Countdown per il nuovo imperdibile #SIOS19, l’appuntamento annuale con lo StartupItalia Open Summit per decriptare i messaggi dal futuro, previsto a Milano in collaborazione con l’Università Bocconi lunedì 16 dicembre e i nuovi “Award” aperti a tutte le aziende, startup, PMI, multinazionali che ragionano “da startup”
C’è un dipinto esposto alla Pinacoteca di Brera a Milano che mette in scena in abiti quattrocenteschi due filosofi raffigurati in modi molto diverso tra loro, e caratterizzati da atteggiamenti opposti. Un filosofo che piange e un filosofo che ride. Si tratta di Eraclito e Democrito. Tra loro troneggia un globo terrestre, simbolo del futuro inquieto o emozionante, tutto da scoprire. E poi ancora alcuni libri e un fregio architettonico romano. L’opera è di Donato Bramante, eclettico artista urbinate definito “cosmografo, poeta volgare, pittore valente et gran prospettivo”.
Un dipinto entrato di fatto nella storia dell’arte. Eraclito piange per l’inutilità di un mondo creato dal farsi e disfarsi degli atomi, col suo panta rei, quel concetto del tutto scorre così contemporaneo in questi anni liquidi, connessi, virtuali. Secondo alcuni a piangere in Eraclito è il principe committente, demotivato per la sua vita ridotta alle incombenze politiche (e mai interpretazione è così calzante rispetto a questi nostri giorni). A ridere invece è Democrito, ma è un riso incentrato sulla follia dell’uomo e sul distacco del saggio.
L’affresco decorava casa Visconti Panigarola in pieno Rinascimento, prima di essere staccato e portato su tela. Però se provassimo ad astrarci da questa visione tra follia e malinconia potremmo suggestionarci tra due idee contrapposte sul futuro. Perché c’è un interrogativo basilare: in un’epoca positiva che cerca i valori dell’uomo e nuovi confini terrestri come dovremmo porci? In fondo – possiamo concludere in modo anche semplicistico – tutto dipende da come guardiamo il mondo e dal modo in cui ci poniamo nei confronti della vita che scorre.
INSIEME PER DECIFRARE IL FUTURO
Un futuro da provare a decriptare, disegnare, costruire. Oggi tutti gli indicatori definiscono questo tempo come il tempo migliore di sempre. Ripetiamo, nonostante tutto. Con un segno positivo destinato a durare e ad aumentare. A metterlo nero su bianco sono stati i ricercatori dell’MIT di Boston. “The Tech World Is Convinced 2021 Is Going to Be the Best Year Ever”: in questo report, passato per lo più sotto silenzio, hanno raccontato come le tecnologie stiano per regalarci il momento migliore, quel tipping point segnato nel calendario nel 2021. Non si tratta solo però di tecnologia: la rivoluzione passa da un nuovo umanesimo e da un miglioramento della qualità di vita. Il mondo non è mai stato meglio di così, nonostante tutto. Certo, viviamo anni fragili, anni connessi e accelerati, anni di transizione, anni disintermediati e globali, anni nei quali la crisi ambientale si è fatta più incombente. Ma questi sono anche gli anni nei quali ciascuno può fare la differenza, se lo vuole davvero. Con costanza, passione, studio. E anche con un po’ di fortuna.
Sono gli anni nei quali Davide e Golia si contengono lo scettro, in un agone molto più vasto e con un digitale che ha reso possibile ogni trasformazione. Qualche tempo fa Charles Kenny su The Atlantic ha affermato che il periodo che stiamo vivendo è stato segnato dai miglioramenti più significativi di sempre nella qualità di vita, grazie a innovazioni che di fatto oggi sono un patrimonio acquisito dell’umanità. C’è di più. «Il mondo è più istruito, meglio nutrito, più sano, più libero e più tollerante, e sembra destinato a diventare più ricchi», così ha affermato Kenny. Nel frattempo l’ONU ha riferito che quest’anno la mortalità infantile globale è più che dimezzata rispetto al 1990 e il numero delle persone che vivono in condizioni di povertà estrema si è più che dimezzato.