Uscire di casa col virus fuori dalla porta? Troppo stress. Nel 2021 il 52% della popolazione planetaria utilizzerà i canali digitali per fare acquisti
Paura di uscire di casa, Dpcm che sprangano le porte dei centri commerciali, negozi chiusi e con le ragnatele in cassa. La situazione ideale per i colossi tecnologici e per chi gestisce un portale eCommerce. Che infatti stanno registrando crescite straordinarie. Ma la domanda è: quanto durerà ancora? C’è chi è pronto a scommettere che non sarà un fuoco di paglia. «A partire dalla terribile esperienza del Coronavirus, il prossimo anno sarà il digitale a guidare il marketing e le Relazioni Pubbliche», sostengono gli analisti del portale AJ-Com.Net specializzato in campagne di comunicazione e web marketing.
Come andrà l’eCommerce il prossimo anno?
Ecco allora che da AJ-Com.Net vaticinano persino una «esplosione del marketing online sia nelle strategie delle aziende che in quelle dei professionisti, con un e-commerce che nel 2021 salirà in Italia a 148 miliardi di euro, quasi il quadruplo rispetto a quello del 2018». Gli analisti si aspettano che prosegua la crescita a tre cifre (+375%) incominciata ormai tre anni fa. Questo nonostante il crollo del settore del turismo -comunque segmento rilevante della nostra webeconomy -. Ecco che viene stimato un ulteriore aumento del 37% rispetto al 2020. «Prima del Coronavirus i motivi per fare acquisti online erano essenzialmente tre: il prezzo più vantaggioso, la comodità di acquisto e la maggiore varietà di scelta offerta dal web», spiegano gli analisti di AJ-Com.Net. «Ora invece è maggiormente il fattore epidemico a determinare questa scelta. Per molti è la percezione di maggiore sicurezza, per altri è un elemento più psicologico che porta a voler evitare lo stress di dover giustificare ogni minima uscita per andare a fare acquisti».
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Se prima del Coronavirus la domanda dell’e-commerce era trainata prevalentemente dal settore del turismo (20 miliardi di euro nel 2018), nel 2021 la bilancia si sposterà verso altri settori, a partire dal food e beverage (32,9 miliardi di euro), advertising, marketing e relazioni pubbliche (19,2 miliardi), abbigliamento (16,4 miliardi), arredamento (15 miliardi), informatica ed elettronica (13,7 miliardi), incontri e dating online (11 miliardi), farmaceutico, wellness e beauty (9,6 miliardi) ed editoria, dvd e multimediali (8,2 miliardi). A far lievitare questa stima è in particolare l’emergenza sanitaria determinata dal Coronavirus. Secondo quanto osserva AJ-Com.Net, negli anni che verranno la web-economy avrà un valore sempre maggiore rispetto ai settori economici tradizionali. Nel 2021 si arriverà al 52% della popolazione planetaria che utilizzerà i canali digitali per fare acquisti.