Google pubblica la nuova edizione del rapporto “How Google Fights Piracy” nel quale spiega programmi, policy e tecnologie messe in campo per contrastare la pirateria online e per consentire a chi crea contenuti e agli artisti di trarre i giusti guadagni dai loro prodotti e dalle loro creazioni. Cercando al contempo di impedire che chi cerca di violare tali contenuti li possa monetizzare.
I risultati di quest’anno
I risultati principali di quest’anno parlano per esempio di oltre 3 miliardi di dollari pagati da YouTube ai titolari dei diritti che hanno monetizzato l’utilizzo dei loro contenuti in altri video tramite il sistema Content ID, lo strumento per la gestione dei diritti fra i più efficaci in circolazione. Sulla piattaforma, il colosso di Mountain View, e in particolare YouTube, ha investito oltre 100 milioni di dollari, incluso lo staff e le risorse tecnologiche.
Ancora, in termini di redistribuzione, l’industria musicale ha incassato oltre 1,8 miliardi di dollari tra ottobre 2017 e lo scorso settembre solo grazie alla pubblicità. Esclusi, dunque, gli accordi discografici con i singoli gruppi. Sono stati inoltre più di 3 miliardi le Url, cioè gli indirizzi rimossi da Google per violazione del copyright. Tutto questo, spiega un post sul blog ufficiale, “a partire dal momento in cui abbiamo messo a disposizione dei detentori dei diritti e dei loro agenti lo strumento che permette di effettuare segnalazioni”.
Infine, le pubblicità non approvate nel 2017 sono state oltre 10 milioni. La ragione? Era annunci sospettati di violazione del copyright o rimandavano a siti che violavano il copyright.
I piani per il futuro
Fra i prossimi impegni Google segnala la creazione di alternative legali più numerose e migliori, “sviluppando prodotti che rendono più facile per le persone accedere a contenuti legittimi, come Google Play Music e YouTube”. Poi lo sforzo per bloccare i guadagni dei siti pirata impedendo ai soggetti che violano il copyright di usare le soluzioni pubblicitarie e i sistemi di monetizzazione, puntare sul’implementazione di soluzioni antipirateria su larga scala, vigilare contro gli abusi di chi segnala presunte violazioni del copyright per spingere la rimozione di certi contenuti e infine assicurare la trasparenza.