Per chi ha tra i 18 e i 35 anni la pensione è un sogno. La buona notizia è che questa generazione sarà in grado di adattarsi, arrivando a godersi una vita lavorativa infinita
Una delle domande che ruotano intorno ai Millennials è: riusciranno mai ad andare in pensione? Per i più giovani, sembra un obiettivo ormai fuori portata. La buona notizia però è che questa generazione sarà in grado di adattarsi a questa prospettiva, arrivando addirittura a godersi questa vita lavorativa infinita. Lo sostiene Anu Chatterjee su Quartz.
Nella seconda parte del 20° secolo, la maggior parte degli appartenenti alla classe media americana riusciva a smettere di lavorare intorno ai 65 anni. I successivi 10-15 anni, a seconda delle aspettative di vita, erano dedicate ai viaggi, al giardinaggio, al golf e ai nipoti. Ma oggi che le persone vivono più a lungo e meglio, mantenere uno stile di vita elevato senza una pensione diventa un po’ complicato.
Inoltre la vita lavorativa di molti Millennials è iniziata con pesanti debiti, necessari per completare il proprio percorso di studi. Così, anche se i giovani sono in parte responsabili per la programmazione del proprio piano pensione, sarà molto probabile che continuino a lavorare ben oltre i primi 60 anni.
Fatta quindi questa premessa, dove trovare il lato positivo di questa situazione?
1. Chi lavora più a lungo si ammala (e costa) meno
Analizziamo i vantaggi di questa situazione. Non si tratta solo di una possibilità per mettere alla prova la propria sicurezza finanziaria, ma potrebbe diventare un modo per per dare un senso alla propria vita, rimanendo connessi socialmente. Alcune ricerche suggeriscono che le persone più anziane che lavorano più a lungo, si ammalano meno rispetto a quelli che vanno in pensione presto. Questo riduce il costo dell’assistenza sanitaria e ospedaliera. Inoltre più forza lavoro espande la base dei contribuenti, aumentando le entrate fiscali.
2. La necessità di una cultura multigenerazionale in azienda
Ma andare in pensione più tardi sarà una cosa buona solo se si riuscirà a cambiare la natura del lavoro. Il primo passo per le aziende è dare priorità allo sviluppo di un mutuo rispetto e coinvolgimento fra le varie generazioni in azienda. Molte organizzazioni stanno acquisendo consapevolezza sull’importanza delle culture multigenerazionali. Questo sta portando anche a investimenti per creare posti di lavoro “age-neutral“. Questo comporterà la creazione di posti di lavoro in cui ci si prende cura della salute degli impiegati e si prendono a cuore i bisogni degli impiegati più anziani.
3. Lavori più comodi, per le aziende illuminate
BMW ad esempio ha lanciato un progetto pilota per gli operai più anziani: sono state cambiate le attrezzature, installante sedie e pavimenti speciali per aiutare la resistenza fisica dei lavoratori. Questa operazione è costata circa 40.000 euro, ma i risultati hanno già ripagato l’investimento, con un aumento del 7% della produttività e una significativa riduzione dell’assenteismo.
4. Bisognerà aggiornarsi tutta la vita
Altro aspetto da considerare: la formazione. Con una forza lavoro più anziana, sarà necessario assicurare corsi d’aggiornamento a vita. La formazione non potrà più fermarsi all’inizio della vita adulta. Per contribuire all’arricchimento continuo sarà possibile sfruttare piattaforme come Coursera o edX, sostenibili anche a livello di costi. I training potranno includere anche mentorship, che potrebbe rappresentare un canale di comunicazione anche tra le diverse generazioni, permettendo a lavoratori di diverse età di scambiarsi competenze ed esperienze.
5. L’era dei tardo-pensionati
Comunità, città e politici dovrebbero giocare un ruolo dinamico nel determinare le caratteristiche di questa nuova era dei “tardo-pensionati”. Pochi anni fa in tanti sono diventati coscienti della necessità di creare infrastrutture che assicurino un “invecchiamento positivo”. Questo include cure specifiche, assistenza domiciliare e trasporti, istruzione, formazione e opportunità di lavoro, oltre alle indispensabili connessioni sociali.Ovviamente man forte a questo piano la darà anche la tecnologia. Le auto senza guidatore, strumenti per videoconferenze e realtà virtuale potranno rendere molto più facile il lavoro a distanza per gli impiegati più anziani. Ciò non esclude che in molti potrebbero essere afflitti dal pensiero di lavorare in modo perpetuo. Ma è importante notare che estendere le nostre vite professionali non significherà per forza fare sempre e solo un lavoro. Lavorare più a lungo significherà avere la possibilità di acquisire nuove professionalità e intraprendere nuovi percorsi lavorativi.