunta di altri servizi finanziari, come lascia intendere Levchin che, tuttavia, non svela oggi come e cosa potrebbero essere. TechChrunch, ad esempio, immagina nuovi tool come software che aiutano i giovani utenti a gestire i loro risparmi o ad aiutarli a prendere le giuste decisioni in materia finanziaria. Ma sono solo indiscrezioni. Però, unendo i puntini…

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Però a noi più che una startup sembra uno spin-off di PayPal

Follow the money, si dice. E a ben vedere l’ultimo round da 100 milioni (!!!) la startup di Levchin lo ha chiuso con Peter Thiel, il patron di PayPal. Levchin, peraltro, non ha mai lasciato l’azienda di pagamenti, anzi, mantiene un ruolo chiave nel board di PayPal: Cto. Vuoi vedere che alla fine Affirm, nei fatti, sia un tentativo di spin-off del colosso dei pagamenti digitali, che vorrebbe e potrebbe aggredire il mercato del lending? Noi, intanto, gli auguriamo tanta fortuna. E continuiamo a seguire i soldi.

Aldo V. Pecora
@aldopecora