Un progetto iconico che unisce design e funzionalità. All’interno, laboratori di biochimica e biologia molecolare
Alto dieci piani, dotato di oltre 16.500 metri quadri esclusivamente di laboratori e altri 3.500 di terrazze e coperture verdi: queste le cifre del nuovo edificio di Human Technopole, presentato stamane. A vincere la gara, superando all’unanimità altri 30 progetti, la proposta dello studio milanese Piuarch, protagonista di numerosi interventi di riqualificazione sul territorio del capoluogo lombardo. Per la costruzione dell’opera è previsto un investimento di 94,5 milioni di euro. Il cantiere partirà appena possibile.
Simoni (Human Technopole): “Roma tagli la burocrazia”
“In Italia, negli ultimi 15 anni il problema non è stato trovare le risorse, ma avere la possibilità di spenderle” ha messo le mani avanti il presidente della Fondazione Human Technopole, Marco Simoni. “La data di partenza non dipende da noi, ma dalle regole che avremo. Penso che il Governo debba riflettere sulla possibilità di aiutare Arexpo tagliando la burocrazia per consentire la partenza dei lavori”. L’edificio sorgerà a fianco di Palazzo Italia, e sarà fronteggiato da una grande area verde aperto al pubblico che lo metterà in comunicazione lcon Cardo, Decumano e Albero della Vita.
Il progetto: grande atrio e una terrazza che guarda a Milano
“Abbiamo previsto una topografia a piani inclinati che suggeriscono una divisione tra gli spazi di flusso e quelli di incontro” ha spiegato German Fuenmajor, tra i progettisti. “Il cuore del progetto è un grande atrio coperto che si ispira alla tradizione della piazza italiana, intesa come luogo di scambio civico, con gradinate su cui si affacciano i laboratori e gli uffici”. In altre parole, “la trascrizione architettonica dei valori di Human Technopole, cioè ricerca medica e scambio etico realizzati in trasparenza”. Il terzo livello sarà una terrazza-giardino rivolta a Sud da oltre 3mila metri quadri, attraverso cui il campus si aprirà alla città. Il verde sui tetti, dal Bosco verticale in avanti, sta diventando una costante dell’architettura meneghina.
“La forma frastagliata che abbiamo immaginato è un elemento iconico che dà forte caratterizzazione all’edificio” ha ripreso Fuenmajor. Perché, come sottolineato dal direttore dello Human Technopole Iain Mattaj, “è importante creare un ambiente che faciliti la collaborazione e lo scambio di idee. Ma anche il design delle costruzioni è cruciale. Finora siamo stati in grado di raccogliere professionisti provenienti da molti background e paesi differenti, e voglio sottolineare ancora una volta che l’attrattività dell’edificio e del campus è cruciale per attirare scienziati di grande calibro”.
Sostenibilità e flessibilità per il secondo edificio di Human Technopole
L’intero progetto è stato concepito come ecosistema sostenibile: riutilizzo delle acque piovane, impianti fotovoltaici su coperture e vetri delle facciate, un edificio in perfetta simbiosi con l’ambiente.
Flessibilità è l’altra parola chiave: “Quindici anni fa erano pochissimi i ricercatori biomedici che lavoravano al computer – ha ripreso Mattaj – L’attività si svolgeva più che altro nei cosiddetti wet labs, i classici laboratori. Oggi più della metà degli studiosi usa gli elaboratori: la ricerca scientifica muta pelle di continuo ed è importante che gli spazi possano venire riconvertiti con facilità da un impiego all’altro”.
I piani dal primo al nono saranno dedicati ai laboratori e agli uffici amministrativi. Vi troveranno posto laboratori di biochimica e biologia molecolare, strumentazioni scientifiche d’avanguardia tra cui microscopi ottici, spazio per un ampliamento della facility di microscopia crio-elettronica e fino a 800 postazioni di lavoro per ricercatori. In aggiunta saranno disponibili ampi spazi comuni, sale riunioni e aule per eventi e corsi di formazione.
All’ultimo piano saranno, invece, ospitate zone ristoro, aule per attività formativa, sale riunioni di rappresentanza, uffici dirigenziali e le terrazze, con accesso diretto alla copertura verde accessibile.
MIND Milano: l’eredità di Expo 2015
La durata prevista dei lavori sarà di 1.100 giorni consecutivi, cioè tre anni: in tempo per il 2024, indicata come data di conclusione del progetto che nasce sul terreno (e nel solco ideale) dell’Esposizione universale del 2015. Al suo posto sorgerà MIND, acronimo di Milano Innovation District: una realtà poliedrica che, oltre alla ricerca, comprenderà spazi per startup, imprese e università (leggi il nostro speciale) . Qui troveranno posto tutte le facoltà scientifiche dell’Università degli Studi, e sempre in questo terreno si sposterà l’Ospedale Galeazzi.
L’area, a regime, ospiterà circa 60mila persone al giorno. La collocazione strategica comprende vicinanza alle autostrade, il capolinea della linea 1 della metropolitana e una stazione ferroviaria. E, naturalmente, al polo espositivo di Fiera Milano, uno dei più grandi del mondo e sede di manifestazioni celebri come il Salone del Mobile. MIND raccoglierà l’eredità di Expo 2015, manifestazione destinata a cambiare nel profondo il capoluogo lombardo. Uno dei pochi esempi, se tutto andrà per il meglio, di riconversione di un’area che avrebbe potuto andare sprecata. Soprattutto per questo, e dato che i precedenti negativi non mancano, è importante mantenere più che mai alta la guardia.