Trasformare un’azienda informatica nella prima società italiana per crescita secondo Deloitte è la scommessa vinta da Danilo Fornasieri, CEO di EiS.
Questa è la storia di un acronimo ereditato e declinato in una nuova filosofia di business del valore di oltre 3 milioni di euro. Fino al 2011, momento in cui EiS è stata assorbita, queste tre lettere stavano per “Enterprise Innovation System“. Dal 2011 una nuova storia. Sotto la guida di Danilo Fornasieri e grazie al lavoro di un team innovativo e in continuo mutamento, quella sigla ha assunto un altro significato, almeno nella testa di chi ci lavora: “Essere Innovativi Sempre“. E sembra che questa nuova visione abbia dato i suoi frutti. EiS, società specializzata in Business Intelligence e processi nell’information technology, oggi è tra le sette aziende che negli ultimi quattro anni hanno registrato la crescita di fatturato più alta in Italia. A dirlo è la Technology Fast 500 EMEA, la classifica Deloitte dedicata al settore tecnologico.
Da zero a 4 milioni di fatturato in 4 anni: l’azienda cresciuta di più in Italia
EiS ha chiuso il 2015 con un fatturato da 3,4 milioni di euro. Per Deloitte è l’azienda italiana cresciuta di più negli ultimi 4 anni (+3.265%) e l’ascesa non accenna a fermarsi: per il 2016 l’azienda conta di chiudere con un fatturato da 4 milioni. Il suo organico è composto da circa 90 dipendenti, distribuiti tra Torino, Milano e Roma, età media 28 anni, al 90% laureati. Tra i clienti di EIS ci sono il gruppo Fiat Crysler, Banca Sella e Robe di Kappa. Fornasieri definirebbe EiS una startup, perché ritiene che al di là di uno status economico, questa parola indichi “un modo di pensare, di rimettersi sempre in gioco”, “ma il nostro commercialista non sarebbe d’accordo” precisa, ridendo.
Il founder, un passato in Fiat. Poi il taglio con il passato
Danilo Fornasieri non è nato nel mondo dell’IT come lo conosciamo oggi, bensì ne ha seguito l’evoluzione dal mondo industriale classico. La sua carriera inizia in Fiat, sempre in ambito IT. Oggi guida una squadra che ha fatto della business intelligence un’arte. “Dopo l’acquisizione di EiS nel 2011, abbiamo eliminato tutto ciò che veniva fatto prima e che per noi rappresentava il passato, come la creazione di gestionali o database. Ci siamo orientati sul web e sul mobile, sull’innovazione.
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Lo abbiamo fatto puntando su persone specializzate nel campo. Inoltre abbiamo allargato la nostra visione, diventando consulenti capaci di innestare nella vita delle aziende strumenti di business intelligence, architetture informatiche, processi di business project, arrivando a lavorare sugli smart media e sulla visual identity – la parte più creativa del nostro lavoro, in modo da aiutare le imprese a ripensare e riposizionare la propria immagine”. EiS ha anche sviluppato un software proprietario, un web performer monitor, che permette di aggregare diverse informazioni, fare una comparazione sia a livello di performance sia a livello di prodotto, per misurare le performance del proprio sito internet.
L’importanza del capitale umano
“Nel mondo dell’informatica è stato inventato un po’ tutto”, spiega il CEO di EiS. Ciò che conta oggi è il valore aggiunto che un’azienda porta nell’ambito in cui opera. Prima di tutto c’è l’innovazione: “Ci teniamo sempre aggiornati: può sembrare una banalità, ma non lo è. In un anno investiamo il nostro margine in formazione. Poi investiamo in tecnologia, in consulenze innovative”. Poi c’è quello che l’imprenditore Brunello Cucinelli chiama “il capitale umano”. EiS Academy è nata proprio per arricchire i dipendenti con percorsi di crescita formativi. “C’è un nutrito un gruppo che si occupa di ricerca e sviluppo. Facciamo anche laboratori di videomaking”. Inoltre “portiamo in azienda tirocinanti, laureandi, e li facciamo lavorare sulle nuove tecnologie. L’obiettivo è farli appassionare a cose non nuove, perché il nuovo è relativo, ma che offrano nuove aperture sul mondo del web”.
