Di collette online abbiamo già parlato (qui l’esempio di Squeezol e qui quello di Giftshake), Growish fa un passo in più. Il fondatore e Ceo Claudio Cubito, classe 1967, è partito a inizio 2012 con l’idea di costruire una piattaforma per che diventasse il punto di riferimento per le liste dei desideri degli utenti per permettere ai loro contatti di organizzare l’acquisto del regalo. La virata è arrivata nella seconda metà del 2013.
Il cuore dell’attività è diventato la raccolta di denaro e l’invio di somme ad altri conti correnti. Oggi Growish si appoggia a una piattaforma proprietaria collegata a un istituto di pagamento europeo, Mango Pay, che emette moneta elettronica. Chi sceglie il portale per organizzare gli acquisti di gruppo non deve quindi passare per Paypal o simili, opzione che va per la maggiore fra le startup concorrenti.
Questo permette a Cubito e agli altri due co-fondatori, Edmondo Sparano e Domingo Lupo, di gestire in completa autonomia il processo di pagamento. L’aspetto più importante sono ovviamente le commissioni: non viene applicata alcuna percentuale nel caso in cui gli utenti acquistino una Giftcard dei partner del portale, che guadagna in questo modo grazie agli accordi precedenti. Se invece la cifra viene raccolta e poi trasferita su un conto corrente Growish trattiene il 4%. “Noi non vogliamo diventare un sistema di pagamento vero e proprio, ma pensiamo al momento dell’acquisto come un momento sociale”, spiega Cubito a SmartMoney. La lista delle aziende partner è già lunga: si va da Amazon a Mondadori passando per Trony e Zalando. Dall’attivazione della piattaforma sono già cominciate “qualche centinaio di collette” e il sito ha ospitato 500 visitatori unici. L’obiettivo è di arrivare “tra due o tre anni a un numero compreso fra 50mila e 100mila collette”. Cubito ha anche l’intenzione di dare la possibilità di “convertire il denaro raccolto in carte di credito virtuali”.
Claudio Cubito, fondatore e Ceo di Growish
Per ora Growish è attiva solo in Italia, ma il vero asso nella manica è proprio quello dell’espansione oltre i nostri confini. La startup nata in collaborazione con l’incubatore Digital Magics lavora gomito a gomito con la francese Leetchi, sostenuta a sua volta dal fondo 360° Capital Partners (ce ne aveva parlato qui Fausto Boni). “Hanno sviluppato loro la parte bancaria”, spiega Cubito. E per ora si sono mossi in Spagna e Germania, oltre a Francia ovviamente, lasciando a Growish i primi passi nel mercato italiano. Se in futuro le due startup dovessero decidere di unire le forze sotto uno stesso marchio o anche più semplicemente di formalizzare una collaborazione più consistente il raggio d’azione in Europa inizierebbe a diventare interessante.
Per le startup fin-tech italiane c’è la possibilità fino al 21 maggio di iscriversi al GrandPrix. Qui tutte le informazioni.