Intervista a Jason Nadal, uno dei punti di riferimento Microsoft per evangelism e startup in Europa. Quando si parla di l’innovazione, dice a StartupItalia!, Microsoft ha le idee chiare
Jason Nadal mi accoglie nel bel mezzo di un hackathon: “Quelli che vedi qui sono i responsabili IT di un bel numero di aziende italiane – mi dice – e l’obiettivo della settimana è farli tornare a casa con un prototipo funzionante che possa finire dritto dritto in un prodotto da sviluppare per essere venduto”. Che poi è l’esempio perfetto di quanto Microsoft punta a fare con il suo nuovo programma per le startup: con un investimento complessivo da 500 milioni di dollari, l’obiettivo è fornire un supporto concreto per aiutare le più promettenti a farsi largo a livello nazionale e internazionale.
E poiché, dice, “il mondo non è un codice binario” e non esiste semplicemente una soluzione buona per tutti: dunque, secondo il direttore del programma di innovazione, startup ed evangelism di Microsoft per il Sud Europa occorre impegnarsi per offrire a ciascuno quel che davvero serve per raggiungere il successo.
Fare chiarezza
Il frutto della nostra conversazione, durata ben più del tempo che ci eravamo ritagliati nel corso di un pomeriggio alla Microsoft House in piena Digital Week, si può riassumere così: Microsoft for Startup è uno strumento affilato che Redmond punta a sfruttare per due scopi. Il primo è, nelle parole di Jason, “come superare la prossima generazione di problemi con la prossima generazione di strumenti tecnologici”: ovvero continuare a tenere gli occhi ben piantati sull’innovazione e sul progresso tecnico, cercando di evitare il più possibile di finire per stagnare in una comoda nicchia piccola o grande che sia fatta di prodotti di successo (basti pensare a Windows) che tuttavia hanno raggiunto una maturità stabile e che si presta meno di altri prodotti a innovazione dirompente.
Il secondo aspetto forse è quello che più interessa da vicino l’ecosistema. “Microsoft lavora da molto tempo con le startup, abbiamo relazioni stabili con tutti i protagonisti di questo mondo dai VC all’ecosistema in generale – mi racconta Nadal – ed è nostra ferma intenzione collaborare con l’intero ecosistema ed essere al suo servizio. Ma poiché come tutti abbiamo risorse che non sono illimitate, ci siamo posti un nuovo obiettivo: cerchiamo di offrire un aiuto concreto a quelle aziende che abbiano fondamenta solide e che stiano sviluppando un prodotto che possiamo contribuire a far scalare”.
In altre parole: la presenza di Microsoft all’interno del mercato le consente di individuare quelle realtà che sono pronte a fare il grande salto e a cui manca solo una piccola spinta. Può trattarsi di un problema tecnico, di un business model da tarare, del sostegno necessario per allargarsi a un mercato più ampio a livello nazionale o internazionale. Nadal usa un’espressione quasi intraducibile in questo caso: “fewer, but deeper”, ovvero l’obiettivo è quello di effettuare una severa selezione delle startup che si qualificano per il programma ma fornire loro un contributo in termini di sostegno che sia in grado di incidere in modo decisivo nella loro crescita.
L’importante è che questo impegno non si traduca mai in un mero esercizio di marketing: non si tratta di avere un portafoglio di startup da vetrina da mostrare agli azionisti, sostiene Nadal, bensì di conoscere lo stato dell’arte dell’ecosistema per valutare l’impiego di soluzioni innovative in casi reali. In un contesto nel quale il “time-to-market” costituisce un fattore dirimente tra successo e fallimento, fare tesoro di un prodotto già pronto all’uso costituisce un’opportunità da non sottovalutare – senza fare troppe distinzioni sulla sua provenienza.
Spazio e tempo
Come è ovvio il nuovo Microsoft for Startup è l’evoluzione di Bizspark, legato soprattutto a un aspetto: l’accesso alle tecnologie, da solo, non basta più a fare la differenza. Esistono molti modi per provare la piattaforma Microsoft, che nel frattempo poi si è fatta anche più aperta e tiene conto del fatto che ci sono tecnologie trasversali che si appoggiano a vendor diversi per parti diverse del prodotto finale (la svolta verso l’open-source è una di quelle senza ritorno). Chi è già parte di Bizspark continuerà a fruire delle condizioni offerte fin qui fino alla scadenza del programma, solo con una interfaccia diversa: per tutti gli altri c’è startups.microsoft.com.
“Il nostro programma ora è più ambizioso, e fa molta chiarezza nel modo in cui funziona: sono più chiare le motivazioni e gli obiettivi del programma – spiega a StartupItalia! Nadal – e questo è fondamentale in un campo dove la trasparenza è indispensabile”. Nel complesso l’impegno di Microsoft sarà maggiore che in passato, ma con obiettivi più precisi e definiti. Ciò consentirà di curare maggiormente la selezione delle aziende coinvolte nel programma, e di aprire loro le porte dei Reactor (ci sono anche in Europa: Parigi, Berlino, Londra e Tel Aviv), i nuovi punti di attrazione per mettere seduti attorno allo stesso tavolo investitori, aziende, startup e tutti i membri dell’ecosistema.
Un esempio me lo fornisce lo stesso Nadal: Unbabel, una startup portoghese (Jason è basato proprio a Lisbona) con uffici anche a Londra e negli Stati Uniti, che è stata giudicata interessante e che in Microsoft ha trovato inizialmente un supporto tecnico. Unbabel si occupa di traduzione automatica, un tema che Microsoft conosce e sul quale è attiva, e la sinergia è stata immediata: a Unbabel si sono aperte le porte del supporto tecnico, ma gli è stato offerto anche un aiuto per conoscere meglio Dynamics (il CRM di Microsoft) e altri strumenti disponibili sulla piattaforma Microsoft. In breve Unbabel si è ritrovata a Redmond, a colloquio col CEO Satya Nadella che ha voluto sapere di più di questa realtà, e a gennaio ha anche annunciato un nuovo round di investimenti da 23 milioni in cui è entrata anche Microsoft Ventures.
“Una volta che sei dentro – racconta Nadal – non vedi solo un pezzo ma tutte le tessere del puzzle: non devi usarle tutte, ma sai che sono lì pronte ad essere sfruttate quando serve. Così si può contribuire in modo decisivo alla strategia di crescita di una startup: a qualcuno può servire un supporto tecnico, a qualcuno un supporto strategico per raggiungere presto e bene il mercato”. Il nuovo Microsoft for Startup permette in teoria di fare di più e meglio, vista anche la cospicua dotazione di fondi messa a disposizione: ma naturalmente starà a Microsoft riuscire davvero a incidere in questo mondo.