Dieci miseri euro. È questa la somma che un criminale informatico è disposto a pagare per entrare in possesso di una cosa che per ognuno di noi è essenziale, personale, vitale. La nostra identità. Il numero di una carta di credito o le password di una mail che tutti i giorni utilizziamo per acquistare o lavorare vengono comprate dagli hacker a stock di mille.
Le conseguenze di una frode però non si limitano a quelle del defraudato della propria identità ma si estendono soprattutto a chi vende online. “Sono loro a essere truffati su larga scala” spiega Andrea Puzo, 28 anni, che insieme a Vincenzo Paduano, 31, e Armando Monaco, 30, sta sviluppando Unfraud: un software in grado di riconoscere una frode online e bloccarla. La startup fin-tech è una delle 14 finaliste del GrandPrix (qui la lista completa).
Un attimo prima dell’acquisto compare sul monitor di chi sta vendendo una percentuale. “Quella indica la possibilità che si tratti di una truffa – racconta Vincenzo che lavora al Cnr di Napoli dove studia l’intelligenza artificiale applicata alla bioinformatica che tratta tumori e malattie genetiche -. Il software che abbiamo sviluppato è intelligente, più dati acquisisce e meglio riconosce le truffe”.
Le conseguenze di un raggiro online sono gravissime per un negoziante. “Un volta scoperto che si tratta di una truffa – continua Andrea che è Country manager di Cuponation, startup nata in Germania – deve restituire i soldi al titolare della carta rubata e pagare una commissione al circuito finanziario che va da 10 a 100 dollari”. Oltre al danno anche la beffa perché “se il negozio è vittima di troppe truffe, Visa o MasterCard possono anche decidere di bloccare i pagamenti al sito di e-commerce”.
Armando Monaco è il responsabile di business intelligence di Terravision, agenzia di trasporti romana, mentre Andrea Puzo lavora in Rocket Internet, incubatore di Zalando “Conosciamo entrambi i problemi che derivano dalle truffe online – spiega Andrea –. Ho sentito spesso i miei colleghi lamentarsi per questo problema ed è per questo che abbiamo deciso di creare Unfraud”.
I tre fondatori della startup lanceranno il software entro l’anno e in un primo periodo lo distribuiranno gratis per sperimentarne le capacità e raccogliere dati sulle frodi. “Gli eventuali 25mila euro del CheBanca GrandPrix serviranno a migliorare la grafica dell’interfaccia”.