Anna Tampieri e Salvo Mizzi guideranno il fondo per il trasferimento tecnologico di Enea Tech con una dotazione di 500 milioni di euro.
Ci siamo, finalmente la Fondazione Enea Tech è realtà (ne abbiamo parlato qui) e finalmente ha il suo Presidente (anzi la sua Presidente) e il suo Direttore che dovranno gestire un fondo da 500 milioni per il Trasferimento Tecnologico. Si tratta di Anna Tampieri direttore dell’Istec (Istituto di scienza e tecnologia dei materiali ceramici del Cnr) e Salvo Mizzi che i lettori di StartupItalia conoscono bene per essere uno dei punti di riferimento quando si parla di ecsistema dell’innovazione in Italia. Un vero e proprio pioniere del digitale in Italia, uno di quelli che parlava di startup quando ancora in pochi sapevano che cosa si intendesse con questo termine.
Chi è Anna Tampieri
Ricercatore Cnr e Direttore dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici ISTEC CNR di Faenza, Anna Tampieri nel 2019 è stata nominata dall ITwiin ‘Associazione Italiana Donne Inventrici e Innovatrici’ Migliore innovatrice italiana. Nel corso dei 30 anni della sua attività di Ricercatore presso ISTEC, il focus principale della sua ricerca è stato lo sviluppo di nuovi biomateriali e dispositivi per la rigenerazione di tessuti connettivi duri come osso, cartilagine e dente. I lettori di StartupItalia la ricorderanno perchè ha fondato la startup GreenBone Ortho che dalla sua costituzione nel 2014 ha ricevuto oltre 11 milioni di Euro di fondi da parte di soggetti privati e fondi di investimento internazionali. Con il suo team di ricerca Tampieri ha brevettato un prodotto innovativo che deriva dalla pianta del Rattan e che potrà essere impiegato come sostituto osseo in tutte quelle situazioni cliniche nelle quali, per difetti ossei congeniti o dopo lesioni traumatiche dell’osso, viene a mancare una significativa massa ossea che va reintegrata (ne abbiamo parlato qui).
Non solo, nella sua carriera di ricercatrice Anna Tampieri ha pubblicato oltre 200 lavori e firmato 15 brevetti internazionali, alcuni dei quali licenziati o ceduti ad aziende attive nel settore biomedicale. Ha coordinato 14 progetti di ricerca di cui 8 grandi consorzi internazionali ed è stata WP Leader in altri 13 progetti di cui 6 finanziati da EC.
Chi è Salvo Mizzi
Dal 2009 al 2014 Salvo Mizzi è stato responsabile del Working Capital Accelerator oggi Tim #WCap di Telecom Italia (ne avevamo parlato qui), acceleratore per startup e realtà innovative (come scriveva Riccardo Luna in questo articolo: Working Capital, presto diventato solo WCap, è stato un antesignano: era un programma che metteva in palio dei “grant” da 20/25 mila euro per alcune decine di aspiranti startupper. Oggi di programmi così ce ne sono tanti, allora no). Nel 2015 è stato nominato responsabile di Invitalia Ventures, l’allora neonato Fondo di venture capital di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa con un fondo da 50 milioni. Un anno dopo aver preso la guida di Invitalia aveva investito in 10 startup “Abbiamo investito nell’health – ci aveva raccontato in questa intervista – nell’industrial, nella smart mobility, nel fintech. Sono tutti ambiti e tecnologie ad alto impatto sulle persone. Penso al tema della salute. Trovo molto interessante l’intreccio tra health e digitale. Noi sappiamo che per uno stato oggi il welfare non è più sostenibile sul lungo termine. E i nostri investimenti sono andati in tecnologie che rispondono all’esigenza di rendere più efficiente e economica la spesa in salute”. A novembre 2017 ha lasciato Invitalia per Principia, diventando General Partner del primo fondo italiano di venture capital, dove è rimasto circa un anno.
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La Fondazione Enea Tech
Da oggi Tampieri e Mizzi guidano col ruolo rispettivamente di Presidente e Direttore La Fondazione Enea Tech che ha avrà lo scopo di promuovere investimenti e iniziative in materia di ricerca e sviluppo e trasferimento tecnologico a favore delle imprese operanti sul territorio nazionale, con particolare riferimento alle startup innovative e alle PMI innovative. Come previsto dallo Statuto, la Fondazione potrà partecipare e investire in startup e PMI innovative, spin-off universitari e di centri di ricerca e sviluppo, promuovendo e sostenendo i processi di innovazione e trasferimento tecnologico delle PMI per la creazione di imprese ad alto contenuto tecnologico. A questo scopo gestirà inizialmente risorse per 500 milioni di euro.
“Enea Tech Transfer è un progetto molto importante. – dice il Sottosegretario Gian Paolo Manzella – Tocca un tema centrale per il futuro industriale italiano come il trasferimento tecnologico; coinvolge e rilancia un centro di ricerca come l’ENEA; è potenziale battistrada per azioni di altri Enti di ricerca del nostro Paese. La direzione, in linea con le indicazioni europee, è corretta e il lavoro di fronte a noi deve vedere uno stretto raccordo con il Fondo Nazionale Innovazione, che ha questo tema ben chiaro nel suo piano industriale, e con gli altri soggetti che fanno trasferimento tecnologico nel nostro Paese: dalla Fondazione Bruno Kessler al Cefriel, sino ai Politecnici, solo per fare qualche esempio. Il sistema per il trasferimento tecnologico ha un nuovo attore, e l’impegno è che contribuisca a rendere sempre più incisiva e forte la collaborazione tra Imprese e mondo della ricerca”.
Trasferimento tecnologico
Gli ostacoli per le startup riguardano l’accesso ai finanziamenti, basati su capitali di rischio. Talvolta poi non arrivano per l’incapacità di far dialogare scienziati e investitori. Per questo è importante potenziare i Centri di Trasferimento Tecnologico. E per questo nasce Fondazione Enea Tech.
L’ ENEA già da alcuni anni propone strumenti ad hoc per rafforzare la collaborazione con le imprese. Ci sono programmi come il Knowledge Exchange a supporto del sistema industriale, il fondo interno da 2,5 milioni di euro per il proof of concept o la formazione di ricercatori esperti in trasferimento tecnologico, solo per fare alcuni esempi, da oggi c’è uno strumento in più ed ha un valore economonico importante che potrebbe potenziare in particolare l’ambito del biotech e di quei comparti in cui è indispensabile un contatto stretto tra ricerca scietifica e dati.