Il social network più popolare del mondo conferma di avere più che un interesse al mondo dei pagamenti elettronici. Dopo i trasferimenti p2p introdotti tramite l’applicazione Messenger negli Stati Uniti a marzo, Mark Zuckenberg lancia nuove iniziative che vanno “dal sociale al locale”.
Le pagine “Fundraiser” di Facebok (per il no-profit)
In primis uno strumento a supporto delle organizzazioni no profit che vogliano organizzare campagne di fundraising. Si chiama “Fundraiser”, e consiste in una vera e propria pagina dedicata alla raccolta fondi con un nuovo plugin: il tasto “dona”.
La nuova funzionalità permette alle organizzazioni di lanciare campagne di raccolta fondi direttamente su Facebook per i più svariati fini: aiuti umanitari al sostegno alla ricerca scientifica, protezione degli animali, supporto in caso di catastrofi naturali. Gli utenti potranno contribuire con libere donazioni semplicemente cliccando sul tasto “dona adesso” presente nelle pagine speciali inserendo i dati della propria carta. La pagina disporrà di un contatore automatico che progredirà con l’aumentare dei contributi, mostrando anche l’obiettivo della somma finale ritenuta necessaria. I donatori avranno inoltre la possibilità di sensibilizzare gli altri utenti di Facebook condividendo sulla propria pagina l’operazione effettuata”. 37 sono i partner che hanno già aderito all’iniziativa, tra cui il Wwf e la società Usa per la sclerosi multipla.
Facebook Local Market, sperimentazione in Australia
Intanto dall’altra parte del mondo, Facebook si muove anche sul locale. Tra gli utenti australiani e neozelandesi, il social network ha testato la nuova funzione “Local market”. La nuova sezione sperimentale prevede una feature che, se estesa, permetterà a tutti gli utenti di cercare, comprare e vendere oggetti direttamente sul social network in modo facile e rapido.
Con “Local market” si possono cercare tutti gli oggetti disponibili nelle vicinanze, visualizzare i post dei gruppi di acquisto e pubblicare il proprio annuncio. Molte le categorie disponibili: dagli oggetti antichi alle automobili, ma anche accessori, vestiti e perfino case. Per ora si tratta di una versione di prova, certo che se dovesse essere estesa ad altre country potrebbe iniziare a fare tremare i grandi brand della compravendita online.
Emanuela Perinetti