Il lavoro in Italia? C’è, purché si offra qualità
Dino Maurizio, presidente dell’Associazione Informatici senza frontiere alla fine del 2015 disse: “L’Italia è abbastanza arretrata rispetto agli altri Paesi europei dal punto di vista di accesso alle tecnologie di tipo informatico”. Eppure, secondo Fornasieri, il lavoro in ambito IT in Italia c’è, e il portafoglio clienti EiS lo dimostra. “Se ci si pone delle strategie da seguire, il lavoro in Italia c’è.
La mediocrità non paga più, come succedeva nel passato dell’informatica
Noi siamo nati nel momento di peggior crisi del settore informatico. Ma quando ci parlano di crisi, noi pensiamo alle opportunità, raggiunte attraverso un lavoro di qualità. La mediocrità non paga più, come succedeva nel passato dell’informatica”. Fornasieri ha seguito tutta la curva, ora nuovamente in salita, del settore informatico. “Sono uno di quelli che ha visto e pasticciato con le schede perforate!”, ricorda. “Quando c’è stato il boom, le società informatiche offrivano servizi mediocri a fronte di costi altissimi. Oggi forse paghiamo un po’ questo comportamento del passato. Bisogna ricordarsi che per le aziende l’informatica è un servizio, che permette di tirare fuori il meglio del lavoro”. Ad essere cambiato non è solo il mondo dell’IT, ma i clienti stessi: sono più preparati e sanno che “con poche migliaia di euro si possono fare dei ottimi progetti di business intelligence”.
Il nostro ingrediente segreto per il successo? La fiducia
Per conquistare una crescita a quattro cifre, la più alta a livello nazionale, lavorando nell’IT, la ricetta di Fornasieri è semplice: c’è l’innovazione, il capitale umano, la comprensione del cliente. E poi c’è la fiducia. “Non avevamo un brand altisonante e questo sulla carta fa la differenza. Tuttavia abbiamo costruito una nostra solidità, conquistando la fiducia dei nostri clienti. È l’abc nel lavoro, ma anche nei rapporti umani. L’approssimazione non va bene: ottenere subito con poca fatica è un atteggiamento tipico delle generazioni passate.
Il segreto della leadership è semplice: fai ciò in cui credi. Crea un’immagine del futuro. Vai lì. Gli altri ti seguiranno
Il prezzo ora è una cosa relativa, che si adegua al servizio. Lo vediamo anche quando andiamo al ristorante: vogliamo la qualità e siamo disposti a pagarla”. Sul pagina EiS dedicata all’organico aziendale, prima dei protagonisti EiS, sono espressi i valori dell’azienda. Fra questi ce n’è uno che attira subito l’attenzione: “Siamo quelli che vi chiameranno dopo la consegna del lavoro per sapere se tutto funziona”. “Siamo strutturati in modo da avere del personale che possa seguire tutti i progetti: è un elemento importante e fa la differenza”, conferma Fornasieri. “Ho iniziato da cliente in FIAT. Quando sono passate dalla parte del fornitore, ho iniziato a mettermi nei panni di chi comprava i nostri servizi. Molto spesso i nostri competitor non lo fanno, vedono il cliente sempre come un ostacolo, invece bisogna sempre ascoltare”.
Creare un’immagine di futuro
Sotto la foto di Danilo Fornasieri nel company profile, si può leggere una citazione di Seth Godin, scrittore e imprenditore statunitense: “Il segreto della leadership è semplice: fai ciò in cui credi. Crea un’immagine del futuro. Vai lì. Gli altri ti seguiranno”. Il CEO di EiS qualche idea sul futuro dell’azienda di cui è al comando ce l’ha. “Mi piacerebbe avere un EiS un po’ più internazionale, per allargare le prospettive sui mercati e dare l’opportunità a chi lavora con noi di confrontarsi con l’estero. Secondo me l’evoluzione in questo senso non è lontana…”.
Non chiedetegli a quali numeri aspira perché “non mi sono mai posto degli obiettivi numerici, anche se ogni tanto devo pensarci perché me li chiedono! Quello che spero è di avere un’azienda che cresca bene e sana: è questo che alla lunga fa la differenza”. Crescere, infine, per Fornasieri significa anche saper dire di no, “perché se si cresce in qualità, ci si può permettere anche di scegliere e non prendere tutto quello che arriva”.