A due anni di distanza dall’ultima edizione, è tornato nella città partenopea il format creato da Andrew Hyde per trasformare da un’idea a una startup nel giro di un fine settimana
Le Smart City al centro di Napoli Startup Weekend, con questa mission è tornato nella città partenopea, a due anni di distanza dall’ultima edizione, il format creato da Andrew Hyde per trasformare da un’idea a una startup nel giro di un fine settimana. È il 1098° Startup Weekend in Europa. L’appuntamento, che ha visto come scenario il Centro Polifuzionale NAGIOJA di Soccavo, IX municipio napoletano, andava a caccia di nuovi talenti e soluzioni smart per la gestione e l’amministrazione delle città: energia, trasporti, comunicazioni, manutenzione. Molte delle idee presentate dai giovani (in alcuni casi giovanissimi) partecipanti avevano il turismo come focus. Non poteva essere altrimenti in una città che dopo un trend negativo durato circa 6 anni (2004-2010) sta vivendo una stagione di rinascita, sfiorando ormai stabilmente i 3 milioni di presenze annue.
Ma a vincere è un progetto che prova a mettere insieme la community di chi fa del riciclo creativo una forma d’arte.
StartupItalia! c’era e ha seguito da vicino l’evento. Ecco i dettagli.
Distruggi l’idea
A volte, per fare vera innovazione è necessario distruggere per ricreare. È questa anche un po’ la filosofia di Startup Weekend. I ragazzi che sono arrivati venerdì pomeriggio al Napoli Startup Weekend avevano idee che spesso sono state smontate pezzo per pezzo. In alcuni casi sono state stravolte completamente: è il caso di un team che ha cominciato a ragionare sull’idea di un’audioguida digitale, per poi passare a un market place di contenuti sui siti di interesse in città, per poi finire a presentare l’idea di un’applicazione di matching tra guide turistiche, profilate secondo criteri più ricchi rispetto ai competitor, e turisti.
Ma la disruption arriva per tutti, anche per chi ha una buona idea ma deve restringere il proprio campo d’azione. Love the problem: individua un problema molto specifico a cui pensi di poter offrire una soluzione unica, innovativa. È quello che ha fatto il team di Pharm@home, tra i più premiati: all’inizio del percorso, l’idea era quella di un home delivery dei farmaci, in particolari situazioni di emergenza, a cui abbinare una chat con cui chiedere consigli ai farmacisti e un motore di ricerca per principio attivo. Una volta limata l’idea, il team ha scelto di concentrarsi in modo particolare sul delivery.
Fare networking
Un altro importante elemento dello Startup Weekend è la possibilità di fare networking, sia con gli altri partecipanti, che possono avere competenze che a noi mancano, sia con mentor, coach e speaker di rilievo. «Non ci conoscevamo prima di mettere insieme questo team e lavorare insieme: abbiamo avuto in questo modo la possibilità di incrociare competenze ed esperienze diverse per creare innovazione», è il commento che riecheggia più spesso quando proviamo a chiedere feedback ai tavoli da lavoro.
Gli speaker
Ad aprire i lavori, Alessandra Clemente, assessore ai Giovani e alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli, che ha anche patrocinato l’evento, insieme alla Regione Campania e Anea (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente). Clemente ha raccontato la nascita del centro NAGIOJA, dove a breve nascerà uno spazio in coworking.
Si entra nel vivo con la testimonianza di Luigi Strino, founder di PonyU, startup che nel 2015 si è piazzata seconda allo Startup Weekend napoletano e che da allora ha continuato a crescere (come ci racconterà il suo co-founder Raffaele Aprea, più avanti). A introdurre concetti, trend e filosofia alla base delle Smart City, Antonio Pescapè, professore del Dipartimento di Ingegneria elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione presso l’Università Federico II di Napoli. È stata poi la volta di Fabrizio Morrone, direttore generale dell’agenzia di comunicazione TUTTUU Adv, che ha introdotto ai partecipanti le migliori strategie per presentare e comunicare la propria idea di business.
