Una decisione improvvisa, il country manager di Zomato ha lasciato il suo posto e ora si dedicherà ad altro: «Voglio crescere ancora, in altri settori»
Guk Kim lascia la guida di Zomato Italia a poco più di un’anno dall’exit della sua Cibando. Era il dicembre 2014 quando la società indiana di ricerca di ristoranti aveva scelto Zomato per espandersi in Italia, comprandosi il suo mercato. Una cifra mai rivelata che però ha portato tutto il team di Cibando a diventare Zomato. Facendo un grande salto di qualità e diventando parte di una multinazionale con oltre 2000 dipendenti nel mondo e 22 milioni di utenti dichiarati. Ora Kim, coreano di origine, partenopeo di adozione, romano di formazione e milanese da quando ha deciso di lanciare lì la sua startup, dice di volersi dare a nuove sfide. Abbiamo raccontato qui la sua storia, personale e imprenditoriale un anno fa. Oggi un cambio, netto, inaspettato, tanto quanto giusto qualche giorno fa lo è stato quello di Pizzabo, altra exit che ha fatto molto discutere nei primi mesi del 2015, periodo fortunatissimo per le startup del food italiane, venduta da Rocket Internet a Just Eat. Guk Kim, 28 anni, si leva la casacca di country manager della multinazionale indiana quindi. E lo fa per dedicarsi a nuove e non meglio precisate avventure imprenditoriali. Da notare che il cambio avviene in un momento in cui Zomato non se la passa benissimo. L’azienda è in ancora in salute, ma il 2015 è stato molto al di sotto delle aspettative. Come ha detto lo stesso ceo Deepinder Goyal in un post che vi abbiamo riassunto qui. Troppi investimenti, troppo affrettati. Ora quell’hype sembra scemare. E il cibo, l’ultima parte dell’onda della digitalizzazione come la definì Paolo Cellini in una nostra intervista, sembra scemare. Ad un anno del suo punto più alto. Abbiamo sentito Guk Kim mentre è a Londra.
Un’avventura durata solo un anno, perché lasci Zomato?
Lascio Zomato per volontà di crescere ancora di più, abbracciando altri settori. Come imprenditore sento il desiderio di apprendere, di sperimentare e di crescere ancora professionalmente e questo mi sarà possibile solo proseguendo un percorso anche in altri ambiti. Saluto Zomato con un “grazie” che racchiude davvero mesi e mesi di lavoro, di apprendimento, di sperimentazione e di sviluppo, sperando di aver aiutato questa multinazionale a porre delle solide basi in Italia.
Ci racconti come è maturata questa decisione?
E’ stata una decisione meditata a lungo e anche quando l’ho comunicato al management di Zomato l’ho fatto con molti mesi in anticipo. Credo che quando l’azienda è tua puoi anche fare decisioni di pancia, ma quando si è dentro una azienda alcune decisioni se fatte male può avere ripercussioni sul team e sul lavoro degli altri. Per questo motivo è stato importante che la decisione sia stato fatto in modo consapevole e frutto di varie riflessioni. Io ho lasciato la mia posizione all’interno dell’azienda nelle mani di Elena Zucco, con cui lavoro da anni e che ha vissuto con me tutto il viaggio di Cibando e l’arrivo di Zomato. Lei è la persona adatta a proseguire questo percorso.
Il tuo team è quello che ti accompagna da anni, da quelli di Cibando. Come gli hai comunicato la tua scelta?
Alla fine di uno dei nostri “big fat meeting” settimanali ho dato la notizia della mia decisione. Li chiamiamo così proprio perché cerchiamo di condividere con tutta l’azienda tutto quello che succede in modo trasparente.
Come l’hanno presa?
Alcune persone che mi conoscono da tempo hanno capito la mia decisione. Altri sono rimasti un po’ sorpresi dalla mia scelta ma hanno capito le ragioni delle mie dimissioni. L’importante era lasciare l’azienda in modo più ordinato possibile.
Cosa farai adesso?
In questo momento sto valutando professionalmente quale potrebbe essere il mio prossimo “viaggio”. Spero di poter dare notizia al più presto.
Una cosa forse puoi dircela, ti occuperai ancora di startup del food o ti altro?
L’idea è quella di entrare e immergersi in un altro settore diverso dal food, proprio per la volontà di provare e sperimentare nuovi ambiti, nuove dinamiche, nuovi processi, restando comunque all’interno di realtà molto innovative.
Arcangelo Rociola
@arcamasilum
Foodtech, 7 cose imparate dagli errori del 2015 (parola di Zomato)
Il ceo e fondatore di Zomato, Deepinder Goyal, ha fatto un bel respiro, si è piazzato davanti a una tastiera e ha scritto un post nel quale appunta le “lezioni del 2015”, “un anno che ci ha insegnato molto”.
1- Non avere fretta di scalare
Nel 2015 Zomato ha accelerato sul pedale delle acquisizioni. Con Urbanspoon ha triplicato la sua area d’azione. Il passo è stato troppo lungo…