Toccati in mattinata i 320 punti base. Si è tornati ai livelli del 2013. Poi il differenziale ha ripiegato a quota 300
È durato poco il rimbalzo delle Borse registrato ieri. Mattinata nuovamente tempestosa per tutti i listini del Vecchio continente. Si registra, soprattutto, un forte calo dello spread che tocca il picco dei 320 punti base.
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Lo spread ora fa paura
Se fosse un termometro, segnerebbe già i 38 gradi. Ben oltre quei 37,5 per cui occorre già allarmarsi. E lo spread, in fondo, è proprio un termometro perché misura l’affidabilità del sistema Paese o, in altri termini, la sostenibilità del nostro colossale debito pubblico. Raggiunti nell’avvio di seduta i 320 punti base, livelli che non si vedevano da marzo 2013, con il rendimento dei decennali italiani che supera il tetto del 3 per cento. E a nulla sembrano essere servite le parole distensive del vice presidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos, intervistato dalla radio iberica RNE, che ha detto che: “la Bce è pronta ad agire con misure audaci, se necessario”, aggiungendo che l’istituzione bancaria ha dalla sua strumenti “flessibili” più efficaci delle azioni di politica monetaria.
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Il FTSE Mib perde 2 punti e mezzo, il FTSE All Share è poco sotto a -2,40 mentre il FTSE Star è sotto di 1,81. Precipita Francoforte che rasenta perdite di 6 punti, Londra la insegue a -5,30% mentre Parigi è a -4,60. Avevano chiuso male anche le asiatiche: Tokyo a -1,61%, Shanghai a -1,83%.
Consob vieta le vendite allo scoperto
Ma ciò che spaventa davvero, adesso, è la gragnuolata che si è scatenata sui nostri titoli di Stato. Il resto della Borsa, del resto, è parzialmente protetto dall’ombrello della Consob che vieta ogni forma di operazione speculativa ribassista, anche effettuata tramite derivati o altri strumenti finanziari e le operazioni ribassiste intraday. Il divieto durerà tre mesi e riguarderà l’intero paniere. Un analogo stop è stato decretato anche a Parigi, dall’Amf, l’Autorità di Borsa francese, anche se non sta sortendo particolari benefici.