Nello specifico si prevede per le persone fisiche una detrazione del 30% sulla somma investita, per un massimo di 1 milione di €; per le persone giuridiche una deduzione pari al 30% per un massimo di 1,8 milioni di euro
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze e il Ministro dello Sviluppo Economico hanno firmato il decreto relativo all’attuazione degli incentivi fiscali per investimenti in startup e PMI innovative. Il decreto deve ora passare l’approvazione formale della Corte dei Conti per poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Nello specifico, all’art. 4 si prevede – relativamente agli investimenti effettuati nei periodi di imposta successivi al 31 dicembre 2016 – per le persone fisiche una detrazione del 30% sulla somma investita, per un massimo di 1 milione di €; per le persone giuridiche una deduzione pari al 30% sulla somma investita, per un massimo di 1,8 milioni di euro.
Il decreto richiama anche i già vigenti e analoghi incentivi previsti per chi investe in startup innovative. Per ottenere gli incentivi, bisogna conservare per tre anni le quote ottenute con l’investimento. Le aziende possono spalmarli su più anni fiscali, fino a tre e fino al raggiungimento del massimale.
Il decreto si inserisce in un contesto che vuole favorire la crescita e la nascita di aziende innovative. A marzo è stato avviato il Fondo Nazionale Innovazione (FNI), con una dotazione finanziaria di partenza, prevista nella Legge di Bilancio 2019, di circa 1 miliardo di euro e gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti.
La nascita del Fondo Nazionale Innovazione
PIR in Gazzetta Ufficiale
La settimana scorsa invece è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, che rende pienamente operativi i nuovi PIR: Piani Individuali di Risparmio.
La novità, introdotta dalla Legge di Bilancio 2019, è legata al fatto che le agevolazioni fiscali sono collegate a una quota d’investimenti dedicati a startup e PMI innovative.
Leggi anche: Cosa sono i Pir e alcuni rischi da cui guardarsi, spiegati da MoneyFarm
Con questo provvedimento si regolamentano le modalità e i criteri di investimento in PMI che dovranno essere effettuati in parte in strumenti finanziari ammessi alle negoziazioni nei sistemi multilaterali e in parte in quote o azioni di fondi per il venture capital, ovvero organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) che investono almeno il 70 per cento dell’attivo nelle predette imprese. A tal fine, sono stati considerati ammissibili gli investimenti in equity e quasi-equity.
Le nuove disposizioni si applicheranno ai PIR costituiti a decorrere dal 1° gennaio 2019, mentre per i PIR costituiti fino al 2018 continuerà invece ad applicarsi la disciplina pre-vigente con la possibilità di adeguamento del portafoglio di investimento alla nuova disciplina.
Startup innovative superano le 10mila
Intanto, secondo l’ultimo rapporto trimestrale sulle startup innovative realizzato dal MISE, Unioncamere e Infocamere, nel primo trimestre 2019 le startup innovative italiane hanno superato per la prima volta quota 10.000 (sono 10.075 a fine marzo), in crescita del 3,2% rispetto alla fine del 2018.
Le startup innovative, costituite da meno di cinque anni e con fatturato annuo inferiore ai 5 milioni (come richiesto dalla normativa), rappresentano quasi il 3% delle società di recente costituzione in Italia e coinvolgono oltre 55.000 soci e addetti. Il capitale sociale sottoscritto complessivamente è in crescita del 7,7%, rispetto al trimestre precedente, a quota 527,1 milioni di euro, mentre, il capitale medio è di 52.319 euro a impresa (+2.200 euro circa sul trimestre).