Le opportunità che l’economia digitale può offrire all’Italia. Da Milano un punto di partenza per un nuovo punto di vista che guardi alla tecnologia come un risorsa per tutti. Per promuovere il cambiamento
“Oggi guardiamo allo smartphone come punto di arrivo, perché 10 anni fa non esisteva. Ma è solo il punto di arrivo di oggi: non sappiamo tra 10 anni cosa ci sarà. Ma sappiamo che non si torna indietro. L’evoluzione è qualcosa di impensabile oggi: l’importante è preservare l’idea novecentesca che il cittadino ha diritto ad informarsi”. Forse è tutto qui il cuore di quello che significa oggi immaginare un’economia digitale come quella che è nata e si sviluppa su Facebook: sono parole di Enrico Mentana, direttore TG La7, che spiega cosa ha spinto lui stesso a dare vita a un’iniziativa editoriale online che proprio su Facebook e nel digitale. Parole che ha pronunciato a FED, il Forum dell’Economia Digitale organizzato da Facebook e Confindustria Giovani Imprenditori in quel di Milano ormai per il quarto anno consecutivo.
Lo spirito del lavoro, pure digitale
C’è un principio che forse è sfuggito a molti, è uno dei messaggi chiave che permea dalla giornata di FED2019: è quello che non è il digitale ad aver svilito e impoverito i valori che contraddistinguono o che per meglio dire hanno contraddistinto la nostra vita e il mondo del lavoro. Il problema che ci troviamo ad affrontare è culturale, ma parte da molto più indietro rispetto a quando lo smartphone e Internet sono entrati nelle nostre esistenze: recuperare quei valori, semmai, passa anche dal digitale. Il digitale può essere uno strumento da adoperare per riportare crescita, sviluppo, arricchimento culturale nel nostro Paese. Cambiamento, e cambiamento positivo.
Internet, i social media, i social network, sono una risorsa: possono contribuire a garantire un futuro all’Italia, lo ripetono tutti gli speaker che calcano il palco del MiCo, purché siano usati nel modo giusto. La “fobia dei social media” come la definisce Laura Bononcini, responsabile nel sud-Europa della public policy di Facebook, rischia di far perdere delle opportunità: senza gli strumenti giusti, quelli digitali, non c’è alcuna industria o ricerca che oggi possa avere successo.
Oggi lavoriamo con tecnologie capaci di sviluppare competenze equivalenti a quelle di un essere umano con poche settimane di addestramento, che rendono le automobili capaci di guidarsi da sole o di supportare il lavoro dei medici negli ospedali: non è questione di sperimentazione, è tecnologia al lavoro in moltissime industrie che vanno dalla chimica alla farmaceutica, dalla moda alla pubblicità, racconta la direttrice del LAB CINI AIIS Rita Cucchiara. E siamo tra i pionieri nella ricerca su questi temi: manca solo il coinvolgimento del mondo dell’industria, che ci scommetta davvero, per innescare dinamiche positive che creino le opportunità giuste.
La scienza è inclusione
C’è la mano prostetica che consente di riacquistare le abitudini e le possibilità che si possedevano prima di un incidente. C’è l’esoscheletro che restituisce la possibilità di camminare a chi ha subito una paralisi. Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’IIT, rappresenta sul palco il suo istituto che sforna invenzioni che sembrano tratte da film e romanzi di fantascienza: sono frutto dell’ingegno italiano, sono frutto del profondo studio dell’essere umano per ricostruire col silicio quanto la natura ha già reso possibile con noi.
L’importante è ricordare che queste macchine restano un succedaneo delle nostre capacità, non sono “migliori” di noi: possono svolgere calcoli complessi ma sono inefficienti rispetto a un cervello umano, possono sollevare grossi pesi ma non hanno la flessibilità e l’adattabilità di un essere umano. È importante ricordare tutto questo quando si ragiona sulle prospettive che la tecnologia ci offre: torniamo, dunque, al discorso con cui abbiamo aperto il racconto. Ci sono possibilità che possono concretizzarsi, ma sta a noi poi sfruttare questi strumenti per tirare fuori il meglio: e possiamo farlo solo se applichiamo a queste tecnologie i valori che ci permettono, come umanità, di guardare al futuro per costruire qualcosa di buono per tutti noi. Cambiamento, e cambiamento positivo.
Mentana pensa all’informazione, Cucchiara all’intelligenza artificiale, Cingolani alle macchine che popoleranno sempre più numerose il nostro pianeta e c’è da scommeterci anche gli altri che ci accingiamo a colonizzare partendo dalla Luna e Marte. La tecnologia raccontata a FED è “trasversale”, serve ad alimentare il cambiamento: la tecnologia gioca un ruolo determinante nella rinascita di Milano, che da Expo in poi si è trasformata sempre di più in una città di riferimento a livello planetario, e che deve essere solo la capofila dell’intero Paese. Tanti spunti, tante idee, tante opportunità: offerte al pubblico così come alla politica, con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che chiuderà la giornata.