È stata poi la volta di Roberto Castaldo, business coach e CEO di 4 M.A.N. consulting, che ha invece spiegato una formula di sua ideazione per raggiungere il successo: (Talento * Competenze * Marketing * Idee * Persone * Marketing) – Errori di Gestione. Il successo è quindi un mix delle 6 aree tra parentesi a cui sottrarre gli (inevitabili) errori di gestione.
Con Anna Ruggiero, fondatrice di crowdfunding formazione e consulente esperta in business e raccolte fondi online, i partecipanti hanno potuto giocare: creando la propria squadra di calcio, hanno sperimentato le migliori tecniche per coinvolgere le persone in un progetto condiviso.
A chiudere gli speech dello Startup Weekend, Valerio Pellegrini, docente di Culture Digitali presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II. Pellegrini ha provato a ‘immaginare’ il futuro delle città, indicando alcune direzioni possibili delle tecnologie applicate alle Smart City: la manutenzione, perché quando c’è di mezzo la tecnologia, qualcosa, prima o poi, si rompe; la motorizzazione, “tragedia contemporanea”, che sarà completamente rivoluzionata da innovazioni come le auto senza conducente.
I vincitori
La pitching session
Domenica sera: è il momento della verità. Dalle 18 c’è stata la pitching session conclusiva, durante la quale i 6 team hanno presentato le proprie idee di business, più o meno definitive. Il bello, qui, è vedere come i progetti, ma anche le stesse persone, si sono evolute nel corso della 3 giorni. Come un’idea grezza sia riuscita a diventare una più concreta possibilità di business. La giuria, presieduta da Federica Tortora, specialista per l’Innovazione nel Sud Italia presso Intesa Sanpaolo, è formata da esperti di varia estrazione: startupper, professori, coach e consulenti. Sono stati 3 i criteri su cui si è basata la valutazione delle idee presentate: Validation, Execution & Design, Business Model. AI primi 3 progetti d’impresa sono andati i premi più ambiti, a cui vengono affiancati una serie di riconoscimenti ‘fuori concorso’.
BeSafe
Al terzo posto si è piazzata BeSafe, Safety with a Tap. L’idea è di offrire a hotel e strutture ricettive un wearable, un bracciale in materiale ipoallergenico low cost da consegnare ai propri ospiti/clienti, per migliorarne la sicurezza. Si parte dal presupposto che dei 2,8 milioni di turisti che sono arrivati a Napoli nel corso del 2016, il 4% è stato vittima di un crimine violento. Con un semplice ‘tap’ sul bracciale, quindi, si può inviare un alert alle forze dell’ordine, che comunica anche la posizione del segnalatore tramite GPS. Si può inoltre inviare un segnale alla struttura ricettiva in caso di emergenze meno gravi: nel caso, per esempio, in cui ci si è persi. Per l’host i vantaggi sono di diverso tipo: il bracciale può essere infatti brandizzato e si può in questo modo garantire ai propri ospiti un’esperienza di viaggio di qualità. A BeSafe vanno 3 mesi di incubazione presso Campania NewSteel, primo incubatore certificato del Sud Italia, una borsa di studio (al 50%) per attività di coaching in 4 M.A.N., una postazione presso il coworking Re.work al centro direzionale di Napoli e la collaborazione nello sviluppo dell’applicativo front end da parte di Assodigitalia.
Pharm@home
Secondo classificato: Pharm@home, Medicine dove serve, quando serve, di cui abbiamo già accennato. L’idea finale è quella di un marketplace dove è possibile ordinare farmaci via app, quando si è impossibilitati a muoversi da casa. Il contatto diretto è con le farmacie a cui viene offerta una vetrina e, se necessario, un’adeguata copertura logistica di trasporto e consegna. Il modello di business è di tipo freemium con la possibilità di accedere gratuitamente a una serie limitata di servizi, mentre chi sottoscrive un abbonamento ha accesso alla gamma completa. Anche per le farmacie è prevista una fee del 3% sul venduto. Al team di Pharm@home vanno: il 100% della borsa di studio 4 M.A.N., percorso di consulenza di Startup Europa per l’accesso ai bandi di Invitalia e Smart&Start, 80 ore di consulenza presso Pushapp, società di sviluppo applicazioni napoletana e 500 Stellar Lumens, la criptovaluta di Sellar.
