La crisi del settore ha costretto la realtà inglese a portare i libri in tribunale. A casa oltre duemila dipendenti
La decisione di utilizzare il viola come colore per la livrea dei propri aeroplani dimostra che i vertici di Flybe non fossero certo scaramantici. Ciò però non li ha lo stesso salvati dalla malasorte, che si è abbattuta sulla piccola realtà guidata dal ceo Mark Anderson e basata a Exeter nel Devon. Si tratta della prima persona giuridica vittima del coronavirus o, per meglio dire, del crollo dei viaggi dovuti all’isteria da coronavirus.
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Una realtà fondata nel 1979 e già parecchio debilitata. La compagnia low cost era stata assorbita l’anno scorso da un consorzio a cui partecipa anche Virgin Atlantic nel tentativo di frenarne l’enorme emorragia di denaro: Flybe era esposta per circa 23 milioni di euro e già in più occasioni aveva rischiato di lasciare a casa i suoi 2300 dipendenti. Lo stesso primo ministro Boris Johnson si era speso personalmente nel tentativo di salvarla.
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Lo scarno comunicato stampa con cui Flybe ha fatto sapere che ha chiuso i battenti non cita mai il coronavirus, ma è chiaro che il crollo dei viaggi dell’ultimo periodo è stato fatale a un’azienda che versava già in uno stato di salute piuttosto precario.
— Flybe ✈ (@flybe) March 5, 2020
Proprio pochi giorni fa IATA (International Air Transport Authority) aveva divulgato le prime stime sulle perdite del settore. Si parla di cifre che si aggirano attorno ai 113 miliardi di dollari, date da una riduzione del traffico aereo globale del 4,7% che non si verificava dai tempi dell’ultima crisi economica (2008). E gli analisti stimano persino che il traffico potrebbe calare del 24% entro la fine dell’anno.
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E la vera paura è che Flybe sia solo la prima compagnia a non riuscire più a decollare a causa del coronavirus. Secondo fonti sindacali, Ryanair si starebbe muovendo al fine di adottare contratti di solidarietà per il personale italiano dopo l’annuncio del taglio del 25% dei collegamenti verso il nostro Paese. Blue Panorama starebbe per annunciare la richiesta di apertura della cassa integrazione straordinaria, così come, nel gruppo Lufthansa, Air Dolomiti. Una delle poche compagnie italiane ancora in volo.
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