Chi è il ministro delle Finanze dell’Aia, giovane e promettente falco olandese che a forza di rigore rischia di tramutarsi in avvoltoio
Continua imperterrito per la propria strada di rigorista duro e puro, a tratti talebano, il ministro olandese, l’impronunciabile Wopke Hoekstra. Già finito al centro di numerose polemiche, anche in patria, per avere proposto una indagine su quei Paesi che oggi si ritrovano senza le risorse necessarie per superare la crisi del Coronavirus («Dal ministro olandese parole ripugnanti», la replica del premier portoghese, Antonio Costa) e solo apparentemente pentito («Forse non sono apparso abbastanza empatico»), oggi il capo dei falchi del Nord Europa ha rilasciato a Repubblica una intervista in cui dimostra di non volere indietreggiare dalle proprie posizioni: non solo niente covidbond, ma per Wopke Hoekstra la sola arma a disposizione dell’Ue, il Fondo salva Stati (MES) dovrà essere usato con il solito rigore, senza eccezioni.
Wopke Hoekstra
Cosa ha detto Wopke Hoekstra
«Per noi l’obiettivo è duplice: rispondere alle esigenze immediate e assicurarci che a lungo termine gli stati membri e la zona euro siano resilienti. In passato il Fondo ha dato ottimi risultati». Così il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra, dalle colonne del quotidiano diretto da Carlo Verdelli.
Wopke Hoekstra
«Anche nella strategia di lungo termine dobbiamo assicurarci che l’Unione sviluppi resilienza e prosperità capaci di durare nel futuro», ha dichiarato Hoekstra . «Concordo sul fatto che gli strumenti per riuscirci debbano essere comuni, ma ci sono differenti punti di vista. A nostro avviso la BCE sta facendo abbastanza e gli Eurobond non rappresentano una soluzione».
Wopke Hoekstra nega che l’Olanda non sia solidale: «Lo siamo al punto che abbiamo proposto un Fondo europeo per la Sanità al quale vogliamo contribuire con denaro fresco. Vogliamo aiutare i sistemi sanitari sovrastati dalla pandemia. Verseremo fino a un miliardo e altri Paesi vogliono partecipare: se seguiranno in molti, potremo raccogliere tra i 10 e i 20 miliardi». Nei giorni scorsi infatti il governo olandese aveva proposto di destinare a tal fondo 1 miliardo e duecento milioni. Briciole, rispetto ai danni che tutti i Paesi europei rischiano di subire dalla ventura crisi economica che seguirà all’emergenza sanitaria e al lock down.
Wopke Hoekstra e Roberto Gualtieri
Hoekstra contestato anche in patria
Anche in Olanda aumentano le critiche politiche al rigore senza se e senza ma propugnato dal ministro delle Finanze. «L’Italia è in rovina. Per quanto mi riguarda, il primo messaggio che dovremmo mandare è: vi aiuteremo», ha dichiarato Gert-Jan Segers, leader dell’Unione cristiana, membro della coalizione di governo. «La schiettezza del nostro contabile rischia di provocare un enorme disastro diplomatico. Se non esplorassimo tutte le soluzioni finanziarie e i mezzi finanziari possibili per uscirne insieme tradiremmo la peggiore forma di rigidità ideologica», ha commentato Rob Jetten, a capo dei liberali D66. Ancora più duro il leader dell’opposizione laburista Lodewijk Asscher: «Hoekstra con le sue dichiarazioni sta minacciando il futuro dell’Ue».
I ministri delle Finanze Olaf Scholz, Bruno Le Maire e Wopke Hoekstra
Chi è il falco Olandese che ce l’ha con l’Italia
Wopke Hoekstra non è nuovo a pesanti esternazioni sul presunto lassismo nei conti pubblici dimostrato da Roma. Per la verità, l’Olanda non è nuova a dichiarazioni al limite del tollerabile. Il suo predecessore, Jeoren Dijsselbloem, nel 2017 da presidente dell’Eurogruppo disse: «Il Sud Europa spende tutti i soldi per alcol e donne e poi chiede aiuto».
Wopke Hoekstra
Sul finire del 2018, quando all’ultimo l’Italia scampò al rigore di Bruxelles rivedendo a ribasso la propria legge di Bilancio, Wopke Hoekstra, indiavolato, prese carta e penna e scrisse alla Commissione per chiedere come mai non fosse stata intrapresa la strada della procedura di infrazione ai danni di Roma. Poi, annunciò battaglia in ogni sede, perché “quella manovra italiana non s’ha da fare”, ripeteva ossessionato.
Wopke Hoekstra
Quarantacinque anni, fervente credente, golden boy della politica olandese (è stato il candidato più giovane eletto al Senato), Ministro delle Finanze dal 2017 del terzo governo di Mark Rutte, Wopke Hoekstra è membro del partito “Appello Cristiano Democratico”, uno dei quattro che compongono l’attuale coalizione di governo. Più che un politico un grigio ragioniere senza palpiti e incapace di esternare emozioni. Nel suo curriculum figurano anche trascorsi italiani: nel 2000, a 25 anni, ha studiato giurisprudenza e politica internazionale a all’Università Luiss-Guido Carli di Roma. Non sappiamo se si deve a quegli anni giovanili il suo attuale risentimento nei confronti dell’Italia e degli italiani. Nel 2005 si è laureato con un diploma Mba all’Insead di Fontainebleau e Singapore. Prima di entrare nel governo, Hoekstra ha lavorato nella società di consulenza McKinsey e anche per la compagnia petrolifera Shell.
Nonostante il suo partito sia minoritario anche nella coalizione di maggioranza, su molti temi Hoekstra sembra scavalcare il premier Rutte e imporre la sua visione rigorista all’intero esecutivo. Considerato dagli stessi olandesi un falco, per un numero sempre crescente di oppositori rischia di trasformarsi in avvoltoio e le sue politiche di eccessivo rigore potrebbero finire per uccidere le economie di quegli Stati che oggi chiedono aiuto e maggiore solidarietà. La domanda che infatti gli olandesi hanno bene in testa ma che nessuno al momento osa porre pubblicamente è: “Domani a chi venderemo i nostri tulipani?”