Bisogna, come in ogni settore, far girare i soldi. A ricordare a SmartMoney come il Fintech sia, per quanto ad altissimo potenziale, ancora una nicchia è Matteo Rizzi, partner del fondo specializzato su finanza e tecnologia SBT Venture Capital e co-fondatore dell’evento FinTechStage, pronto a sbarcare Milano il 30 e il 31 marzo. “I soldi che in un anno arrivano a tutte le startup Fintech sono gli stessi che entrano nelle casse della sola Uber, o poco più”, spiega. “L’Italia”, prosegue, “non ha nulla da invidiare a paesi come Francia o Spagna: quello che serve, nei nostri confini come nel resto del mondo, è l’individuazione di un posto dove le startup, i network di startup, le banche e gli investitori possano dialogare e fare sistema”.
FinTechStage, lanciato da Rizzi con Lazaro Campos (ex Ceo di Swift), arriva in Italia (qui l’agenda completa e qui la pagina per acquistare i biglietti) proprio per questo motivo: due giorni fare il punto della situazione con gli attori più importanti della scena internazionale. “Tutti i fondi Fintech saranno presenti, ad esempio”, afferma Rizzi, anticipando come tra le startup ci sarà anche l’israeliana eToro, realtà capace di rastrellare 60,9 milioni di dollari di finanziamenti. A sventolare il tricolore saranno MoneyFarm, piattaforma di gestione degli investimenti, e Satispay, l’app per mandare denaro via smartphone. Si comincia la mattina del 30 con un momento di formazione – “in inglese, ovviamente” – per le startup: come rivolgersi agli investitori, come negoziare gli accordi e come rivedere il proprio modello di business. Il pomeriggio sarà dedicato a 50 invitati del settore, che la sera si sposteranno a Talent Garden con la community di SmartMoney (anche in questo caso su invito, ma gratuitamente).
Il giorno dopo, martedì 31, prenderanno la parola rappresentanti di realtà come BBVA Ventures, la banca spagnola che ha appena investito in Coinbase, o United Ventures, il fondo che ha puntato su MoneyFarm. Ci si interrogherà sulla direzione che gli investimenti Fintech stanno prendendo e su come allineare gli sforzi alle necessità delle banche. “Nei prossimi mesi vedremo un numero sempre di crescente di istituti investire in startup Fintech e un maggiore dialogo fra gli stessi. Per fare innovazione bisogna condividere, anche le banche se ne stanno rendendo conto”, fa notare Rizzi. Format interessante, sempre nel pomeriggio del 31, è quello che porta sul palco le startup selezionate (saranno 7-8) con i loro investitori. Non la classica presentazione, o pitch che dir si voglia, ma un ribaltamento del punto di vista: perché, spiegherà l’investitore, ho deciso di metterci dei soldi.
Le prossime tappe di FinTechStage saranno Barcellona e Parigi. E uno dei prossimi temi da sviscerare sarà quello degli operatori non finanziari: i vari Apple o Facebook, sempre più interessati a competere con le banche sul loro terreno di gioco. “Hanno una reputazione e una mole di dati tale da poter influenzare il settore e imporranno reazioni veloci”. Bisogna correre. È un treno, di cui parlavamo qualche giorno fa nel riscontrare l’assenza dell’Italia al Finovate di Londra, che non possiamo perdere.