«Stiamo esplorando vari percorsi per rispondere alle conseguenze socio-economiche della pandemia»
Il belga Charles Michel, alla guida del Consiglio europeo, ribadisce la propria vicinanza all’Italia e si fa portatore dei nostri interessi che, come è noto, sui covidbond (o comunque su strumenti che consentano di ripartire tra i 27 Paesi dell’Unione europea i costi della ricostruzione post – pandemia) sono condivisi anche da altri 9 Paesi del Vecchio continente. Il concetto è stato nuovamente espresso alcuni istanti fa, al termine di una riunione con i vertici della Banca centrale europea, con Mário Centeno, numero 1 dell’Eurogruppo e con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen che, invece, si è recentemente schierata con la Germania.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel
Michel: “Serve spirito solidale”
«Stiamo esplorando vari percorsi per rispondere alle conseguenze socio-economiche della pandemia. L’unica strada è una strategia comune in uno spirito di solidarietà». È quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dopo la riunione. «Per riavviare l’economia europea – ha affermato – dovremo usare tutte le leve, nazionali ed europee». Poi però ha aggiunto: «Tutte le opzioni compatibili con i trattati sono da considerare». E i covidbond, è noto, non rientrano nelle previsioni dei Trattati istitutivi, anzi, richiederebbero una modifica apposita. Anche per questo diversi tra gli esponenti favorevoli alla ripartizione del debito non li ritengono lo strumento più efficace, visto che dilaterebbero eccessivamente i tempi.
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Ieri Mário Centeno, numero 1 dell’Eurogruppo nonché ministro delle finanze del Portogallo aveva fatto trapelare alla stampa che intende portare sul tavolo dei 27 ministri dell’Economia tutte le opzioni discusse in queste giorni su tavoli formali e non, dunque dal Mes ai Coronabond.
I ministri delle Finanze tedesco, francese e olandese
Germania e Olanda ribadiscono “no” ai covidbond
Nel pomeriggio Berlino e Amsterdam hanno invece ribadito il “no” a eventuali Eurobond ad hoc. Il ministro delle finanze tedesco, Olaf Scholz ha parlato di «solidarietà, a patto che sia ben ponderata», mentre il suo omologo olandese, l’impronunciabile Wopke Hoekstra, ha dichiarato: «La nostra posizione sui coronabond è ferma, ma non quella sulla solidarietà. Vogliamo vedere in modo solidale cosa è razionale e ragionevole fare».
Il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron
© Palazzo Chigi
I due fronti contrapposti
Attualmente, il fronte mediterraneo è rappresentato da Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron che guidano la coalizione sorretta anche da Pedro Sánchez, Primo Ministro della Spagna, Sophie Wilmès, Primo Ministro del Belgio, Kyriakos Mitsotakis, Primo Ministro della Grecia Leo Varadkar, capo del governo irlandese, Xavier Bettel, Primo Ministro del Lussemburgo, António Costa, Primo Ministro del Portogallo e Janez Janša. Dovranno vedersela con i fautori del rigorismo nordico, in minoranza (rappresentano il 40% del Pil europeo), ma guidati da due falchi temibili: Angela Merkel e l’olandese Mark Rutte.