Il mobile commerce, quale naturale successore dell’e-commerce e come strumento chiave di arricchimento dell’offerta delle diversi soluzioni di wallet digitali che a breve saranno disponibili sul mercato, ha un’enorme attrattività perché in grado di connettere gli esercenti direttamente con i loro clienti e di farli venire a conoscenza dei gusti, delle abitudini e delle preferenze di questi ultimi. I benefici spaziano dai programmi di loyalty ai servizi di couponing alla possibilità di customizzare la comunicazione e le offerte promozionali. I vantaggi sono dunque chiari, ciò che appare meno evidente è la tecnologia che consentirà di massimizzare questi vantaggi con il minimo sforzo di investimento e integrazione. La sfida in particolare è tra BLE (Bluetooth Low Energy) e NFC (Near Feald Communication).
Quando si è iniziato a parlare dell’Apple iBeacon molti analisti avevano proclamato la morte del NFC. Eppure di quest’ultimo si continua ancora a parlare e tante aziende continuano a investire. Anche se ad un primo sguardo fare una comparazione potrebbe sembrare come il voler confrontare “apples & oranges” come dicono gli inglesi, tenteremo di spiegare cosa si cela dietro queste due incomprensibili sigle.
Innanzitutto è bene precisare che iBeacon o PayPal’s Beacon, le soluzioni di Apple e PayPal, non sono di per se stesse delle tecnologie. Sono una estensione della tecnologia chiamata appunto Bluetooth Low Energy (BLE), di cui si parla da circa un decennio. L’NFC a sua volta è un’estensione della RFID ed è ancora meno giovane: i primi tentativi risalgono agli anni quaranta.
BLE permette ai nostri smartphone di ricevere segnali dai trasmettitori wireless (BLE Beacons) che continuamente generano messaggi per cercare dispositivi connessi e presenti nei dintorni.
L’NFC invece consente agli smartphone di comunicare con i cosiddetti NFC Tags ma solo a una distanza molto più ravvicinata, si parla di centimetri. Un’altra differenza è sul tipo di smartphone o meglio software che supporta le due tecnologie: perché come i più sanno iOS ha deciso di non dotarsi di NFC mentre per supportare il BLE è sufficiente che il dispositivo sia dotato di Bluetooth 4.0 che è presente oramai sulla quasi totalità dei dispositivi.
L’esperienza utente nel caso BLE è on-to-many: quando lo smartphone dotato di Bluetooth entra nel raggio di trasmissione questo riceve un segnale con le misure che determinano in modo approssimativo la distanza dal beacon. Il sistema operativo a quel punto fa in modo che l’app interroghi l’ID sulla azione da intraprendere. La facilità di utilizzo sta dunque nel fatto che l’utente finale risponde a notifiche che sono generate nel momento in cui si trova nel raggio d’azione di un BLE Beacon.
Nel caso del NFC invece la user experience è on-to-one: è il cliente che decide di interagire (in genere per fare acquisti) con un NFC Tag ponendo il proprio smartphone a meno di 4 centimetri dal tag stesso. Il vantaggio sta nel fatto che è il consumatore a scegliere se e quando interagire con l’NFC tag. I cosiddetti servizi geolocalizzati dunque possono essere forniti in modo più efficiente tramite BLE per il semplice fatto che possono essere inviate notifiche dai beacon quando il potenziale cliente si trova all’interno del negozio o nei paraggi. La tecnologia NFC invece entra in azione solo quando questi ha già deciso di effettuare l’acquisto.
Chiaramente a discapito del BLE va detto che il suo sistema di notifiche push è più invasivo: l’app installata su uno smartphone può essere continuamente utilizzata per monitorare i movimenti del consumatore producendo stimoli per i suoi acquisti. Un sistema comunque sicuro e con il minimo rischio, mentre l’NFC tramite smartphone porta con sé tutti quelli legati alle transazioni con carte di pagamento. La funzione principale di NFC, infatti, non è legata alla fornitura di informazioni su un prodotto, ma piuttosto al trasferimento di dati bancari da un dispositivo mobile ad alla cassa di un negozio. Immaginate di volere acquistare un nuovo pc. Se la cassa del negozio dove state facendo l’acquisto supporta NFC, tutto quello che dovrete fare è avvicinare il dispositivo compatibile al ricevitore abbinato alla cassa. I vostri dati bancari, precedentemente salvati sullo smartphone, vengono così trasferiti alla cassa, permettendo di effettuare un acquisto con carta di credito, senza bisogno di mettere mano fisicamente al portafoglio.
Invece come accennato sopra la funzione principale di iBeacon è quella di tracciare la precisa posizione di un utente all’interno di un locale chiuso. Il riconoscimento della posizione di un utente grazie ad iBeacon permette dunque al gestore di un esercizio commerciale di fornire informazioni riguardo al prodotto che si trova davanti al cliente, solo quando quest’ultimo si trova nelle sue vicinanze. iBeacon può anche essere utilizzato con funzioni promozionali, ad esempio fornendo ad un cliente un coupon per uno sconto solo quando questo si trova in una regione particolare del negozio, o attirandolo verso l’interno dei locali quando passeggia davanti ad una vetrina. La startup italiana CheckBonus lavora proprio su un prodotto di questo tipo.
Ma l’esempio di PayPal Beacon mostra come il BLE sia in grado di semplificare il semplificabile quando si tratta di pagare nei negozi senza usare carte di credito o denaro. Il pagamento viene perfezionato grazie a un’applicazione che certifica l’identità dell’utente e comunica via Bluetooth con il beacon. Beacon PayPal infatti non è altro che un dongle USB dotato di adattatore per la presa della corrente, e tutto quello che il negoziante deve fare è collegarlo a una presa elettrica. A quel punto il dongle si interfaccerà con i software Point of Sale compatibili (Booker, Erply, NCR, PayPal Here e altri) e si metterà in ascolto – tramite rete Bluetooth LE – degli utenti di smartphone in arrivo dotati della apposita app PayPal.
Beacon sembra dunque avere le carte in regola per rispettare la promessa di un futuro più connesso, dove a guadagnarci sono tanto i clienti quanto i venditori. NFC, però come infrastruttura e ecosistema (almeno nel nostro Paese), sembra partire un passo avanti. Anche se la verità probabilmente sta nel mezzo. Le due tecnologie infatti sembrano essere ciascuna adatta a specifici usi pratici differenti. Il BLE in quelle situazioni in cui il consumatore trae un vantaggio dal ricevere informazioni sui prodotti che altrimenti perderebbe,ad esempio all’interno di grandi centri commerciali, durante le fiere o gli eventi, in aree molto affollate. I pilot della tecnologia NFC hanno invece mostrato come il miglior caso d’uso sia quello che consente l’accesso ai trasporti o altri tipi di tornelli e il ticketing degli eventi. È dunque molto probabile che in un futuro non lontano ci saranno ben chiari e visibili i vantaggi di entrambe queste tecnologie che più che rivali finiranno per rivelarsi entrambe utili in diversi contesti e complementari.