Si continuerà a leggere libri di carta e assistere a concerti dal vivo o si parteciperà a spettacoli virtuali e si regaleranno solo testi in pdf? Lo abbiamo chiesto a Massimiliano Tarantino, Direttore del Comitato Scientifico di Feltrinelli Education
Secondo il rapporto condiviso dall’Associazione Italiana Editori, l’editoria di varia ha chiuso lo scorso anno con risultati promettenti raggiungendo 1,701 miliardi di euro di vendite a prezzo di copertina e 115,6 milioni di copie acquistate. D’altra parte, invece, sono in aumento i canali di fruizione dei contenuti editoriali ed è una ricerca di Ipsos a rivelare che circa 9,3 milioni di connazionali userebbero i podcast e l’uso degli audiolibri sarebbe cresciuto del 11% nel 2021 rispetto all’anno precedente.
Per questo motivo che i protagonisti del settore starebbero aprendo le porte al Metaverso e secondo una stima di Bloomberg il mercato potrebbe raggiungere 800 miliardi di dollari nel 2024: ma quali caratteristiche dovranno avere gli editori del futuro?
A darci alcune delucidazioni in merito sono gli esperti di Feltrinelli Education che, in collaborazione con POLIMI Graduate School of Management di Milano, durante il prossimo ottobre lanceranno l’Executive Program universitario in Editoria e Digital Media: “È proprio grazie al digitale se il settore dell’editoria sta vivendo un nuovo slancio” afferma Federico Frattini, Dean di POLIMI Graduate School of Management, e continua “I dati AIE del 2021 dicono che il mercato vale 1,7 miliardi di euro ed è in forte crescita rispetto al 2020, tanto che l’Italia si conferma così la sesta editoria nel mondo e la quarta in Europa. Assistiamo frequentemente alla nascita di nuovi prodotti editoriali e formati nativi di differenti piattaforme e canali digitali – come ad esempio podcast e audiolibri – che stanno riconfigurando il mercato editoriale, anticipando trend e tendenze per i prossimi anni. Ci sono, dunque, diversi ambiti di azione in cui il PNRR può rivelarsi efficace, basti pensare alla gestione digitale dei dati di vendita, distribuzione, lettura o l’innovazione nella gestione dei dati relativi al diritto d’autore, che si tratti di libri o di informazione”.
Le realtà che hanno già cambiato direzione
“Al momento le aziende che più sembrano interessate al metaverso sono i grandi colossi internazionali come Nike, Samsung, Coca Cola, e tutti con operazioni legate alla comunicazione” spiega Massimiliano Tarantino, Direttore del Comitato Scientifico di Feltrinelli Education. “Per passare a un mondo più contiguo a quello editoriale – continua – sembrano esserci delle iniziative interessanti nel mondo dell’arte: in questo senso si può vedere la vivace attività degli NFC, spesso collegati alla compravendita di opere d’arte digitali. Nel mondo dell’editoria – prosegue Tarantino – invece i soggetti più vicini a questo mondo sono senza dubbio gli editori di quotidiani e periodici: a titolo d’esempio il Financial Times ha intervistato Nick Clegg (presidente degli affari internazionali di Meta) sul Metaverso, mentre l’importante giornale economico sud coreano Pulse ha iniziato a tenere alcune riunioni di redazione sulla stessa piattaforma. L’editoria libraria sembra invece essere ancora in una fase di osservazione, in attesa di una più chiara delineazione delle opportunità (e dei rischi) di questo tipo di piattaforme”.
L’editore del futuro
Dal saper selezionare i contenuti più idonei al riconoscere i trend di mercato, se cambiano i canali di distribuzione anche le competenze dell’editore di domani dovranno subire dei mutamenti fondamentali. È ancora Frattini a spiegarci cosa dovrebbero fare gli editori durante l’era della realtà virtuale: “Ci sono tanti segnali indicativi di quello che potrà essere il ruolo dell’editore di domani che, pur mantenendo la vocazione storica di mediare la conoscenza, deve avere nuove competenze adattate a uno scenario in rapida evoluzione: la ricerca e la selezione di idee e contenuti, la capacità di identificare i formati editoriali più appropriati e di ascoltare e intercettare le tendenze del mercato, la capacità di gestire l’intero ciclo di vita del prodotto editoriale, dall’ascolto dei pubblici al lancio sul mercato alle analisi economiche” e aggiunge concludendo Tarantino “La competenza più importante per chi vuole lavorare nel mondo editoriale è senza dubbio la capacità di saper scegliere e saper proporre contenuti. I metodi classici di fruizione della cultura non scompariranno. Infatti, si continueranno a leggere libri di carta come si continuerà ad andare ai concerti dal vivo: con ogni probabilità il panorama degli strumenti per fruire dei contenuti editoriali andrà ampliandosi, senza però che gli strumenti classici diventino obsoleti. L’editoria vive nella società e si adatta alle sue trasformazioni. Sul mercato tutti sono chiamati a differenziare, sperimentare, tentare strade mai battute prima pertanto anche l’editoria deve adattarsi a queste dinamiche, come ha iniziato a fare con le sperimentazioni degli ultimi tempi sui podcast, gli audiolibri o la formazione, ad esempio. Con una specificazione importante: l’editore è tale non perché fa libri, ma perché è in dialogo con la società e le sue esigenze culturali che cerca di soddisfare con la sua proposta. Da questo punto di vista la missione fondamentale dell’editoria non cambierà nel prossimo futuro, mentre cambieranno sicuramente (in parte) i mezzi in cui si esprimerà“.