Un ingegnere meccanico laureatosi a Torino nel 1950 devolve regolarmente una parte del suo patrimonio personale alla startup ritenuta più innovativa
Novant’anni e tanta voglia di educare, innovare, imprendere. Questo il motto di Giovanni Cottino, un ex imprenditore che ha deciso di vestire i panni del mecenate-filantropo. E’ La Stampa ad aver scovato questa storia curiosa che vale la pena di essere raccontata. Il signor Giovanni è un ex imprenditore, negli Anni ’80 e ’90 le sue aziende contavano 1.200 dipendenti e fatturavano l’equivalente di 250milioni di euro: il core business erano i componenti di elettrodomestici e si può tranquillamente dire che, nel campo, erano leader di mercato.
Una ricchezza da condividere con i giovani
Ingente, dunque, la ricchezza accumulata in tanti anni di lavoro, una ricchezza che, però, il signor Cottino ha deciso di condividere. Per amore della scienza e a sostegno dei giovani. L’ingegnere meccanico laureatosi a Torino nel 1950, infatti, devolve regolarmente 100mila euro all’anno del suo patrimonio personale all’innovazione o alla startup ritenuta più innovativa, ma anche remunerativa.
Già, perché non è beneficenza pura: “Non siamo solo finanziatori di startup – ha dichiarato al quotidiano torinese il “nonno filantropo” – seguiremo tutto il cammino, dalla ricerca all’impresa”. Il progetto premiato quest’anno è stato quello di Alfonso Iovieno, professore di oftalmologia di Arcispedale Santa Maria Nuova in Emilia Romagna: Eye CoDe, questo il nome del dispositivo, diminuisce il rischio di errore nei trapianti di cornea. Al concorso “Applico” possono partecipare anche realtà straniere, purché poi avviino il business in Italia. Insomma, generoso, lungimirante, innovativo ma anche patriottico. Molto semplicemente, il nonno che tutti vorrebbero avere.