Le presidenziali sono l’occasione migliore per misurare la crescita della startup nata a San Francisco
Gli hotel lo hanno capito da tempo: Airbnb è il loro più grande competitor. La paura sta salendo in vista di due prossimi banchi di prova che potrebbero dire molto sulla capacità della multinazionale degli affitti brevi di Brian Chesky di mangiare intere fette di mercato del settore alberghiero: le convention (25-28 luglio) per nominare i candidati che concorreranno alla Casa Bianca (Cleveland la sede scelta per i repubblicani, Philadelphia per i democratici). E poi le Olimpiadi di Rio. Il guanto di sfida è lanciato. Chi la spunterà? Reuters traccia un quadro.
Già 5.400 prenotazioni su Airbnb per le convention
Le convention sono l’occasione migliore per misurare la crescita della startup nata a San Francisco da un idea di 3 trentenni (che macina record su record): quei big event che secondo Reuters determinano il 25/30% del profitto annuale degli hotel negli Stati Uniti d’America. Per le due occasioni Airbnb ha già toccato quota 5.400 prenotazioni, facendo girare le scatole (per usare un eufemismo) agli albergatori che approfittano di queste occasioni per aumentare i prezzi.
La convention americana in numeri
Lo racconta la storia delle convention, nel 2008 nelle città che le hanno ospitate (St. Paul e Denver) i prezzi sono saliti del 23,25%. Del 15,75% quattro anni prima, nel 2004 a New York City e Boston. Del 34,75% nel 2012 (Tampa e Charlotte). Mentre per quest’anno l’aumento è intorno al 20,7%. Anche per questo motivo si spiega la crescita di Airbnb e di altre startup nel settore degli affitti peer-to-peer (come HomeAway e FlipKey). Non sorprende allora, in un evento in cui una stanza costa più di 989 dollari a notte, il triplo rispetto ai prezzi tradizionali, come accade al Marriott Courtyard Philadelphia, che gli utenti si siano rivolti ad altri servizi. Jeremy Adkinson, 28enne delegato del partito democratico, ha deciso di usare Airbnb, perché un hotel gli sarebbe costato troppo e allo stesso modo hanno reagito i più di 5mila che hanno scelto un servizio diverso.
Gli hotel iniziano a tremare?
Solo la scorsa estate Airbnb ha ospitato 17 milioni di persone, tutti i servizi simili sono cresciuti rapidamente, tanto che il 10% dei viaggiatori per business ha affermato di averne fatto uso almeno una volta nel 2016, secondo i dati della società di consulenza e ricerca (Atmosphere Research Group). Anche sei in passato gli alberghi non avevano ottenuto un calo sostanziale delle notti prenotate durante gli eventi, nei primi cinque mesi del 2016, il colpo c’è stato (- 24%, secondo gli analisti di Morgan Stanley). §
UBS Group, società di servizi finanziari, prevede che Airbnb potrebbe ridurre i tassi di crescita delle revenue degli alberghi di quasi un terzo. Cleveland e Philadelphia sono un primo banco di prova con 100mila persone attese nelle due città: «Gli hotel potrebbero perdere una fetta consistente dei loro guadagni a causa di Airbnb e degli altri servizi di sharing nel settore» scrive Reuters.
Dopo le convention, le Olimpiadi
L’altro big event che farà chiarezza sulle vere possibilità di guadagno di Airbnb e sulle perdite (potenziali) degli alberghi saranno le prossime Olimpiadi di Rio De Janeiro (in programma dal 5 al 21 agosto). Secondo Airbnb, già 30mila persone hanno usato il servizio per trovare un posto dove soggiornare durante l’evento. Un dato che sorprende anche considerando che sono 60mila le stanze disponibili negli hotel di Rio. Vedremo alla fine quali saranno i dati ufficiali. Intanto c’è già un fatto da sottolineare, Airbnb è da sempre a suo agio negli eventi. Forse non tutti ricordano ma proprio per la mancanza di posti disponibili a San Francisco durante una fiera sul design (Industrial Design Society of America) che i tre protagonisti (Joe Gebbia, Brian Chesky e Nathan Blecharczyk) hanno deciso di affittare spazio più in casa, offrendo agli ospiti un posto nel salotto su materassini gonfiabili. L’incasso all’epoca è stato di mille dollari e ha portato un po’ di sollievo ai tre che avevano bisogno di liquidità per pagare l’affitto. Oggi il loro business vale più di 25 miliardi di dollari.