La quasi totalità dei manager presenti a Villa d’Este e collegati da tutto il mondo (90,5%) ritiene che l’Italia debba avvalersene. Solo il 6,4% lo giudica non idoneo
È un sondaggio il cui risultato non lascia certo la porta aperta ad altre possibili interpretazioni, quello svolto tra la platea del Forum Ambrosetti, in corso a Cernobbio. La quasi totalità degli imprenditori presenti chiede infatti che il governo acceda alla linea di credito del MES, che pure spacca ancora adesso il mondo politico, con la maggioranza dilaniata (PD lo vuole, M5S no) e l’opposizione in piena labirintite (FDI e Lega lo demonizzano, FI lo chiede a gran voce).
Ambrosetti, il risultato del sondaggio
Ma andiamo con ordine. Anzitutto, i risultati del televoto condotto durante la seconda giornata di lavori del Forum Ambrosetti rivelano che la stragrande maggioranza dei presenti (e di coloro che sono collegati) ha una visione sostanzialmente fiduciosa sul Recovery Fund: come emerge dal 55,4% che lo giudica positivo, mentre per il 42,9% rappresenta un passo nella giusta direzione, ma perfettibile di miglioramenti.
Per quanto riguarda il MES, il Fondo salva-Stati nella sua ultima declinazione, ovvero come strumento per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 e sovvenzionare le spese sanitarie dirette e indirette degli Stati che ne chiedano l’accesso, la quasi totalità (90,5%) dei manager presenti a Villa d’Este e collegati da tutto il mondo ritiene che l’Italia debba avvalersene. Solo il 6,4% lo giudica non idoneo.
Un invito ad agire di cui il governo dovrà tenere conto, dato chi lo firma. In più, intervenendo a Cernobbio, il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha ribadito che sarebbe un errore rinviare il MES in attesa del Next Generation Eu, dato che quei soldi non arriveranno tanto presto: «I fondi del Recovery fund arriveranno in primavera estate dell’anno prossimo».
Recovery sì, ma con condizionalità
Gentiloni ha poi posto per l’ennesima volta l’accento sulle condizionalità del Recovery Fund, ovvero sulle condizioni che bisognerà soddisfare per ottenere il prestito. «Bisogna prima avere dei piani che siano qualitativamente all’altezza della sfida che abbiamo – ha aggiunto -. La commissione non raccoglie dei soldi sui mercati e li trasferisce ai governi senza proferire parola. Noi dobbiamo coordinare questi piani nazionali per le grandi priorità. E questo per avere una Europa più sostenibile e più competitiva sui mercati internazionali». Secondo quanto detto da Gentiloni, invece, potrebbero essere disponibili già nelle prossime settimane i Fondi Sure (sempre un prestito), l’innovativa cassa integrazione comunitaria da utilizzare per arginare la disoccupazione.