Sheralo
Primo, Sheralo: applicazione che vuole mettere in contatto chi fa riciclo creativo con chi ha invece materiali di scarto di cui non può o non riesce a liberarsi. L’idea è partita da un’esigenza concreta del suo creatore, Francesco Marinelli: il problema per chi, come lui, crea oggetti artigianali a partire da materiali di scarto, è spesso la difficoltà di reperimento dei materiali. Un problema molto sentito tra artisti e artigiani che lavorano con materie prime seconde. Ci racconta di più lo stesso Francesco, insieme al suo team, in questa video-intervista:
Per fare un bilancio del Weekend abbiamo invece sentito Antonio Russolillo, main organizer dell’evento, coadiuvato da un team di giovani appassionati professionisti di innovazione e business.
No Talk, All Action
Per chi non conoscesse il format, lo Starup Weekend ha l’obiettivo ambizioso di mettere insieme idee di innovazione, competenze traversali, in un percorso di appena 54 ore, in cui si passa da ‘acerbe’ idee di business a vere e proprie startup. Funziona così: gli iscritti, che non sempre si conoscono tra loro (anzi, quasi mai) arrivano il venerdì pomeriggio e chi vuole può presentare la propria idea. Alla fine di questa prima sessione si formano i team che da quell’idea originaria dovranno sviluppare una vera e propria impresa, che presenteranno con un pitch a una giuria di esperti. I “vincitori” si portano a casa premi da enti di formazione, possibilità di incubazione e così via. Tutti, durante la 3 giorni, hanno poi la possibilità di assistere a sessioni di coaching ed essere seguiti da mentor che li guidano nel percorso di accelerazione. Tra le iniziative più interessanti, Get Out of the Building: ai team viene chiesto di uscire dal palazzo e confrontarsi con il proprio consumatore-tipo per validare l’idea.
Il ritorno dell’ex: Raffaele Aprea di Pony
La startup Ponyu è un esempio di come Startup Weekend possa diventare un format di successo. I creatori hanno partecipato all’edizione napoletana nel 2015, una partecipazione che li ha portati in H-Farm e poi diffondere il proprio servizio di pony express smart in 5 città italiane.
A un passo dallo sbarco del servizio in importanti capitali europee, Raffaele Aprea, cofondatore di Ponyu trova il tempo di tornare “alle origini”. È giudice di questa edizione del Napoli Startup Weekend e ha dato una mano ai team con la sua attività di mentoring. Ci ha dedicato qualche minuto, per raccontarci come lo StartUp Weekend ha aiutato il successo di PonyU.
«PonyU è una startup nata nel 2015 da Startup Weekend Napoli. All’inizio dell’evento, una parte del gruppo era già costituita, a cui poi durante la tre giorni si sono aggregate altre persone, tra cui me. Siamo quindi molto legati a questo format e in particolare a Napoli Startup Weekend. Ci ha dato non solo l’opportunità di conoscerci, ma anche di farci notare da H-Farm: uno dei membri era presente all’evento, gli siamo piaciuto e ci ha dato l’opportunità di presentare con loro il nostro pitch. Ed è andata benissimo: PonyU è stata poi accelerata da H-Farm. Finita l’esperienza al camp di H-Farm, abbiamo avviato una partnership importante con Just Eat, a Napoli. Nel giro di un anno, abbiamo aperto PonyU in 5 città italiane. Il nostro software è stato poi utilizzato da altre aziende di logistica in altre 6 città. Entro settembre saremo anche su Parigi e stiamo per chiudere con Madrid».
GENNARO SANNINO