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Ricavi ridotti. Normative stringenti. Un quadro macro-economico fragile. Clienti che cambiano abitudini e comportamenti. Le banche italiane sono in crisi d’identità? Di sicuro si trovano davanti sfide importanti, e potrebbero uscirne vincitrici solo con un aggiornamento tecnologico e l’apertura verso le startup fintech. Argomentazioni familiari ai lettori di SmartMoney, fatte proprie e illustrate da Accenture nella quarta Retail Banking Conference.

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I nuovi “ferri del mestiere” digitali per le banche

“Per raggiungere una nuova sostenibilità e profittabilità, è necessario che le banche italiane evolvano il proprio modello di business per trasformare le strutture dei costi e dei ricavi”, sostiene Massimo Proverbio, Senior Managing Director dei servizi finanziari di Accenture. “È il momento di non farsi sfuggire l’opportunità di sfruttare le nuove tecnologie e munirsi delle competenze che saranno determinanti per il successo futuro”.

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Le prime: analytics, cognitive computing, Intelligenza Artificiale. Insomma, i nuovi ferri del mestiere per segmentare con precisione una clientela sempre più digitale, che interagisce con la banca in media 19 volte al mese, ma solo una volta mettendo piede in una filiale. Di conseguenza, la presenza sul territorio è da ripensare. E per mantenere una leadership digitale servono competenze di nuovo tipo, spesso da trovare fuori dall’ambito bancario. Sempre con il pensiero sintonizzato all’ascolto della clientela: “La killer app del futuro sarà la relazione col cliente”, sintetizza Andrea Cardamone di Widiba.

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Le strategie per crescere (e non farsi rottamare)

Tecnologia e risorse umane sono i cardini su cui imperniare gli sforzi di cambiamento. Per raggiungere un nuovo equilibrio Accenture punta su acquisizioni e fusioni – concentrazione e redditività appaiono legate – e mutamenti nel modello di business e in quello operativo. Accenture pone l’accento sulla formazione del personale: “La prossima sfida è la trasformazione del capitale umano, non solo per le banche” sostiene Alberto Antonietti. “L’ultimo miglio, soprattutto sui business a valore, sarà ancora centrato sulle persone. La trasformazione del capitale umano deve avere, nei piani delle banche, la stessa importanza degli NPL (non performing loans, ndr)”.

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Numeri alla mano, c’è da preoccuparsi

Le coordinate per il futuro ci sono. E i numeri del presente? Quelli rendono tutto più difficile. La fotografia per l’Italia la fa Pierpio Cerfogli di Bper: “Il 70% delle fonti di ricavo delle banche sono in calo da 3-4 anni. Il 30% di revenue che rimangono ha una capacità di sviluppo del 10-15% per altri 3 o 4 anni”. Il quadro internazionale è preoccupante: il ROE (Return on Equity, in pratica i risultati economici) è sceso di 8.6 punti rispetto ai valori pre-crisi, il market cap è giù del 30% rispetto all’anno scorso – in Italia, giù del 53%, le borse nel tempo hanno perso fiducia nel settore.

Con la Psd2 commissioni a meno 40%

In Europa, si calcola che la direttiva Psd2 potrebbe far scendere le commissioni sui pagamenti del 40% circa. Come uscire dal guado? Le risposte di Accenture sono quelle esposte sopra, e vanno in una sola direzione: quella di diventare digital first. In mezzo, però, ci dovrà essere un ripensamento della struttura dei costi – in un Paese con il triplo delle filiali necessarie, sarà un passaggio per nulla facile né indolore.

Francesco Riccardi