E ribadisce che ci saranno condizionalità stringenti: «La Commissione non raccoglie soldi sui mercati e li trasferisce ai governi senza proferire parola»
Paolo Gentiloni, commissario europeo agli Affari economici, lo ripete da mesi, da ben prima che i 27 trovassero un accordo sul Recovery Fund stesso: i soldi comunitari non potranno essere usati per abbassare le tasse. Il perché è presto detto, sono una misura una tantum, eccezionale e come tale non potrà essere investita nella spesa corrente. Sarebbe come se uno chiedesse un prestito non per acquistare una casa ma per pagare il riscaldamento: starà al caldo nell’immediato, ma cosa farà poi l’inverno successivo? L’Ue ci impresterà (perché gran parte dei 209 miliardi sarà un prestito, benché a condizioni molto vantaggiose) i soldi del Recovery Fund con un obbiettivo solo: irrobustirci a tal punto che al verificarsi della prossima crisi globale non avremo bisogno di altri aiuti. Una visione cinica, a tratti spietata, ma è la visione che tiene uniti i 27 nel loro Club: se ci si abbandonasse all’assistenzialismo in perpetuo soccorso di chi annaspa, i Paesi più forti, che certo non vogliono mantenere i più deboli, seguirebbero in fretta la Gran Bretagna.
Cosa ha detto Gentiloni a Cernobbio
Non stupisce quindi che Gentiloni, dal palco di Cernobbio, abbia ripetuto il messaggio: la Commissione europea vuole essere sicura che ci entri bene in testa. Comprensibili i loro dubbi, dal momento che diversi politici della maggioranza, soprattutto tra i 5 Stelle, a loro volta ripetono di voler usare il Next Generation Eu per abbassare le tasse e mettere in campo misure che non sono riforme.
«Se si pensa che una riduzione generalizzata delle tasse può essere l’obiettivo di questo piano di ripresa si commette un grave errore». Lo ha detto, in un’intervista al Tg3 a margine del Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio, Paolo Gentiloni. Che ha aggiunto: «Se poi alcune riforme comportano anche delle riduzioni fiscali questo è altro discorso». Quindi il commissario europeo ha ribadito che i soldi comunitari non arriveranno molto presto, come aveva del resto fatto già in settimana durante l’audizione alla Camera: «I fondi del Recovery fund arriveranno in primavera estate dell’anno prossimo».
Recovery sì, ma con condizionalità
Gentiloni ha poi posto per l’ennesima volta l’accento sulle condizionalità del Recovery Fund, ovvero sulle condizioni che bisognerà soddisfare per ottenere il prestito. «Bisogna prima avere dei piani che siano qualitativamente all’altezza della sfida che abbiamo – ha aggiunto -. La commissione non raccoglie dei soldi sui mercati e li trasferisce ai governi senza proferire parola. Noi dobbiamo coordinare questi piani nazionali per le grandi priorità. E questo per avere una Europa più sostenibile e più competitiva sui mercati internazionali». Secondo quanto detto da Gentiloni, invece, potrebbero essere disponibili già nelle prossime settimane i Fondi Sure (sempre un prestito), l’innovativa cassa integrazione comunitaria da utilizzare per arginare la disoccupazione.