Per il Governo, nel 2020 il prodotto interno lordo crollerà a -8%, mentre il deficit schizzerà a +10,4%
Alla fine della pandemia avremo un debito pubblico ancora più mostruoso di quanto già non fosse prima. È naturale: il PIL è destinato a crollare, la spesa pubblica sta impazzendo nel tentativo di salvare imprese, famiglie, autonomi e indigenti. Alla fine della pandemia, volessimo ripianare una volta per tutte la voragine del bilancio, dovremmo metterci oltre 43mila euro ciascuno. Neonati inclusi.
Debito pubblico, le stime del governo
Il contatore del debito pubblico dell’Istituto Bruno Leoni continua a ticchettare inesorabilmente. Non sembrano esserci grandi variazioni rispetto al passato.
Ciò che è cambiato è il fatto che adesso, a certificare l’esplosione del debito, non sono più solo gli enti indipendenti, ma il Governo. Già, non c’è mai stato esecutivo che non si fosse ripromesso di abbassare e ridurre la zavorra che ci portiamo dietro dal Secondo dopoguerra. Adesso non è più così.
E non potrebbe essere altrimenti, dato che ciò che ci ha travolti è un imprevisto dalla portata significativa e dai contorni ancora poco chiari. Siamo del resto alla vigilia della più grande crisi economica della storia della Repubblica, della più importante manovra (55 miliardi, da sommare ai 25 del Cura Italia) della storia della Repubblica e ci è appena arrivato tra le mani il DEF più “nero” e pessimista della storia della nostra Repubblica. Insomma, il momento è di quelli storici. E pure drammatici.
Cosa dice il DEF?
Il Documento di Economia e Finanza varato oggi, dopo un consiglio dei Ministri di tre ore, presenta una gragnuolata di numeri pesanti come grandine, indigesti come sassi. Il decreto Aprile che il Governo sta progettando per salvare il Paese richiederà un deficit aggiuntivo (il primo, appunto, era stato messo a segno col Cura Italia) che sarà pari a 55 miliardi, cioè il 3,3% del PIL e non si fermerà lì perché avrà una ricaduta dell’1,4% del prodotto interno lordo sul 2021, con un fabbisogno che dovrebbe superare i 161 miliardi. In parole povere, il nostro fabbisogno sarà di 160 miliardi. E il prodotto interno lordo crollerà a -8%, mentre il deficit schizzerà a +10,4%. Se tutto ciò fosse un barometro, segnerebbe la tempesta perfetta. Perché il debito pubblico è destinato a portarsi al 155,7% del PIL e ad avvicinarsi a 2.600 miliardi o, se preferite il counter del Bruno Leoni, 2.600.000.000.000.