(foto via TechCrunch)
La competizione Europas Awards, creata nel 2009 dal giornalista di TechCrunch Mike Butcher, ha premiato il 10 giugno le migliori startup europee. La moneta elettronica e digitale è stata fra le protagoniste assolute dell’evento con due categorie dedicate: Best virtual currency startup e Best fin-tech startup, vera e propria gemella del nostro GrandPrix che proprio a inizio settimana è entrato nel vivo (qui le 14 startup finaliste).
Iniziando dalla prima, merita un approfondimento la vincitrice Bitstamp. Si tratta di una piattaforma per l’acquisto e la vendita di bitcoin su scala globale.
Identificata a febbraio 2014 come più vasta e rilevante dalla Cnn sulla base dei dati raccolti da BitcoinCharts, è gestita dal Ceo Nejc Kodrič. La sede è a Londra, anche se tutto è partito dalla Slovenia come alternativa della (tristemente) nota Mt.Gox. Sulla piattaforma è possibile fare trading bitcoin, non solo in dollari ma anche in euro in modo semplice e veloce con trasferimenti in denaro attraverso i conti correnti di quasi tutte le principali banche europee. Bitstamp dà anche la possibilità di intervenire sulle API per personalizzare l’accesso al proprio borsellino. Funziona, inoltre, non solo per i bitcoin ma anche come ponte per il protocollo di pagamento Ripple (ne abbiamo parlato qui). Lato utente, per acquistate bitcoin il primo passo da fare è quello di aprire un account Bitstamp trasferendo all’interno del denaro. Verrà così assegnato un codice identificativo di 11 cifre per avere accesso al proprio “conto/borsellino” virtuale. Vi è anche la possibilità di decidere il prezzo minimo/massimo al quale si desidera acquistare la moneta virtuale.
Tra le finaliste ci sono altre esperienze interessanti, a partire dalla britannica Coinfloor, che si è concentrata in modo particolare sulla sicurezza e le procedure antiriciclaggio nella gestione degli scambi bitcoin/moneta.
Un aspetto importante in un settore che, come sappiamo, manca di qualsiasi regolamentazione centrale. La conversione processabile è diretta e consente di scambiare bitcoin in sterline. Nell’ottobre del 2013 la startup ha catturato l’interesse degli investitori e venture capital (Passion Capital, Transferwise, Taavet Hinrikus), ricevendo finanziamenti il cui ammontare non è stato reso noto. Una ultima curiosità: tra i fondatori c’è anche un italiano, Amadeo Pellicce.
Safello è invece nata nel luglio 2013 per dare al mercato della valuta elettronica un modo sicuro per comprare, vendere e immagazzinare bitcoin.
L’obiettivo è la creazione di un team di specialisti della sicurezza, imprenditori ed esperti di Bitcoin. Safello apporta all’industria Bitcoin maggiore conformità e sicurezza, pur conservando un’interfaccia facile da usare.
LocalBitcoins è invece un mercato nel quale è possibile scambiare bitcoin localmente in contanti oppure online con il metodo di pagamento che si preferisce. La piattaforma consente di scambiare la criptovaluta in 5962 città e 231 Paesi inclusa l’Italia. Il valore aggiunto è la geolocalizzazione che permette di cercare chi vende e compra bitcoin localmente. Per i più curiosi ecco il link al video tutorial che spiega più in dettaglio come funzione la piattaforma.
L’universo Bitcoin si presenta quindi un palco attrattivo per le startup destinate ormai a giocare un ruolo di primo piano nella rivoluzione finanziaria in corso grazie al crescente affermarsi delle monete cosiddette virtuali.