Competenti, appassionate, infaticabili, innamorate di quel lavoro che in fondo dà speranza alla comunità. Con l’inaugurazione delle nuove linee produttive legate al nuovo vaccino contro il COVID-19 nello stabilimento Sanofi di Anagni abbiamo intervistato due professioniste impegnate in questa nuova sfida. Emanuela Girolami e Agnese di Folco. Scopri le loro storie
La lotta contro COVID-19 è fatta anche e soprattutto delle tante persone che ogni giorno, con il loro lavoro, aggiungono un mattoncino in più per alzare la barriera contro il nuovo coronavirus. Non solo medici, infermieri e operatori sanitari, che durante i mesi di lockdown abbiamo visto impegnati sul fronte. Ma anche persone che lavorano nei laboratori di ricerca e negli stabilimenti industriali impegnati nella produzione. Ecco allora Emanuela Girolami e Agnese di Folco, entrambe dipendenti da più di dieci anni dello stabilimento Sanofi di Anagni, che sarà il primo in Europa a produrre il vaccino contro COVID-19.
Il controllo qualità di mamma Emanuela
Emanuela è entrata in Sanofi quasi per caso nel 2010, con uno stage ottenuto grazie all’Università di Tor Vergata, dove si è laureata in ingegneria medica. Ha accettato senza troppe aspettative, come spesso accade con le prime esperienza lavorative, e non se n’è più andata. “Era una realtà che non conoscevo – ammette – e questo mestiere non rientrava propriamente nelle mie mansioni. Ma poi me ne sono appassionata”. Oggi a 36 anni è validation assurance expert, cioè si occupa di assicurare che tutte le macchine dello stabilimento, che serviranno per produrre farmaci e vaccini, siano idonee da un punto di vista della qualità. Ed è coinvolta a pieno ritmo nel progetto del vaccino contro COVID-19. Un’attività a cui ha preso parte con piacere e un pizzico di orgoglio, che porta avanti senza cercare di togliere troppo tempo alla famiglia. “Sono spostata e ho due figli piccoli di 3 anni e mezzo e un anno” – aggiunge Emanuela, che ogni giorno si divide tra casa e il sito di Anagni che per fortuna dista solo 20 chilometri, e prosegue – “È una cosa che faccio con tanta passione e spero che i miei figli un giorno sappiano che ho collaborato a questo progetto e ne siano contenti”. Nonostante i tanti anni già trascorsi in azienda nello stesso reparto, Emanuela non si annoia per niente anzi. “Perché le machine nello stabilimento sono tante e il sito viene continuamente rinnovato e ci sono sempre nuovi progetti sfidanti come questo del vaccino”, dice con entusiasmo. “Non è un mestiere ripetitivo, la definizione lo è, ma da dieci anni faccio in realtà sempre cose diverse che mi consentono di imparare molto e cambiare velocemente argomento. Tanto che sono tornata a lavoro appena possibile, quando i miei figli avevano tre mesi, perché è un lavoro che svolgo con passione: sono una mamma ma continuo ad essere anche un ingegnere”.
© Foto di Valeria Mottoran
Tra palco e realtà: la vita di Agnese
Agnese invece in Sanofi è arrivata nel 2007, quando liberatasi una posizione – dopo una prima esperienza in un’altra azienda farmaceutica – ha fatto richiesta per entrare nello stabilimento di Anagni, città in cui è anche nata 38 anni fa. Laureata in chimica e tecnologie farmaceutiche (CTF) presso l’Università La Sapienza di Roma, ha iniziato la sua carriera prima nell’area di validazione di equipment, per poi passare in quella di manufacturing technologies, di cui è responsabile da tre anni. Qui in pratica si occupa di assicurare un’elevata qualità del processo produttivo. “Il nostro è un lavoro in tandem – aggiunge Agnese – prima viene quello di Emanuela e poi a catena il mio per far sì che i prodotti che escono dallo stabilimento rispondano a determinate caratteristiche di qualità”. Un lavoro impegnativo che si è intensificato in questi mesi sottraendo tempo alle altre passioni di Agnese, disegnare e recitare. “Il disegno è la mia seconda scelta ho anche fatto la scuola di fumetti per due anni e per quasi dieci anni teatro. Ora sto dedicando tantissime energie al progetto COVID-19 e ne sono orgogliosa”.
Mario Merlo GM Business Unit Sanofi Pasteur e Marcello Cattani Country Lead Italy & Malta Sanofi
© Foto di Valeria Mottoran
La sfida del nuovo vaccino
La sfida del vaccino anti Covid-19 – come ci racconta Agnese – è legata all’industrializzazione del prodotto ancora in fase clinica. “Significa che rispetto al processo standard dobbiamo pensare a ogni possibile cambio che potrebbe essere attuato e a soluzioni che siano il più flessibili possibili e soprattutto attuabili in breve tempo”, precisa Agnese. La sua complessità di produzione è infatti praticamente uguale a quella di altri prodotti già allestiti presso lo stabilimento di Anagni, ma essendo il vaccino ancora in una fase di sperimentazione, potrebbe subire cambiamenti nella formulazione che di conseguenza comporterebbero modifiche anche sull’impianto. Una sfida che lo stabilimento di Anagni ha già colto in passato, essendo stato sito di produzione del vaccino per l’influenza suina e aviaria. “Anche in quel caso era richiesta l’implementazione rapida. Siamo andati in produzione in 6 mesi e 3 mesi rispettivamente. La flessibilità nel campo dei vaccini è una caratteristica intrinseca del progetto stesso”. Inoltre sono state fatte alcune modifiche all’impianto per adattarle al processo di produzione del vaccino: “Rispetto ad altri vaccini prodotti in precedenza, infatti, questo contro il COVID-19 richiederà un passaggio in più di preparazione”.
© Foto di Valeria Mottoran
Oggi l’inaugurazione dell’impianto
Anche Emanuela e Agnese hanno preso parte oggi all’inaugurazione delle nuove linee produttive per il vaccino anti COVID-19, alla presenza anche del ministro della Salute Roberto Speranza: “Un momento molto emozionante e pieno di orgoglio per lo stabilimento – conclude Agnese – con una bella partecipazione da parte di tutti. Consci dell’impegno e dell’importanza del territorio e anche dell’impegno civile e di responsabilità che abbiamo”. Via libera ufficiale dunque alla produzione del tanto atteso vaccino che Sanofi sta sviluppando insieme a GlaxoSmithKline (GSK) e che il sito di Anagni ha in programma di produrre in milioni di dosi per il 2021. Per coprire il fabbisogno non solo italiano, ma anche di altri Paesi d’Europa, Regno Unito e Stati Uniti. Non tutto da soli certo, ma affiancati da altri tre siti dislocati anche in Francia e Germania. Un obiettivo ambizioso, che secondo Agnese ed Emanuela sarà assolutamente raggiunto.
L’inaugurazione con il ministro Speranza
© Foto di Valeria Mottoran