Intervista a Giorgio Pica, ad di GEC, giochi elettronici competitivi: dal 2014 il settore degli eSport è riconosciuto dal CONI. A Roma si è svolto il primo campionato italiano di League of Legend. Ci siamo stati
Sguardo concentrato, dita che scalpitano. Arrivano con le loro divise tutte uguali, da vera squadra. Si siedono su poltrone da pilota e si posizionano davanti alle tastiere. Sono pronti per scendere nell’arena virtuale e affrontare gli avversari. Davanti a loro, il pubblico: segue il gioco come fosse una finale di campionato di calcio, con tanto di telecronaca delle mosse e delle strategie. Col fiato sospeso, col tifo. Sì, perché negli eSport, si consuma tutto sulla strategia, sul lavoro di squadra e il risultato finale può cambiare da un momento all’altro, con una mossa sbagliata.
L’eSport è un fenomeno nuovo per l’Italia, ma che sta crescendo in maniera esponenziale. In pratica è lo sport di giocare ai videogame: da soli, con giochi di strategia assimilabili per esempio a una partita a scacchi, o in gruppo, con squadre che si allenano insieme e che si affrontano in tornei online con altre squadre, magari in stadi gremiti di spettatori.
All’estero il settore è consolidato, soprattutto in Asia, dove ragazzini che uno spettatore comune potrebbe etichettare semplicemente come “smanettoni” in realtà vincono premi milionari e si allenano 8 ore al giorno. Nel 2016 il montepremi del torneo The International di Dota 2 ha sfondato quota 20 milioni di dollari.
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In Europa, invece, ci sono paesi come la Norvegia che stanno pensando di sostituire l’ora di educazione fisica con un’ora di e-sport. In Italia il settore ha cominciato ad acquisire importanza nel 2014 quando è nato GEC, Giochi Elettronici Competitivi, il settore sportivo Italiano dell’eSport riconosciuto anche dal CONI. GEC è nato per regolamentare e promuovere come discipline sportive gli eSport, insegnare un corretto utilizzo dei videogame e sviluppare l’industria del gaming.
GEC ha regolamentato e dato al settore standard comuni: ad agosto 2016 ha superato le 50 associazioni affiliate con 20.000 atleti tesserati ed oltre 250 tornei ufficiali. GEC è anche una startup che, insieme a Romics, la fiera del fumetto di Roma, giunta quest’anno alla sua XX edizione, ha organizzato Lega Prima, il primo campionato italiano di eSport, dedicato a League of Legend (Riot Games), tenutosi nei giorni della fiera, dal 29 settembre al 1 ottobre.
Non si è trattato di uno dei tanti tornei che vengono organizzati in tutta Italia, ma il primo Campionato Italiano del settore. Startupitalia ne ha parlato con Giorgio Pica, ad di GEC, incontrato proprio nella cornice di Romics 2016.
Prima domanda, per non addetti ai lavori. Definizione di eSport.
«Per noi sono come uno sport tradizionale: quindi competizione, allenamento, disciplina, luogo di aggregazione tra giocatori. Niente di differente dallo sport tradizionale. Chiaramente hanno un’attività fisica minore rispetto agli sport che tutti conosciamo, ma dal punto di vista mentale, di concentrazione e preparazione, sviluppano delle qualità superiori rispetto a sport con più attività fisica».
Tecnicamente come si svolge un torneo?
«Dobbiamo immaginare che la macchina, il computer o una consolle è semplicemente l’interfaccia con cui un giocatore si sfida contro altre persone. Il computer sta al giocatore come il pallone sta a un calciatore. Non si gioca contro un computer ma si sfidano altre persone. La squadra è fisica e l’arena è virtuale, quindi i rapporti tra i giocatori sono gli stessi che possono esserci in una squadra di calcio o pallavolo»
Che tipo di videogame si giocano?
«Esistono giochi di vario genere. Ci sono giochi strategici con due squadre, in cui ci si sfida 5 contro 5, come il calcio, o giochi che sono simulazioni di sport reali; oppure i giochi di strategia uno contro uno, una specie di evoluzione elettronica di una partita a scacchi»
Ci racconti il primo campionato italiano di eSport svolto qui a Romics?
«Lega Prima è il primo campionato italiano di League of Legends, organizzato da GEC e Romics. Abbiamo selezionato noi 4 società, le più importanti che ci sono in Italia e poi come GEC abbiamo organizzato un torneo di qualifica dove le prime classificate hanno avuto accesso al torneo. Abbiamo invitato le migliori 8 squadre italiane che si sono sfidate per i primi due turni venerdì e sabato, e che si giocheranno la finale in primavera. A Romics a livello organizzativo abbiamo dato qualcosa che non c’era mai stato in Italia, un evento unico e primo nel suo genere»
Che risposta avete avuto dal pubblico?
«Ottima. Ci sono stati molti curiosi: questo settore è poco conosciuto nel nostro Paese perché è nato da poco. Noi siamo partiti con 3 associazioni nel 2014, ora sono oltre 50, in tutta Italia dal nord e sud, coprono tutto il territorio italiano. Le società che praticano gli e-sport si specializzano in un gioco o in un altro, alcune creano un proprio circolo come luogo di aggregazione per le persone che si allenano e stanno insieme».