Emmanuel Macron ha un piano: vuole riuscire a far pagare in Europa le tasse ai giganti d’Oltreoceano, da Apple a Google fino a Facebook, coloro i quali stringono tra le mani le redini dei servizi e dei prodotti più importanti della civiltà connessa. Per farlo, però, serve uno sforzo comune di tutti i paesi della Unione Europea: Macron ha già parlato con i leader tedeschi, e punta a rendere i suoi pensieri in realtà a partire già dal prossimo autunno.
L’asse Parigi-Berlino
Bloomberg, che per prima ha riportato la notizia, spiega nel dettaglio cosa ha in mente la Francia: la nuova legislatura appena iniziata Oltralpe ha visto già molte mosse in aperta discontinuità con la gestione precedente, ma non è cambiato affatto il rapporto privilegiato tra Parigi e Berlino. La prima ipotesi di una riforma fiscale europea, infatti, è stata discussa già a luglio nel corso di un incontro bilaterale tra Francia e Germania, in quella che è stata una delle prime uscite ufficiali del nuovo esecutivo.
La proposta, ha fatto sapere il ministro alle Finanze francese Bruno Le Maire nel corso di un’intervista, ha raccolto consensi a Berlino: anche la Germania è attesa a una prova elettorale a stretto giro, ma pare scontato che chiunque risulterà vincitore proseguirà nel solco di questo percorso già avviato con la Francia.
La proposta continentale
Il programma per l’autunno di Le Maire comprende almeno due tappe. Prima di tutto ci saranno le elezioni in Germania, e dopo di quelle il Ministro francese si attende che l’alleato tedesco inizi la discussione di un regime fiscale analogo a quello che la stessa Francia si appresta a discutere nel suo parlamento. “L’Europa deve imparare a difendere i propri interessi economici con maggiore convinzione – ha detto Le Maire a Bloomberg – La Cina lo fa, gli Stati Uniti lo fanno. Non puoi trarre beneficio da fare affari in Francia o in Europa senza pagare le tasse che altre aziende, francesi ed europee, pagano già”.
Si torna dunque a parlare di quella che in Italia era stata chiamata “Google Tax” o “Internet Tax”, un sistema cioè per tassare gli utili sfuggenti che le grandi aziende (soprattutto quelle che vendono servizi) fanno transitare attraverso il fisco di nazioni più morbide nei loro confronti: pratica che però l’Europa ha già iniziato ad affrontare come dimostra l’azione intrapresa nei confronti di Irlanda e Apple. Una proposta per armonizzare i regimi fiscali dell’Europa a 19 sarà avanzata dallo stesso Le Maire alla prima occasione in sede UE (probabilmente a una riunione dei ministri economici a Bruxelles).
Resta da chiarire un aspetto, ovvero l’ostacolo dell’approccio protezionista che la Francia ha mostrato nel caso Fincantieri: la nazionalizzazione dei cantieri STX non depone certo a favore di un Governo davvero liberista, orientato a soddisfare le aspettative e le richieste di un mercato dove si possa sviluppare una sana competizione. Idea che Le Maire ha voluto respingere, rilanciando invece la questione dell’interesse strategico per il proprio Paese: nel futuro, questa la sua idea, ci potrebbe essere un’allenza franco-italiana che renda i cantieri di Saint Nazaire un polo di eccellenza a livello planetario.