I titoli con scadenza a 10 anni hanno raccolto una domanda per 145 miliardi di euro, per quelli con scadenza ventennale le richieste ammontano a 88 miliardi
Richieste molto alte, oltre ogni più rosea attesa, quelle arrivate dagli investitori istituzionali nei confronti dell’eurobond Sure Social, emesso per finanziare i prestiti dell’Unione Europea in sostegno della cassa integrazione e altre misure necessarie in tempo di Covid. Difatti, come riporta Il Fatto Quotidiano, la prima emissione, con scadenza decennale, ha visto una collocazione di 10 miliardi di euro, a fronte di una richiesta di 145 miliardi. Sui sette miliardi offerti per l’emissione con scadenza a 20 anni, la domanda ha raggiunto invece gli 88 miliardi di euro.
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Rischio condiviso con l’Eurobond
Una domanda così alta da parte degli investitori restringe anche il costo che i Paesi dell’Unione Europea andranno a condividere. I tassi di interesse finali sono infatti più bassi di quanto si fosse previsto. Gli eurobond collocati ai vari investitori istituzionali rappresentano un esempio di rischio condiviso fra gli Stati dell’Unione e saranno utili per finanziare misure assistenziali. Fra cui la cassa integrazione in Paesi, come l’Italia o la Spagna, fortemente segnati dall’emergenza socio-sanitaria causata dal Covid-19. Proprio il nostro Paese è il primo beneficiario dei fondi SURE – Support to Unemployment Risks in Emergency -, ricevendo 27,4 miliardi di euro.
Il via libera del Consiglio UE ai fondi SURE
L’approvazione del Consiglio dell’Unione Europea al sostegno di 87,4 miliardi di euro in forma di prestito a favore di 16 Stati membri dell’Unione è arrivata lo scorso 25 settembre. Si tratta, appunto, dei fondi SURE, di cui l’Italia beneficerà per la quota maggiore, 27,4 miliardi di euro. Il secondo beneficiario in termini economici è la Spagna, con 21,3 miliardi, seguita dalla Polonia (11,2 miliardi) e dal Belgio (7,8 miliardi). Seguono Portogallo (5,9), Romania (4,1), Grecia (2,7), Repubblica ceca (2), Slovenia (1,1), Croazia (1), Slovacchia (631 milioni), Lituania (602 milioni), Bulgaria (511), Cipro (479), Malta (244) e Lettonia (193).
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Per quanto riguarda gli altri Stati membri, ci sarà comunque la possibilità di usufruire dei fondi, poiché lo SURE può arrivare a fornire fino a 100 miliardi di euro. I prestiti concessi a titolo SURE vengono sostenuti dal bilancio dell’Unione Europea e da garanzie fornite dai Paesi membri, in funzione della loro quota nel reddito nazionale lordo dell’UE, per un importo complessivo pari a 25 miliardi di euro.