Il portoghese ha presieduto alcune delle riunioni più difficili della storia europea: «Il piano di rilancio può partire già in estate. Il MES? Una assicurazione»
Anche Mário Centeno, presidente dell’Eurogruppo, confida in una dimostrazione di maggior solidarietà all’interno dell’Unione europea. Ora che il vertice dei ministri delle Finanze del Vecchio continente ha preparato il documento su cui si è quasi consumato lo strappo tra i Paesi del Nord, guidati dall’Olanda e quelli del Mediterraneo, capeggiati da Francia e Italia, e passato la palla al Consiglio dei 27 capi di Stato e di Governo europei, Centeno, parlando con il Corriere della Sera, si è permesso qualche confidenza. Anche sugli Eurobond.
Cosa ha detto Centeno
«Non dividiamoci tra Sud e Nord. Il piano di rilancio può partire già in estate». È quanto si augura Centeno che si dice fiducioso che i 27 capi di Stato e di Governo il prossimo 23 aprile riescano a mettersi d’accordo in quanto, viceversa «sarebbe un fallimento» perché «l’economia europea sta subendo uno choc». Infatti, ci sarà un enorme accumulo di debito e «ora dobbiamo decidere come distribuire nel tempo i costi di questa crisi. Non un solo Paese può sentirsi fuori», sottolinea il numero 1 dell’Eurogruppo.
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Centeno non esclude il ricorso agli eurobond, ma sottolinea che «si può usare anche il bilancio della Ue». Il MES è «come un’assicurazione, la compri per non usarla, ma ti dà una copertura in più», spiega poi, rilevando che il ‘no’ del premier Giuseppe Conte «è l’approccio abituale quando si negozia». Questa «non è una crisi da affrontare con i vecchi manuali. Dobbiamo giocarcela come un solo giocatore» e il Recovery Fund proposto dalla Francia «è un modo per assicurare la solidarietà europea», puntualizza poi.
Secondo il presidente dell’Eurogruppo, bisogna assicurarsi che gli strumenti a disposizione dei singoli Stati «siano il più simili possibile» in tutta Europa anche per evitare che la ripresa sia troppo lenta. Le stime che servono per il rilancio arrivavano fino a 1.500 miliardi, «numeri a dodici zeri», rileva Centeno. Ci vorrà moltissimo coordinamento anche nell’uscita dal confinamento, perché non ha senso aprire un Paese se gli altri restano chiusi. In ogni caso «un piano per la ripresa deve scattare non appena usciamo dai lockdown. Una parte del denaro deve essere disponibile all’inizio dell’estate a a tarda primavera».