Perché i notai hanno deciso di ricorrere al Tar per impedire la creazione di startup online in un click, la decisione del consiglio
E’ tutto vero. Al Consiglio Nazionale del Notoriato confermano il ricorso al Tar del Lazio contro la norma che consente alle startup innovative di registrarsi utilizzando la firma digitale, ma soprattutto senza ricorrere al notaio. L’udienza per la sospensiva si terrà il 30 agosto. La sospensiva è un provvedimento cautelare di sospensione degli atti, un’ordinanza del Tar con cui vengono sospesi temporaneamente gli atti impugnati (se venisse accolta la sospensiva, di fatto i decreti non sarebbero applicati fino alla conclusione del giudizio). Nel dettaglio, si oppongono al Decreto ministeriale 17 febbraio 2016, che stabilisce le modalità di redazione degli atti costitutivi di società a responsabilità limitata startup innovative, legato al decreto del primo luglio 2016 e alla circolare 3691/C 2016: atti strettamente connessi al Decreto Ministeriale di febbraio.
Da una parte la norma che dal 20 luglio consente di costituire le startup utilizzando la firma digitale con un formulario messo a disposizione dalle Camere di Commercio, risparmiando tempo e denaro. Dall’altra i notai, che ad essere superati da un formulario proprio non ci stanno.
«Si tratta di facilitare l’uso di falsa identità perché l’utilizzo della firma digitale senza nessuna verifica e nessun controllo non garantisce assolutamente nulla dell’identità della persona che la sta usando, inoltre favorisce la crescita esponenziale di furti d’identità» aveva spiegato a Startupitalia! il notaio Eliana Morandi, nel 2015, prima dell’approvazione dell’Investment Compact. E aveva aggiunto che l’anonimato delle società è «riconosciuto da molti anni, anche all’estero, come un problema grave, perché consente l’utilizzo delle stesse società per tutta una serie di reati, compresi riciclaggio, evasione fiscale e corruzione».
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Il muro contro muro fra notai e «startupper» è l’effetto ultimo dell’Investment Compact, provvedimento varato nel 2015 in cui è stata introdotta la possibilità di costituire startup online, con la compilazione di un modello standard di atto costitutivo, validato con firma digitale. Il primo luglio il ministero dello Sviluppo Economico ha varato la direttiva e a distanza di 20 giorni il Registro Imprese ha messo online la procedura.
Insomma chi si collega al sito del Registro imprese, alla sezione dedicata alle startup, potrà verificare la presenza di una nuova voce: “Crea la tua startup”. Cliccandoci, e andando poi su “Atti startup” gli aspiranti nuovi imprenditori possono compilare il form con tutti i dati necessari alla costituzione: nome della società, sede legale, dati anagrafici dei soci, capitale sociale, eccetera. Fare da soli tutto quello che fino a ieri avveniva davanti al notaio.
Ed è possibile costituire online una startup innovativa anche da cellulare. Il sito, infatti, è responsive, quindi facilmente usufruibile non solo da pc ma anche da smartphone e dispositivi mobili.
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Ma perché è così importante la norma che che consente alle startup innovative di registrarsi senza notaio? Perché fa risparmiare tempo e denaro. A dirlo sono gli esperti della Banca Mondiale. Nel suo annuale rapporto Doing Business misura l’efficienza e la qualità della regolamentazione, e quest’anno ha dedicato un capitolo alla nascita delle startup e al fatto che bisognerebbe restringere al massimo l’utilizzo delle terze parti nella loro costituzione. Significa che secondo la Banca Mondiale, la necessità di coinvolgere nella nascita di una nuova impresa avvocati, commercialisti e notai è molto spesso più un costo che una risorsa e per questo andrebbe ristretta al minimo indispensabile.