È tregua armata tra la numero 1 della Commissione europea, che in serata aveva detto di comprendere i timori tedeschi e il governo italiano, che sulla suddivisione delle spese per la ricostruzione non vuole cedere
Si arricchisce di nuovi fotogrammi l’intenso film della giornata che ha visto Roma e Bruxelles arrivare ai ferri corti come mai prima d’ora. Dopo le forti reazioni del governo italiano, infatti, la Commissione europea ha emesso una nota in cui corregge parzialmente le dichiarazioni della sua presidente, Ursula von der Leyen (“tutte le opzioni – viene comunicato – sono ancora sul tavolo” ma viene anche aggiunto che dovranno “rispettare i limiti dei Trattati”).
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Pochi minuti fa, inoltre, la numero 1 della Commissione avrebbe telefonato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la polemica sarebbe rientrata benché si sia ancora lontani da una soluzione sul piano economico. L’Unione europea come intende supportare la ricostruzione: chiederà all’Italia di avvalersi del Mes oppure valuterà la proposta dei Covidbond?
L’Ue: “Tutte le opzioni sul tavolo”. Anche i Covidbond?
“In questo momento, la Presidenza non esclude alcuna opzione entro i limiti del trattato”. Così la Commissione dopo la polemica scoppiata in serata. “Come primo passo stiamo lavorando a una piena flessibilità dei fondi esistenti, come i fondi strutturali. Ciò fornirà supporto immediato. Per garantire il recupero, la Commissione proporrà modifiche alla proposta del Mff che consentiranno di affrontare le conseguenze della crisi coronavirus”, aggiunge la nota, lasciando intendere che non è stata ancora scartata l’ipotesi dei Covidbond.
Prendiamo atto del chiarimento fornito dalla Presidente della Commissione europea @vonderleyen rispetto alle parole sbagliate sui #coronabond. Ora la Commissione lavori davvero a tutte le opzioni possibili, nessuna esclusa. Non c’è tempo da perdere.
— Roberto Gualtieri (@gualtierieurope) March 28, 2020
“Prendiamo atto del chiarimento fornito dalla Presidente della Commissione europea von der Layen rispetto alle parole sbagliate sui Coronabond. Ora la Commissione lavori davvero a tutte le opzioni possibili, nessuna esclusa. Non c’è tempo da perdere”, twitta dopo poco il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
Von der Leyen: “Comprensibili preoccupazioni tedesche”
La miccia era stata accesa verso le 19 da Ursula von der Leyen che, rendendo una dichiarazione alla stampa tedesca aveva detto: “I Covidbond sono solo un slogan, dietro c’è la questione più grande delle garanzie. E in questo le riserve della Germania e di altri paesi sono giustificate”. L’Italia sembra quindi aver perso il suo alleato più prezioso in seno all’Unione europea: la Commissione. O per meglio dire, la sua presidente, la tedesca (guarda caso) Von der Leyen.
Cari italiani, in questo momento difficile, voglio dirvi che non siete soli. L’Italia è parte dell’Europa, e l’Europa soffre con l’Italia. In ??siamo tutti italiani. The @EU_Commission will channel several billions of € to ?? to help SMEs, healthcare sector & the people #COVID19 pic.twitter.com/2ZN4qXz61Y
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 11, 2020
Dimenticato il tweet in italiano dell’11 marzo scorso in cui la numero 1 della Commissione si diceva al fianco del nostro Paese (“in questo momento difficile, voglio dirvi che non siete soli. L’Italia è parte dell’Europa, e l’Europa soffre con l’Italia. In Europe siamo tutti italiani”), von der Leyen ha sconfessato anche il commissario all’Economia Paolo Gentiloni che pure nei giorni scorsi aveva affermato che i covidbond fossero sul tavolo e taglia corto: “Non si lavora sui Coronabond” e comunque sul loro utilizzo ci sarebbero “evidenti limiti legali”. “Per questo – ha concluso -, come Commissione, abbiamo ricevuto il mandato dal Consiglio di elaborare un piano di ricostruzione. Questo è il binario sul quale stiamo lavorando”.
Il premier italiano Giuseppe Conte e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
© Palazzo Chigi
Le reazioni del governo italiano
“Sia all’altezza della situazione e della storia” la replica di Conte che, informato del cambiamento di vedute della Commissione durante una conferenza stampa, evita di nominare direttamente la von der Leyen riferendosi genericamente all’Europa. Quindi un’altra sferzata: “Non abbiamo fatto una proposta alla Commissione, ma all’Eurogruppo e sta all’Eurogruppo elaborarla”.
L’Unione europea ha un appuntamento con la storia e la storia non aspetta, bisogna esserne all’altezza. La reazione all’emergenza #Coronavirus deve essere forte, vigorosa e coesa. Mi batterò per i cittadini italiani fino all’ultima goccia di sudore.
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) March 28, 2020
Duro anche il commento che le riserva il ministro all’Economia, Gualtieri: “Le parole di von Der Leyen” sui Coronabond “sono sbagliate”. Per Roma, quella indicata nella lettera dei nove capi di Stato europei “è la risposta più adeguata per uno shock simmetrico sull’economia e tutti devono essere all’altezza della sfida, anche la presidente della commissione europea”.
Il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron
© Palazzo Chigi
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In contemporanea, in soccorso dell’Italia si è presentata la Spagna, il secondo Paese in Europa per numero di contagi. “Noi spagnoli abbiamo protetto l’Europa ogni volta che abbiamo votato e manifestato, adesso tocca alla Ue proteggere l’insieme dei cittadini europei, i più deboli”, ha avvertito il premier spagnolo Pedro Sanchez in conferenza stampa oggi alla Moncloa. Sanchez ha anche rimarcato che “l’Europa deve mettere in piedi una economia di guerra con mezzi che sostengano l’indebitamento pubblico” tornando ad evocare “un nuovo piano Marshall”.
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Nel giorno in cui il presidente francese Emmanuel Macron ha rilasciato un’intervista a tre quotidiani italiani nella quale sprona l’Unione europea a vincere le resistenze di Berlino e Amsterdam e il premier italiano, dalle colonne del Sole 24 Ore, ha provato a stringere gli avversari in una inedita manovra a tenaglia italo-francese (mai così esplicito Conte: “L’Europa eviti errori tragici”), la Germania di colpo riacquista un potente alleato che potrebbe contribuire a far tramontare definitivamente l’ipotesi degli eurobond a favore dello strumento del Mes, alle condizioni imposte però da Angela Merkel. Spaccature pericolose in una Europa già stremata dalla pestilenza del Coronavirus e che si trova sulla soglia di una delle peggiori tempeste economiche dei tempi moderni.