Berlino ribadisce il “no” agli eurobond e offre all’Italia un Fondo salva Stati a condizioni leggere. «Non ci sarà una troika nel Paese che detta come si deve fare politica»
La Germania non intende cedere sui coronabond. Anche se il fronte dei falchi sembra indebolirsi dietro le insistenze dei Paesi mediterranei, Berlino continua a ripetere che quello dei titoli di Stato comunitari è il confine che non intende oltrepassare. Lo ha ribadito ancora una volta il ministro delle Finanze Olaf Scholz.
Le parole di Scholz
«L’Italia desidera una forte risposta europea alla pandemia e ha ragione, bisogna darla» e per questo non ci devono essere «assurde condizionalità» come è stato in passato: «Non ci sarà una troika nel Paese che detta come si deve fare politica» ma i coronabond non sono adeguati, ha detto il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz ai quotidiani del gruppo Funke. Insomma, tra Berlino e Roma al massimo potrà esserci una discussione su un MES dalle condizioni più vantaggiose per l’Italia, ma nient’altro.
Vertice dei 27 verso il rinvio?
Intanto, scrive l’agenzia Radiocor, il Consiglio Ue lavora nella prospettiva che la riunione dei capi di Stato e di governo che avrebbe dovuto svolgersi nel prossimo fine settimana si tenga dopo Pasqua. Motivo: dare tempo all’Eurogruppo – che si svolgerà invece come da programma il 7 aprile – di definire un’intesa sugli strumenti finanziari per rafforzare la reazione comunitaria alla crisi sanitaria ed economica attraversata dal Vecchio continente.
Valdis Dombrovskis e Olaf Scholz
Questo perché, secondo quanto filtra, aumentano le perplessità che l’Eurogruppo di martedì riesca a concludere i lavori in giornata. Tradotto dal linguaggio burocratico e diplomatico, si teme che tutto si risolva in un ennesimo nulla di fatto. Sarebbe un pessimo segnale per la tenuta dell’Unione europea e anche per i mercati, da qui l’esigenza di essere pronti a spalmare il tavolo per la ricerca di una intesa su più sedute.
Il valzer di Dombrovskis sui coronabond
Sembra invece che continui a parteggiare per la fazione dei rigoristi il numero 2 della Commissione europea. Questa mattina in un’intervista esclusiva a Repubblica Valdis Dombrovskis, ex premier della Lettonia e oggi vice di Ursula von der Leyen, aveva detto che Bruxelles è pronta a ogni opzione. Nel primo pomeriggio, però, il passo indietro, che sa di beffa: «Stiamo esplorando tutte le opzioni – si legge sull’Ansa – i Coronabond hanno molti titoli sui giornali e c’è una controversia politica, ma ci sono molte opzioni in preparazione».